Concentrare la visita di Philadelphia in un giorno è impossibile. È qui che si è fatta l’America. Tuttavia abbiamo deciso, nel poco tempo a disposizione, di farci un’idea di questa città.
Al termine di una notte tormentata dalle numerose sirene della polizia che sfrecciavano sotto la nostra finestra, alle sette siamo svegli. Il movimento notturno non fa che confermare il triste primato di questa città. Il più grande mercato a cielo aperto di droga del paese e il più alto tasso di omicidi tra le più grandi città degli Stati Uniti.
Colazione veloce e…. compiti. Le regole sono regole. Oggi non dobbiamo pedalare, per cui, anche se vorremmo uscire a goderci Philadelphia, occorre che Dudu e il Miche ne approfittino per fare i compiti. Riusciamo a uscire di camera poco dopo le undici.
La prima tappa è il Reading Terminal Market. I mercati ci sono sempre piaciuti perché mostrano tanto della cultura di una popolazione. Persone, colori, odori, sapori. Il Reading Terminal Market non fa eccezione. È un grandissimo mercato coperto che risale al 1893. Si trovava al piano inferiore della stazione dei treni della Reading Railroad Company, ora chiusa, dopo che l’amministrazione di Philadelphia decise di spostare i piccoli mercati in un unico luogo, sia per ragioni pratiche che di igiene.
Indossiamo la mascherina ffp2 ed entriamo in questa bolgia. Dentro una folla incredibile di persone vocianti girovaga tra i banchi. Si trova tutto ciò che è commestibile. Dalla frutta alla carne, dal pesce alle spezie, dai dolci al cibo cotto; tutto esposto in maniera ordinata e invitante. Inoltre ci sono gli Amish, che per me rimangono quelle persone profondamente religiose del film cult “Lo chiamavano Trinità“ dai caratteristici vestiari e dal carro trainato da un cavallo che, ancora oggi, viene usato come principale mezzo di locomozione. La comunità segue una serie di strette regole, tra cui il rifiuto della modernità e di tutte le comodità a cui siamo abituati al giorno d’oggi fra cui l’elettricità, l’acqua corrente, la televisione ecc..
Gli Amish sono presenti al mercato dal mercoledì alla domenica, e vendono i loro prodotti e il cibo che preparano con i loro prodotti. Vengono da Lancaster, una città a circa 120 chilometri da Philadelphia nella quale risiede la comunità Amish più grande degli Stati Uniti.
Dopo aver curiosato per tutto il mercato si è fatta ora di pranzo. Ci fermiamo in un banco Amish, dove un signore con cappello di paglia, barba lunga e completo nero ci prende l’ordinazione: due omelette, una a base di verdure per Micky, una a base di carne per me e due hamburger per i bimbi. A preparare, con calma, il cibo, due signore con lunghe gonne e un grembiule bianco. Mangiamo il cibo fuori vicino alle bici per non toglierci la mascherina tra la folla.
Ripartiamo e andiamo a vedere una delle scalinate più famose della storia del cinema. Le scale, che conducono all’ingresso est del Philadelphia Museum of Art, sono ormai comunemente note come la “scalinata di Rocky“. Io, che negli ultimi giorni ho visto il video del film Rocky almeno una decina di volte, non perdo l’occasione di correre fino alla cima, come il pugile in cerca di riscatto, seguito da Dudu e dal Miche. Idea non proprio originale. Praticamente tutti corrono fino alla cima; qualcuno consapevolmente, altri senza sapere bene cosa stiano facendo. Diamine! Stiamo parlando di una cosa seria. Qualcuno invece, decisamente organizzato, corre fino alla cima della scalinata con tanto di colonna sonora al seguito. È il momento di fare la foto di rito vicino alla statua dello stallone italiano, il pugile più famoso del cinema, dopodiché riprendiamo il nostro tour.
Dopo aver attraverso un parco ed un lungo viale con tutte le bandiere del mondo, molto bello, ci fermiamo a Penn Square, la piazza principale di Philadelphia, dove risiede il Philadelphia City Hall, sede del comune della città. Di fronte il bell’edificio con la sua torre-campanile sormontata dalla statua in bronzo di William Penn, fondatore della città, dove un enorme orologio chiamato Big George scandisce le ore.
Puntiamo ora all’Independence Hall, il luogo dove nacque il primo governo americano, e la sala in cui i delegati delle 13 colonie ratificarono ufficalmente la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti il 4 luglio 1776. Arrivati fuori dall’edificio un ranger ci dice che i biglietti sono terminati e che, a causa del COVID, è possibile accedere solo su prenotazione. È colpa mia, che avevo il compito di verificare il costo del biglietto e non ho notato l’obbligatorietà della prenotazione. Ci dispiace non poter vedere la dichiarazione di indipendenza; siamo un po’ abbattuti. Riporto tuttavia, integralmente, il primo articolo della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti, che avremmo voluto vedere nel suo manoscritto originale.
“Noi teniamo per certo che queste verità siano di per se stesse evidenti, che tutti gli uomini sono creati eguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di certi Diritti inalienabili, che tra questi vi siano la Vita, la Libertà e il perseguimento della Felicità. Che per assicurare questi diritti sono istituiti tra gli uomini i Governi, che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati. Che quando una qualsiasi Forma di Governo diventa distruttiva di questi fini, è Diritto del popolo di alterarla o di abolirla, e di istituire un nuovo Governo, ponendo il suo fondamento su questi principi e organizzando i suoi poteri in una forma tale che sembri ad esso la più adeguata per garantire la sua sicurezza e la sua felicità”
Continuiamo il giro in bici della città tra il moderno, dove le strade ricordano vagamente New York, con i grattacieli di vetro che svettano sul fiume Schuylkill che attraversa la città, e lo storico, con le case di mattoni rossi a due piani, le strade poco trafficate e i giardini curati tra il fiume Delaware e l’Indipendence National Historical Park.
A fare da contorno al nostro giro tantissimi murales. Sono uno più bello dell’altro; alcuni veramente lasciano senza fiato. Sono un modo per riqualificare una città con troppi angoli dimenticati, oltre che uno strumento per aiutare i ragazzi meno fortunati.
È buio e, prima di andare a fare la spesa e tornare in hotel passiamo al negozio Ross per comprare le mutande nuove per il primo giorno dell’anno.
Una cena a base di pollo fritto e pinzimonio di verdure mentre la televisione trasmette “Sister act 2” un film ambientato proprio qui a Philadelphia.
Domani lasceremo questa città piena di contraddizioni, che domani lasceremo insieme allo stato della Pennsylvania per entrare del Delaware.