Chi se lo sarebbe immaginato che avremmo finito la giornata sotto un ponte? Siamo dentro la nostra tenda al riparo di un ponte a poco più di venti chilometri da Kaikoura, al termine di una giornata dal sapore agrodolce. Ad ogni passaggio di camion sembra che ci sia il terremoto, ma almeno siamo all’asciutto, dato che sta piovendo.
Ci svegliamo nella nostra stanza con bagno e cucina, soluzione che offrono qui i motel, facciamo una abbondante colazione e ci rilassiamo in attesa di uscire per vedere le balene. L’appuntamento è alle 9:30 presso gli uffici della compagnia che organizza le escursioni.
La giornata è decisamente fredda. Ci sono sette gradi e vento forte.
Prima di uscire ci vestiamo con tutto quel che abbiamo a disposizione. Siamo venuti in Nuova Zelanda a pedalare in estate e finora pioggia e freddo. Pazienza.
Pedaliamo controvento fino al ritrovo. Accalcata davanti alle casse una folla di persone; altrettante persone sono rapite dai monitor che indicano come Cancelled tutte le escursioni di “whale watching”, a causa del forte vento, almeno fino alle due del pomeriggio, le successive sono Pending. Tutti stanno cercando di capire il da farsi. Un pazientissimo operatore ci tenta di presentarci le opzioni disponibili, in un inglese poco comprensibile: le parole sono quasi storpiate e parlano velocissimo. Cerchiamo di prestare la massima attenzione a quello che ci viene detto, un po’ capendo e un po’ interpretando. Alla fine le opzioni sono due: provare ad attendere la barca delle 16:30 nel caso che il vento cali o prendere alle 13 un aereo per un giro turistico sulla penisola di Kaikoura.
Non sappiamo davvero cosa fare. Abbiamo deciso di passare da Kaikoura proprio per andare a vedere le balene. Il giro turistico in aereo non ci convince, ma l’escursione delle 16:30 ci costringerebbe a ripianificare le tappe successive.
Dopo aver pensato e messo ai voti il da farsi decidiamo di salire sulla barca delle 16:30.
Sono le 10, fuori è freddissimo e dobbiamo aspettare per sei ore.
Andiamo a fare un giro nel vicino centro; pochi negozi concentrati in 300 metri di strada.
Il centro è pressoché deserto a parte alcune comitive che hanno subito la nostra stessa sorte. Ci infiliamo in un locale che serve fish & chips. I bimbi prendono il più classico dei cibi londinesi, ormai piatto tipico anche a queste latitudini. Micky ed io un flat white, un cappuccino molto lungo, con poca schiuma, inventato per caso nel tentativo di fare un vero cappuccino e ora molto amato in Australia e Nuova Zelanda; la sua paternità è combattuta tra tra Sydney e Wellington. Passiamo un paio d’ore nel locale; i bimbi fanno i compiti, Micky lavora ed io scrivo un post.
Il locale inizia a riempirsi; lasciamo il tavolo a chi è in piedi e torniamo a prendere le biciclette. Una email intanto ci avvisa che il vento non è calato e pertanto sono state cancellate tutte le escursioni del giorno.
Siamo davvero dispiaciuti, soprattutto i bimbi che aspettavano di vedere le balene. Purtroppo non ci resta altra soluzione che tornare agli uffici e chiedere il rimborso.
Arrivati agli uffici non ci fanno particolari problemi per il rimborso. Firmo un foglio e i soldi mi vengono riaccreditati.
Dietro a noi intanto sento parlare italiano. Madre e figlia hanno avuto il nostro stesso problema e la nostra stessa delusione. Sono in Nuova Zelanda a trovare il figlio della signora che sta studiando a Auckland. Micky è fuori che parla con un ragazzo neozelandese. Anche lui viaggia in bicicletta con la famiglia ed ha da poco terminato il percorso Marocco-Scozia: WOW. Ci invita a casa sua a Greymount. Ringraziamo ma non abbiamo possibilità di fermarci, in quanto da Greymount prenderemo un pullman per Fox Glacier. Prima di salutarci ci rassicura sulle condizioni meteo, dicendoci che quello di questi giorni è un freddo anomalo e fuori stagione. Durerà al massimo un altro paio di giorni.
Intanto ci mettiamo in viaggio. È piuttosto freddo e pedalare almeno ci riscalda. Pedaliamo verso sud; da una parte salgono ripide le colline, e in lontananza le montagne con la neve, dall’altra una meravigliosa scogliera che presto scopriremo essere molto vivace.
I lavori stradali rallentano la circolazione, e per noi è un bene, visto che la strada è stretta e i camion non si curano affatto di noi, sfrecciandoci accanto. Molti camionisti da ora in avanti verranno definiti barbieri.
Sulla nostra sinistra le scogliere e le spiagge di ciottoli sono popolate da rumorose colonie di foche. Ci fermiamo a guardarle dalla strada. I piccoli di foca giocano, i giovani corrono instancabilmente tra il mare e la colonia, mentre gli adulti oziano sugli scogli al sole. L’odore delle foche è particolare. Non può essere definito un cattivo odore, anche se non cambierei la mia fragranza di Jean-Paul Gaultier con il loro.
Lungo la strada decidiamo di fermarci in uno spiazzo per una merenda. Accanto a noi, tra gli scogli due foche si riposano. Una occasione troppo ghiotta per non andare a vederle da vicino.
Ci avviciniamo piano piano per non disturbarle né spaventarle. A dire la verità una volta che siamo di fronte a loro capiamo che questo pericolo non esiste, in quanto sono curiose esattamente come noi. Ci guardano e sembra che si mettono in posa per le foto. Dudu è il più agitato, tanto che al minimo movimento di una foca, stabilisce un nuovo record sui centro metri piani in direzione delle bici.
In questa zona la fauna marina è particolarmente ricca per una serie di fattori. È il punto dove le correnti fredde provenienti dall’oceano Antartico incontrano le correnti calde provenienti dall’oceano Pacifico, dalle montagne scendono numerosi corsi d’acqua che portano in mare sostanze nutritive e, soprattutto c’è un canyon sottomarino profondo fino a 1200 metri e dalla forma a U luogo unico e ideale per balene, delfini, foche, e altre numerose specie marine.
Ci rimettiamo in sella accompagnati per diversi chilometri dall’odore di mare e da una vista mozzafiato tra mare e montagne, quando arriva l’ora di trovare un posto dove dormire. Non è facile trovare un posto riparato dal vento e dalla vista delle persone. Avanziamo per diversi chilometri senza trovare il luogo adatto per piantare la tenda, ma è piuttosto tardi e dobbiamo fermarci.
Un ponte su di un piccolo corso d’acqua sembra fare al caso nostro, anche perché sta iniziando a piovere. La zona è piuttosto pulita e, anche se siamo vicini al fiumiciattolo, non sembrano esserci pericoli; inoltre abbiamo l’acqua per lavarci.
Piantiamo la tenda e ci sistemiamo. Mentre io scarico le biciclette Micky inizia a preparare la cena. Minestrina calda e fagioli con il tonno vanno benissimo. Ceniamo e ci sistemiamo nei sacchi a pelo perché sembra che ci attenda una notte piuttosto fredda.