Una giornata trascorsa per le strade di Dubrovnik, tra mura, torri, chiese e vicoli per visitare e cercare di capire la “perla dell’Adriatico”.
Ci svegliamo prestissimo. La tenda, specialmente in estate e in un posto caldo, offre il vantaggio di renderci mattutini. La moka inizia a gorgogliare, il latte è nel cappuccinatore, il pane, la marmellata, la nutella, le merendine, la frutta fresca. Ognuno ha tutto il necessario per iniziare la giornata coccolandosi.
Un po’ di lavoro per i grandi, un po’ di gioco per i ragazzi, ci prepariamo e via, con le bici che, senza bagagli, sembrano volare, anche in salita.
Il tempo non è bellissimo. Grossi nuvoloni neri e qualche schizzo promettono un acquazzone estivo, tuttavia non pioverà per tutto il giorno, costringendoci ad una temperatura ed un tasso di umidità insopportabili.
Arriviamo alla città vecchia da sopra. Ci troviamo davanti le imponenti mura, alte in alcuni punti anche venticinque metri e larghe fino sei metri. Una lunga discesa ci conduce alla Porta di Ploče, una delle porte di accesso alla città.
Superiamo il largo fossato attraverso un ponte di pietra, costruito in sostituzione vecchio ponte levatoio di legno, superiamo la porta e siamo nella città vecchia.
Una scalinata ripida, stretta e lunga ci conduce nella piazza Luža, la piazza più grande e importante di Dubrovnik. Sembra di entrare in una piazza veneziana. I palazzi bianchi, lo stile, la pavimentazione, tutto ci riporta alla mente la Serenissima
Una piazza grande, nella quale storicamente si svolgeva il mercato della città fortificata. Una magnifica torre dell’orologio sulla nostra destra segna l’ora in numeri romani, oltre ad avere un meraviglioso orologio solare. Le campane sono suonate ogni ora da Maro e Baro, due omini verdi come le campane.
Ammiriamo i vari palazzi, centro, una volta, del potere della Repubblica di Ragusa, prima di entrare nella cattedrale in stile barocco.
La Cattedrale di Dubrovnik fu costruita sui resti di un’antica chiesa romanica andata distrutta durante un terremoto.
Secondo la leggenda, il re inglese Riccardo Cuor di Leone, si, proprio quello di Robin Hood, commissionò la costruzione della chiesa attraverso una donazione per ringraziare gli abitanti di Dubrovnik che lo avevano salvato da un naufragio nella vicina isola di Lokrum durante il suo viaggio di ritorno dalla Terza Crociata. Poi sappiamo tutti che è arrivato in Inghilterra a destituire il Principe Giovanni e dare la propria benedizione a Robin Hood e Lady Marian.
Entriamo nella cattedrale. L’interno, a parte un quadro di Tiziano, non c’è di niente di speciale, anche se, complice il caldo, non andiamo a visitare la sala del tesoro dove ci sono dipinti e 182 reliquie di santi e martiri, oltre ad un pezzo di legno della croce in cui è stato crocifisso Gesù.
Prendiamo ora la Stradun, la strada principale della città, parzialmente distrutta dai bombardamenti della guerra dei Balcani nel 1991 e ricostruita fedelmente.
Una bella strada dove si può far shopping e mangiare. Qui, a nostro avviso i prezzi sono davvero fuori controllo. Un gelato 15 euro.
Percorriamo tutto lo Stradun Porta Pile. In fondo c’è la fontana di Onofrio che fin dal XV fornisce acqua potabile a tutta la città. L’acqua è incredibile fresca.
Potremmo salire sulle mura per ammirare il panorama alla modica cifra di 35 euro ad adulto e ragazzo e 15 a bambino, ma anche no. Lasciamo questo piacere ai numerosi orientali, cinesi e giapponesi, praticamente gli unici a godersi questa rapina. E pensare che visitare la Pietà di Michelangelo è gratis.
Andiamo un altro po’ a zonzo per la città prima di fermarci al vecchio porto. Da lì partono delle barche per visitare varie isole e Ragusavecchia, oggi Cavtat, a circa 20 chilometri da Dubrovnik. I suoi abitanti, dopo che la città fu distrutta nel VII secolo durante un’invasione, si spostarono fondando Ragusa.
Domani dopo vorremmo spostarci in barca a Ragusavecchia per visitarla e iniziare a pedalare da lì. Acquistiamo quattro biglietti con la rassicurazione che possiamo portare le biciclette.
Intanto, pur essendo sempre caldissimo, le nuvole hanno lasciato posto al sole. Torniamo verso il campeggio per andare nella vicina spiaggia.
Una sosta in un supermercato per mangiare qualcosa. Il banco della gastronomia è fornitissimo, come non approfittarne. Peperoni ripieni di carne e riso (uno dei piatti tradizionali croati) e pesciolini fritti. Compriamo anche la cena.
Una volta al campeggio indossiamo il costume e andiamo a rinfrescarci nella acque limpide della piccola spiaggia di sassi bianchi.
La giornata si chiude con una cena di pesce sul mare: tonno e pomodori sulla spiaggia. Poi a letto.
Domani lasceremo la Croazia per entrare in Montenegro.