La giornata di oggi sarà dedicata alla visita della capitale del primo paese baltico da cui passiamo. Sarà anche l’ultimo giorno che trascorreremo in questa piccola nazione tra il verde dei suoi prati e delle sue foreste, all’azzurro dei suoi laghi e del suo cielo. Questa sera saremo già in Lettonia, attraverso uno dei due trasferimenti previsti nel corso del viaggio; un pullman ci porterà fino alla città di Rēzekne.
La mattina ci regaliamo un’ora in più di sonno. Facciamo colazione nella nostra camera, ed attendiamo il nostro turno in bagno. L’ostello è brutto e sporco, in compenso le persone sono gentili, sia i proprietari che gli ospiti.
Ci viene permesso di lasciare lì le nostre borse in modo che possiamo girare per Vilnius più scarichi.
Attraversiamo il cuore della città vecchia con il suo municipio che mi ricorda quello di “Ritorno al futuro”. La prima tappa è la piazza della cattedrale. La piazza è molto bella, si riesce a vedere sia la torre del castello (ricostruita) sia le tre croci sulla collina che ricordano il martirio di alcuni monaci francesi (ricostruite). Purtroppo durante le varie dominazioni che la Lituania ha subito, dai polacchi, ai russi, ai nazisti, di nuovo ai russi, via via i simboli del popolo lituano sono stati distrutti al fine di cancellarne l’identità, ed ogni volta ricostruiti.
La chiesa è piuttosto bruttina. In ciascuna città italiana ce ne sono almeno un paio più belle, tuttavia è di importanza storica essendo stata la prima cristiana della Lituania, costruita intorno al 1500.
Quello che ci ha colpito maggiormente del piazzale della cattedrale è la lastra di pietra che riporta la scritta Stebuklas, che significa miracolo. La leggenda narra che se gli si gira tre volte intorno esprimendo un desiderio, questo si avvererà.
Noi non siamo rimasti impressionati dalla leggenda, bensì dal fatto, secondo me poco noto, che da lì il 23 agosto del 1989, partiva (o terminava, a seconda del punto di vista, la catena baltica, una catena umana che si estendeva da Tallin a Vilnius, per riuscire ad ottenere, in modo pacifico l’indipendenza dall’Unione Sovietica. Quel giorno, due milioni di lituani, estoni e lettoni, riuscirono ad organizzare una catena di persone, lunga 600 chilometri, senza internet, senza social media. Un evento pazzesco.
Dopo aver letto storie sulla catena baltica e cercato delle foto dell’evento, ci dirigiamo verso la repubblica di Uzupis, un quartiere stato, un po’ come Christiania, nel quale si sono rifugiati artisti da tutto il mondo. Strano e bello, anche se molto commerciale. Trascorriamo li un paio d’ore tra varie opere d’arte esposte, artisti e turisti. Uzupis ha anche una sua costituzione e una sua moneta, simboliche, di cui Dudu e il Miche hanno voluto una copia di entrambe.
Dopo un pranzo veloce, consumato sulle panchine di un parco, continuiamo a giricchiare il centro, prima di andare a prendere le borse e andare al terminal dei pullman.
Il terminal è enorme. Facciamo la spesa per poter cenare in viaggio e andiamo ad aspettare il nostro mezzo. Vorremmo cercare di smontare il meno possibile le bici, anche perché, dormiremo a circa due chilometri da dove arriveremo.
Arriva il pullman. La tratta che fa è Vilnius-Mosca; noi scenderemo dopo quattro fermate. La signora che controlla i biglietti ci dice subito che le bici non possono essere imbarcate. Le spiego che se le smonto e le metto nella sacca hanno un ingombro standard e che posso portarle sia in aereo sia in treno. È irremovibile. Un ragazzo giovane con moglie e bambina sposa la nostra causa, ma non sembra esserci maniera. Blocchiamo quasi il pullman. Dopo un numero imprecisato di telefonate ci fa salire con le bici pagando un sovrappeso 120 euro. Non è giusto, ma non ci sono grosse alternative. Problema superato, da segnare nella lista degli imprevisti.
Arriviamo a Rēzekne che sono le quasi alle 23. Carichiamo le bici e andiamo verso la casa dive dormiremo. È una casa della croce rossa, con cucina bagno e camera. Troviamo le chiavi in una cassetta di sicurezza all’esterno della quale abbiamo ricevuto il codice via SMS. Davvero bella. Siamo stanchi. Abbiamo davvero bisogno di una bella dormita, dopo una giornata faticosa.