Siamo alla vigilia della partenza più travagliata di sempre. Domattina dovremmo salire in sella ed iniziare a pedalare, ma ancora c’è incertezza.
In un anno particolarmente complicato, dove i problemi sono stati ben altri, ci si mette anche un attacco di appendicite.
Siamo tornati a metà gennaio dalla Nuova Zelanda, il virus si stava solo affacciando nel palcoscenico mondiale. Il focolaio era la città Wuhan e tutti speravamo che rimanesse confinato a quella zona del globo, poi è andata diversamente.
Nel mezzo c’è stato un periodo che ricorderemo per sempre: il confinamento all’interno delle nostre abitazioni, il sistema sanitario al collasso, colonne di mezzi militari carichi di bare e la paura del contagio che si è insediata dentro di noi.
Nei mesi di lockdown viaggiavamo con la mente in posti più o meno esotici, più o meno selvaggi. Ogni spunto era buono per fare qualche ricerca su internet e ipotizzare viaggi intorno al mondo sulle due ruote.
Dopo Pasqua iniziamo a pensare seriamene al viaggio estivo. Dopo aver escluso qualsiasi ipotesi di viaggio fuori dal continente europeo decidiamo di puntare sull’Islanda, un paese affascinante, selvaggio, estremo e con pochi casi di contagio da Coronavirus. Sembra la meta ideale.
Studiamo, come per ogni viaggio, il territorio, il clima, gli usi e i costumi. Compriamo abbigliamento tecnico e sacchi a pelo più caldi. Prenotiamo i voli. Decidiamo il percorso e prepariamo le biciclette.
L’8 di Agosto abbiamo il volo Roma – Reykjavík!
È il 31 Luglio. A causa dell’aumento dei contagi, cambiano le regole per l’ingresso nell’isola. Oltre ad un primo tampone fa fare all’arrivo in aeroporto ne occorre un secondo, a distanza di 4 giorni, da farsi in uno dei centri autorizzati dal ministero della salute islandese. I centri autorizzati sono pochi e completamente al di fuori del nostro itinerario. Inoltre, viaggiando in con i bambini, in bicicletta, in un territorio difficile, soprattutto dal punto di vista climatico, potrebbe essere difficile riuscire a rispettare un appuntamento.
A malincuore decidiamo di cambiare meta. Cancelliamo i voli, che ci rimborseranno per intero, e ci rimettiamo a studiare. Questa volta la scelta è limitata al Bel Paese.
Per noi, il viaggio deve avere dietro un’idea, un concetto, un obiettivo; non ci basta seguire una ciclovia più o meno famosa per pedalare. È bello anche quello, ma lo facciamo nei weekend. Per iniziare a pianificare un viaggio ci serve l’ispirazione!
Dopo due giorni di studio e discussioni, il 2 Agosto, la decisione è presa: Francigena del Sud. Partiremo da Roma a arriveremo a Santa Maria di Leuca, De Finibus Terrae.
Il giorno della partenza rimane l’8 di Agosto, sempre da Roma, questa volta direttamente in bicicletta, anziché in aereo. Il percorso si discosterà a tratti dal tracciato originale per permetterci di visitare luoghi interessanti e per fare qualche bagno al mare.
Siamo arrivati al 7 di agosto. Domattina partiamo. Purtroppo sto combattendo con una infiammazione dell’appendice che non mi lascia tranquillo. Il dolore non è forte, ma ho delle bucature costanti. Che fare? La dieta è controllata e sto seguendo una terapia antinfiammatoria. Basterà per arrivare davanti alla chiesa di Santa Maria de Finibus Terrae, dove si narra che sbarcò l’apostolo Pietro? Speriamo. Lo scopriremo solo pedalando.