Siamo in Bosnia ed Erzegovina in una casa arroccata in collina nella città di Neum. Una terrazza con un minuscolo balcone che ha giusto lo spazio di un tavolino a quattro sedie ci regala un panorama di rara bellezza.
Ci svegliamo in hotel intorno alle sette. Abbiamo tutto il tempo per fare colazione con calma e prepararci, dato che il traghetto per Porto Tolero salperà alle 11.
Una colazione più che abbondante, un po’ di relax e lasciamo l’hotel.
All’imbarco del traghetto, sotto una panchina, un gattino sembra che stia dormendo in attesa del nostro arrivo. Appena arrivati fa di tutto per farsi coccolare e prendere in braccio. Strofinamenti, testate, fusa. Tutto fino al momento di andare via, quando nell’ultima carezza di congedo accenna un morsino alla mia mano con i suoi dentini bianchi ed appuntiti per lasciare la propria firma: quattro fori.
Un’ora di navigazione ed arriviamo nel porto di Ploče, in italiano Porto Tolero, che nonostante rappresenti uno dei porti più importanti della Croazia e principale porto per la Bosnia ed Erzegovina, la sua acqua è incredibilmente pulita e limpida.
La temperatura è abbondantemente sopra i trenta gradi. Iniziamo a pedalare. La strada si fa subito in salita. Salutiamo due ciclisti che, a vedere le bandiere stampate sulla maglia che indossano, stanno viaggiando dall’Italia all’Albania.
Il bellissimo panorama di ripide colline che cadono a picco su un mare blu, ricoperte da boschi di macchia mediterranea, ci da l’idea di un luogo selvaggio e incontaminato. Davanti a noi ora si presenta una salita di cinque chilometri con una pendenza media del 6%; il Miche e Micky soffrono, ma resistono eroicamente fino alla fine. Il loro premio consiste in una terrazza mozzafiato. Coca Cola Zero per me e Micky, gelato per Niccolò e il Miche. Ci godiamo un momento di meritato riposo con una piacevole brezza che ci rinfresca.
Al momento di ripartire il Miche ha una ruota a terra. La ruota sistemata dal signor Tesei. La smonto e tolgo due enormi spine infilate nel copertone. Micky deve fare una riunione di lavoro, pertanto si avvia con Niccolò verso una spiaggia dove lei può lavorare tranquillamente e Niccolò rinfrescarsi nell’acqua. Io intanto provvedo alla sostituzione della camera d’aria.
Quando il Miche ed io arriviamo alla spiaggia la riunione è già finita, ma il Miche ne approfitta comunque per fare un bagno prima di ripartire.
Ripartiamo e, nel giro di tre chilometri, superiamo il nuovissimo ponte di Pelješac (Sabbioncello), che collega la Dalmazia meridionale con il resto della terraferma, evitando di dover passare per il piccolissimo territorio con sbocco sul mare della Bosnia ed Erzegovina.
Fino ad un anno fa per raggiungere la Dalmazia meridionale era necessario attraversare la frontiera della Bosnia ed Erzegovina, il cosiddetto corridoio di Neum. Oggi non è più così, anche noi dobbiamo percorrere la vecchia strada poiché il ponte è interdetto alle biciclette.
Arriviamo al confine. Lasciamo la Croazia e l’Unione Europea per entrare in Bosnia ed Erzegovina.
Ci aspettavamo erroneamente una fila chilometrica per uscire dall’area Schengen, così come i controlli ai passaporti. Pochi minuti e nessun timbro nel passaporto e siamo in Bosnia ed Erzegovina.
Continuiamo a pedalare tra le colline boscose e il mare fino a quando incontriamo il cartello Neum, la cittadina dove dormiremo.
Neum sorge nel piccolo lembo di Bosnia ed Erzegovina, largo appena una ventina di chilometri che interrompe la costa croata. Ci chiediamo il perché di questa anomalia, ma le ragioni geopolitiche di questa curiosa situazione risalgono a molti secoli fa quando Neum, prima appartenente al Regno di Bosnia e successivamente all’impero Ottomano, rappresentava una zona cuscinetto tra le arci nemiche Repubblica di Venezia e Repubblica di Ragusa, un piccolo staterello che comprendeva quella che oggi è la contea di Dubrovnik e che è esistito dal X secolo fino al 1808.
Non ci resta che andare a prendere possesso del nostro piccolo appartamento. Per arrivare l’ultima insidiosa salita che mette a dura prova soprattutto il Miche.
Ad accoglierci una ragazza sui trent’anni gentile che ci mostra dove possiamo lasciare le bici e l’appartamento.
È un monolocale spazioso con una terrazza che da sola vale il prezzo dell’appartamento. Decidiamo pertanto fare la spesa e mangiare in terrazza.
Prendiamo dei pomodori, hummus ai semi di zucca, formaggio, uova, pane e un po’ di frutta. I prezzi sono decisamente inferiori rispetto alla Croazia.
Tornando indietro notiamo come Neum sia in pieno boom edilizio. Ovunque si guardi ci sono case in costruzione. Il turismo sta velocemente scoprendo anche questo angolo di Bosnia ed Erzegovina.
Una bella cena con vista e a letto. Domani attraverseremo nuovamente il confine e arriveremo a Dubrovnik.