Dopo una settimana sui pedali oggi lasciamo le biciclette in hotel per trascorrere un giorno da turisti.
Una veloce e ricca colazione e siamo pronti, anche se Niccolò ha una fastidiosa irritazione cutanea dietro al collo che non lo ha fatto dormire. La giornata è luminosa e la temperatura gradevole. Novecento metri a passo svelto e siamo alla metro.
Scendiamo nei pressi di Hundertwasserhaus, un complesso residenziale decisamente particolare .
Entriamo nella corte interna. I palazzi sono tutto tranne che ordinari. Le facciate si piegano, ondeggiano. I colori sono di tonalità accese: rosso, blu cobalto, verde smeraldo, e giallo. Persino il pavimento per terra è ondulato.
Replichiamo due fotografie di Niccolò e Michelangelo fatte dieci anni prima, esplorando questo luogo così diverso e creativo e così in contrasto con gli edifici classici presenti in città.
Usciamo e decidiamo di prendere un tram che ci porta lungo il Ringstrasse, quello che qualcuno definisce il viale più bello del mondo tra musei, maestosi palazzi e verdi parchi.
Saliamo sul numero 1. Seduti vicino ai finestrini, osserviamo lo scorrere degli edifici storici come un film che racconta la storia di Vienna.
Passiamo accanto al Parlamento Austriaco, un edificio ispirato al classicismo greco, culla della prima forma di democrazia, con le sue colonne doriche ed il frontone triangolare.
Proseguiamo lungo un viale ampio e alberato, costeggiato da edifici che raccontano secoli di storia fino ad arrivare a Hofburg, il palazzo imperiale. È enorme e ci chiediamo a cosa potesse servire una dimora così grande se non al solo scopo di dimostrare il potere.
Arriviamo infine davanti all’elegante Opera di Stato di Vienna con la sua facciata neorinascimentale, le sculture e i balconi ornati. Come tutti i teatri di una volta si nota il loggiato dove sostavano le carrozze per far scendere nobili, re ed imperatori.
Qui scendiamo e ci incamminiamo verso il centro. Ci fermiamo in un caffetteria tradizionale come dei veri viennesi. Entriamo dentro il Café Aida, una bella caffetteria il cui arredamento in stile retrò è caratterizzato da molti dettagli rosa.
Ci sediamo. Nel tavolo a fianco a noi due signore truccate e ben vestite che gustano un caffè con una deliziosa fetta di torta. Micky e Niccolò ordinano un Melange, probabilmente il più famoso tra i caffè viennesi: simile a un cappuccino e fatto con un uguale quantità di caffè e latte caldo e sormontato da una leggera schiuma di latte. Michelangelo ed io ordiniamo un Wiener Eiskaffee, composto da caffè freddo versato su gelato alla vaniglia e guarnito con panna montata, inoltre Niccolò prende una bella fetta di strudel di mele.
È la volta di un negozio che vende ogni cosa al miele prima di arrivare a Stephansplatz, con uno dei monumenti più iconici di Vienna e di tutta l’Austria con le sue guglie gotiche e l’inconfondibile tetto colorato, ricoperto tegole smaltate. Entriamo nella cattedrale con le sue navate altissime ed opere d’arte. In un angolo c’è anche il ritratto di Padre Pio. Accendiamo una candela ciascuno ed usciamo.
È quasi ora di pranzo. In Albertinaplatz c’è uno dei chioschi di salsicce più famosi di Vienna. Si dice che abbia tra le migliori salsicce della città. Come fare a non provarle. Hot dog per Niccolò e Michelangelo, salsiccia con fetta di pane integrale con semi di finocchio a parte per me. Non sappiamo ovviamente valutare la qualità della salsiccia, ma è buonissima.
Ancora in metro per arrivare a vedere Majolica House e il Palazzo della Secessione, che Micky ha studiato approfonditamente in quanto due esempi emblematici dell’architettura viennese di inizio XX secolo collegati al movimento artistico dell’art noveau. Meriterebbe entrare nel palazzo della secessione, ma il pomeriggio è ancora denso di appuntamenti, tra cui i due clou della giornata. La Sacher all’hotel Sacher e il museo Belvedere.
Torniamo in centro e ci posizioniamo in fila davanti all’hotel Sacher. Il sacrificio dell’attesa a cuocere sotto il sole vale la ricompensa che riceveremo. Ci sediamo fuori in una zona del corso principale sotto gli ombrelloni. Il luogo per gustarla non è solenne quanto quello di Demel, ma ci accontentiamo. Ordiniamo quattro fette di torta Sacher; pochi minuti ed il cameriere arriva con quattro piattini con il prezioso dolce che gustiamo cercando di trovare le differenze con quello assaggiato ieri da Demel. Non c’è un vincitore netto. Michelangelo ed io votiamo per la Sacher di Demel, Micky e Niccolò per quella dell’hotel Sacher.
Finalmente è arrivato il momento dell’atteso museo Belvedere, un palazzo barocco che ospita una delle più importanti collezioni d’arte dell’Austria. È indubbio che sia conosciuto per “Il Bacio” di Klimt, ma ha tante altre opere iconiche e importanti come “Bonaparte valica il Gran San Bernardo”, il famoso dipinto che rappresenta Napoleone a cavallo che si vede su ogni libro di storia. Rimaniamo a bocca aperta dalla dimensione del quadro e da quanta grandezza esprime.
Iniziano le sale con le opere di Klimt. Anche se “Il Bacio” è bellissimo con i suoi dettagli dorati, quello che ci piace di più è il dipinto che raffigura “Giuditta I”, l’eroina biblica che, secondo il racconto, salvò il suo popolo decapitando il generale assiro Oloferne. Oltre ad essere bellissimo è molto bella la storia di Adele Bloch-Bauer, la nobildonna che ha posato per il quadro e della quale è raffigurata soltanto la testa, mentre il resto è frutto della creatività di Klimt. Dopo un’ora e mezzo usciamo dal museo.
L’ultima visita della giornata è al Prater dove c’è lo storico parco divertimenti con la ruota panoramica del 1897 costruita per celebrare i 50 anni di ascesa al trono dell’imperatore Francesco Giuseppe e tra le più antiche ancora funzionanti.
Niccolò ed io ci lanciamo anche su una specie di montagne russe in cui ci si posiziona sdraiati guardando avanti in stile Superman. Un giro è più che sufficiente.
Siamo davvero distrutti. Compriamo la cena che consumiamo direttamente in hotel. Domani riprenderemo le biciclette e lasceremo Vienna e l’Austria per arrivare a Bratislava, capitale della Slovacchia.