Siamo chiusi in tenda in un campeggio nella parte centro occidentale dell’Islanda. Come al solito piove. Finora il clima di quest’isola non è stato affatto clemente. Ci svegliamo con la pioggia, adiamo a letto con la pioggia e durante il giorno abbiamo pochi momenti di tregua.
Ci svegliamo ad Akranes, anzi, siamo praticamente stati sempre svegli. La pioggia battente in un terreno che non riusciva più ad assorbire l’acqua ha allagato la tenda.
Alle sei e mezza siamo fuori. Facciamo colazione e non appena la pioggia cala di intensità smontiamo la tenda. Fortunatamente i bagni e la lavanderia del campeggio sono caldissimi. In questo modo possiamo scaldarci.
Verso le 9:30 piove ancora. Decidiamo di partire comunque e alle 10 siamo in sella. Usciamo da Akranes puntando verso nord. A sinistra abbiamo il mare, a destra delle montagne imponenti dalle quali scendono numerose cascate decisamente scenografiche.
Nei prati si alternano pascoli, di pecore, di mucche e di cavalli. Quest’ultimi sono numerosissimi. Bellissimi cavalli islandesi: robusti, piuttosto piccoli, con una criniera lunghissima e molto folta, tanto che ricordano il cavallo di Barbie. Ci guardano curiosi dal bordo del recinto con un meraviglioso ciuffo biondo da una parte, tanto che sembrano appena usciti da un parrucchiere alla moda.
Un cartello stradale a dir poco complicato ci informa che mancano ormai pochi chilometri a Borganes, il villaggio nel qual è ci fermeremo a fare provviste. Poi per tre quattro giorni non troveremo alcun supermercato o negozio di alimentari. Svoltiamo a sinistra lasciando la strada 50 per attraversare il lungo ponte sul fiordo Borgarfjörður che ci conduce a Borgarnes. Sotto di noi le correnti sono fortissime.
Ci fermiamo al supermercato poco dopo il cartello di benvenuto a Borganes. Varrebbe la pena visitare il piccolo villaggio con le sue case con il tetto in torba, ma siamo bagnati ed infreddoliti. Sicuramente non riusciremo a goderci il tour.
Per prima cosa pensiamo a mangiare qualcosa. Fortunatamente il supermercato dispone di un’area coperta dove sono riposti i carrelli. Un posto ottimale per fermarci con le bici, mangiare e riprenderci un po’, dato che siamo infreddoliti.
Mentre mangiamo arriva un altro cicloviaggiatore.
Una bicicletta vecchissima e rugginosa, con borse laterali strappate e una piccola tenda tutta bagnata sul portapacchi posteriore.
Ci siamo noi che stiamo attenti alla bicicletta, ai materiali, ai grammi, poi ci sono gli eroi, i cicloviaggiatori veri, che girano il mondo con un cancello rugginoso.
Il proprietario è un bell’uomo sulla settantina, alto, con due occhietti azzurri pieni di vita è un volto segnato dalle rughe come un cowboy dei film western. Ricorda uno degli attori di un telefilm western di quando ero piccolo: “La grande vallata”. Ci dice in un inglese con un accento incomprensibile che viene da Melbourne, Australia. È un navigato cicloviaggiatore che ha visitato sessanta paesi con la sua compagna di viaggio rugginosa. In questo viaggio è partito dall’Estonia in Luglio per girare l’Europa centro settentrionale.
Un bel personaggio. Prima di salutarci ci facciamo la foto di rito. Ci dice che per la foto ha bisogno di mettersi il cappello, al che mi viene in mente quello che Sergio Leone diceva a proposito di Clint Eastwood: “Ha due sole espressioni. Una con il cappello e l’altra senza cappello”.
Riprendiamo la strada. Finalmente ha smesso di piovere, anche se tira un forte vento. Siamo in Islanda, non si può avere tutto!
Il percorso è collinare; lunghe salite si alternano a lunghe discese. Ai lati ancora pascoli di cavalli curiosi.
Superiamo un fiume con una cascata e finalmente arriviamo al campeggio. Una carovana ci camperisti pisani e confusionari ci accoglie.
Siamo tutti bagnati, pertanto chiediamo la disponibilità di un bungalow, che ovviamente ci viene negata; sono al completo. Inoltre dormendo in tenda non possiamo usufruire della cucina del campeggio. Poco male, sarebbe stato comodo, ma abbiamo tutto per essere indipendenti.
Un bagno in una vasca di acqua caldissima ci rinfranca, dopodiché cuciniamo zuppe calde e carne macinata mentre fuori continua a piovere. Ora siamo pronti per un’altra notte tra umidità e pioggia. Domani ci spingeremo ancora più nel centro fino a costeggiare il ghiacciaio “Ok”.