Ci troviamo in un campeggio a Þingvellir, all’interno di un parco nazionale. Siamo arrivati con un giorno di ritardo, più riposati e con più tempo per goderci il luogo. Niccolò di sente decisamente meglio; gli è bastata un’aspirina è una bella dormita ed è tornato come nuovo.
Ci svegliamo la mattina nel nostro rifugio remoto e isolato. Abbiamo dormito benissimo. Fuori è già giorno, non piove, c’è poco vento e non sembra neanche tanto freddo. Prepariamo il caffè con la moka e montiamo il latte con il monta latte manuale per gustarci un ottimo cappuccino in solitudine immersi nella natura. I soli rumori sono il vento e il vociare dei bimbi che si gustano la propria cioccolata calda.
Ci prepariamo mentre Niccolò si diverte a fare le riprese con il drone, lasciamo due righe di ringraziamento nel quaderno custodito nel rifugio, e partiamo. La strada è ancora deserta.
Dopo pochi chilometri lo sterrato lascia il posto all’asfalto. Il panorama cambia ancora. Entriamo in una valle. Le distese di roccia che ci circondavano ora sono manti erbosi. Dalle montagne si vedono scendere numerose, altissime cascate.
Qualche curva e ci troviamo di fronte ad un lago glaciale; un posto ideale per fare una sosta. L’acqua è cristallina, tanto che, se non fosse gelata, sarebbe il luogo e il momento perfetto per un bagno.
Dopo giorni di pioggia e vento ci godiamo il momento tra gioco, relax e foto.
Ripartiamo. Siamo ora nel Þingvellir National Park, forse, il parco naturale più famoso d’Islanda. Si trova all’interno del circolo d’oro, un’area decisamente turistica, con un nome perfetto scelto per il marketing.
Scivoliamo in discesa su una strada bellissima da percorrere. Da un lato il lago Thingvallavatn, il più grande dell’Islanda, dall’altro un alto crostone di roccia. Una serie di curve a serpentina ci conducono fino al campeggio.
Sono appena le 15. Abbiamo tutto il tempo di scaricare le bici e montare la tenda, mentre laviamo ed asciughiamo i vestiti umidi e sporchi in una costosissima lavatrice a gettoni. Tre gettoni per circa 20 euro, ma ne vale decisamente la pena.
Una doccia e siamo pronti per visitare il parco, luogo di notevole rilevanza dal punto di vista culturale, storico e geologico. Qui troviamo l’essenza dell’Islanda.
Istituito nel 1928 con una apposita legge che recita “sacrario nazionale protetto per tutti gli Islandesi, perpetua proprietà della nazione Islandese sotto il controllo diretto del parlamento, mai vendibile o ipotecabile“, nel 2004 è stato nominato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Occorrerebbero giorni di escursioni per visitare questo enorme parco; noi ci concentriamo su pochi luoghi simbolo.
Essendo precisamente sulla fossa tettonica islandese, ovvero nel punto in cui la zolla americana e quella europea si allontanano l’una dall’altra andiamo a vedere la faglia di Almannagja. Seguiamo un percorso su tavole di legno, guidati dalle enormi pareti naturali che sembrano indicarci il percorso da seguire. Le due pareti di roccia, che si allontanano di circa un centimetro e mezzo l’anno, sono la placca europea e la placca americana.
Il sentiero ci conduce a Öxarárfoss, una bellissima cascata; migliaia di metri cubi di acqua cristallina si infrangono sulle rocce nere per un notevole effetto scenico. Una fila di turisti scaricati da un viavai di pullman scattano foto e selfie ricordo.
Guardando in direzione opposta alla cascata, vediamo sventolare una bandiera islandese issata sulla cima di un cumulo di rocce. La raggiungiamo conducendo le bici a mano. Ci troviamo dinnanzi a Lögberg, “la roccia della legge”. Qui i primi coloni, divisi in clan, istituirono, nel 930, l’Alþingi, il primo parlamento del mondo occidentale. In questo luogo annualmente si svolgeva una riunione nella quale venivano emanate leggi riguardanti il commercio e la vita sociale degli islandesi.
È bello immaginare una riunione in uno scenario del genere, con una persona che parla nel punto in cui è issata la bandiera e tutti gli altri seduti ad ascoltare, avvolti nelle loro pelli.
Riprendiamo le bici. Una brevissima pedalata all’interno del parco per vedere Thingvallakirkja, la prima chiesa d’Islanda, ovvero il luogo in cui sorgeva nell’anno mille la prima chiesa. Quella che vorremmo visitare, ma che non possiamo in quanto chiusa, risale al 1859, perché, ovviamente, l’originale non è sopravvissuta al trascorrere degli anni.
Ora giriamo tra dei curatissimi vialetti. Ci fermiamo nel mezzo di un ponticello in legno. Un fiumiciattolo stretto, ma profondo, dalle acque limpidissime ha un numero cospicuo di monete sul fondo. È la pozza dei desideri. Prima di tornare al campeggio facciamo la nostra parte, gettando una moneta nella pozza ed esprimendo un desiderio.
Ora è davvero il momento di tornare a preparare cena. Pastina in brodo, fagioli in scatola e uova sode. Possiamo dormire. Domani proseguiremo il nostro viaggio all’interno del circolo d’oro.