Secondo giorno per le strade di Tokyo. Entriamo nel vivo della città, visitandone due dei quartieri simbolo: Akihabara e Ginza.
Sveglia e colazione con calma, visto che tra la notte e la primissima mattina era atteso il passaggio del tifone Cimaron, con piogge e vento forti. Noi non ci siamo accorti di niente. Al nostro risveglio solo strade bagnate e un timido sole che si affaccia tra le nuvole.
Ci prepariamo, prendiamo le bici e ci dirigiamo verso la prima tappa. Il Palazzo Imperiale, anticamente denominato castello di Edo, l’antico nome di Tokyo. Arriviamo nel parco che precede il palazzo. Davanti a noi il fossato. Antiche torri di guardia sono disposte lungo il muro di cinta a intervalli regolari. Un elegante ponte in pietra a due archi conduce a delle porte imponenti che difendono l’ingresso principale. Oltre le mura il palazzo. Purtroppo non possiamo accedervi in quanto un cartello avvisa che il castello è aperto al pubblico il 2 di gennaio e per il compleanno dell’Imperatore.
Pazienza. Non è che a Tokyo manchino le cose da vedere. Ripieghiamo subito verso Akihabara un quartiere famoso per gli innumerevoli negozi di elettronica, di manga, anime, e articolo per adulti. Qui ci sono i famosissimi Maid Cafe, dove si viene serviti da cameriere vestite da governanti, alcune delle quali richiamano i turisti per strada. Parcheggiamo le bici e percorriamo la via principale un po’ frastornati dal numero di persone, dalle luci, e da palazzi tutti colorati w pieni di schermi. Tutto è eccessivo. Visitiamo qualche negozio di elettronica e qualche negozio di fumetti poi ci dirigiamo verso Ginza.
Ginza si trova nel quartiere speciale di Chuo. È il quartiere della moda e del lusso, una sorta di Via Monte Napoleone o Via Condotti giapponese, solo più in grande. Qui si concentrano numerosi grandi magazzini, centri e gallerie commerciali di lusso, negozi giganti di tutte le più grandi case di moda del mondo. Noi, più modestamente, ci limitiamo a comprare un gelato da Baskin-Robbins, un negozio della omonima catena statunitense di gelaterie. Io e Micky non sapervamo nemmeno che esistesse, ma Dudu, non appena l’ha vista è andato in estasi. Se devo essere sincero, e io di gelato me ne intendo, essendo un consumatore da competizione, non mi è sembrato niente di che. Anzi, direi che è caro e dolce da far cadere i denti. Siamo lontanissimi dal gelato italiano.
Dopo il gelato una pedalata per il quartiere ammirando i vari negozi.
Inizia ad essere tardi e il Miche mostra evidenti segni di stanchezza. Decidiamo di andare in hotel e mangiare in camera, dopo una spesa fatta al mini market subito sotto. Domani un’altra giornata a spasso per Tokyo.
Comments
1 commentoDiego
Dic 10, 2018Grande Ale!!