Phang Nga, un luogo unico nel pianeta Terra. Qui la natura si è divertita a giocare con il mare e la terra, creando paesaggi mozzafiato.
Nella baia di Phang Nga, tra boschi di mangrovie, centinaia di scogliere, si innalzano dal mare per centinaia di metri; sono coperte da una fitta vegetazione e sospese tra mare e cielo.
Noi siamo nella nostra camera in un hotel nel centro, dopo una giornata piacevole, pedalata tra colline boschive coperte da piantagioni di albero della gomma e palma da olio.
La sveglia suona puntuale come al solito. Alle sei e trenta siamo in piedi. Ci prepariamo e carichiamo i nostri destrieri metallici.
Attraversiamo il centro del vicino paese, dove ci fermiamo per fare colazione, prima di immetterci sul solito, immenso, stradone che dopo poco abbandoneremo per sempre a favore di strade secondarie.
Ora possiamo pedalare più tranquilli; il traffico è quasi assente e non circolano mezzi pesanti. Si susseguono una serie di piccoli villaggi tutti uguali, composti da un paio di negozi e qualche casa. Le carpette brucano l’erba sul ciglio della strada, qualche gallina libera attraversa e i cani ci accolgono abbaiando. Qui il tempo scorre più lento; le persone si prendono i propri tempi, e non sembra che conoscano la parola fretta. È giusto così. Hanno capito più di noi. Tutti ci salutano e hanno un sorriso da ragalarci. Noi ci adattiamo, godendoci una sosta in un negozietto familiare a base di biscotti e cocomero ed io solito terribile caffè. Via laviamoci le mani come loro è ce ne andiamo.
Il paesaggio si fa collinare, i villaggi diventano boschi, i saluti delle persone diventano il canto degli uccelli. La strada è decisamente bella da percorrere; l’impressione è quella di pedalare lungo le nostre colline con un tocco esotico. Alberi di gomma e palme da olio ai nostri lati. Ogni tanto incontriamo un pick-up carico di questi strani mazzi di datteri, la cui spremitura produrrà olio di palma.
Siamo alle porte di Phang Nga. Il paesaggio cambia ancora. Dalla verde pianura si innalzano immense rocce calcaree che salgono a picco per centinaia di metri, la cima è coperta di fitti boschi. Le pareti salgono dritte, tanto che è impossibile arrivare sulla cima senza fare arrampicate.
La città deve la fama proprio a quante formazioni, alla sua baia e alla spia più famosa del mondo, James Bond, che l’ha scelta per la location finale di 007 – L’uomo dalla pistola d’oro. Da quel momento l’isolotto di Tapu, probabilmente per ragioni di promozione turistica, ha preso il nome di James Bond Island.
Nella piazza principale della città una scultura dell’isolotto dalla forma di un chiodo, del quale il diametro alla base è circa la metà del diametro alla sommità, da il benvenuto ai turisti.
Anche a Phang Nga, come in gran parte della Thailandia del sud abbiamo notato che molte donne hanno la faccia coperta o parzialmente coperta da una spessa crema bianco/giallognola. Informandoci abbiamo scoperto che è un cosmetico tipicamente birmano comunemente chiamato thanaka. Viene applicato sul viso per proteggere la pelle dal sole ed è ricavato pestando la corteccia di un albero originario del sud est asiatico: la Limonia acidissima. In thailandese la pianta si chiama makhwit.
Arriviamo in hotel, una struttura piuttosto moderna, rispetto a quelle in cui abbiamo dormito fino ad ora. Lasciamo le bici e andiamo a pranzo in un locale vicino. Come antipasto offerto dalla casa ci viene servita una ciotola di brodo con delle cipolline e dei peperoncini verdi da intingerci e mangiare. Una delizia.
Ora possiamo tornare in hotel. C’è da lavorare un po’ e i bimbi devono fare i compiti prima di concederci una doccia ed uscire per cena.
Si è fatta ora di cena e usciamo per trovare qualcosa. Una fiera con tutti i banchetti pieni di cibo è troppo invitante per resistere. Cerchiamo di assaggiare più cose possibile: pollo, frittelle di cavolfiore, involtini di verdure, frittelle di gamberi, würstel fritti. Insomma, cibi fantastici e dove trovarli.
Possiamo tornare in hotel. Domattina dobbiamo cercare di prendere una barca che porterà sull’isola di Kho Yao Noi.
Comments
1 commentoGiovannella
Gen 10, 2019E che lavandino ……diciamo così….minimal…..