Siamo in un piccolo villaggio nel distretto di Thai Mueang, nella provincia di Phang Nga.
Davanti a noi la spiaggia delle tartarughe; un luogo poco frequentato dai turisti dove le tartarughe vengono a deporre le uova.
Siamo nel nostro bungalow dopo aver pedalato sotto un sole cocente nella giornata più calda che abbiamo incontrato fino ad ora, con temperature intorno ai trentacinque gradi.
La sveglia a Khao Lak è presto come al solito. Dobbiamo percorrere circa cinquanta chilometri e vogliamo fermarci un paio d’ore in spiaggia.
Carichiamo le bici; ripetere questa operazione ogni mattina è diventato un rito rilassante e rassicurante. Ci mettiamo in sella per percorrere gli otto chilometri, prevalentemente in salita, che ci separano dal nostro momento di relax al mare.
Iniziare la giornata con una salita, per giunta lunga e impegnativa, non è mai facile, ma il pensiero che alla fine avremo in premio una delle spiagge più belle della regione è un ottimo incentivo.
Attraversiamo un paesino, che sembra nato solo per soddisfare le esigenze dei turisti, e a seguire, una serie di lussuosi resort con affaccio sul mare. La spiaggia, di colore dorato, è delimitata da enormi rocce coperte da fitti boschi. Il mare azzurro, e sfuma fino a diventare verde, avvicinandosi alle rocce per il riflesso della vegetazione. È un po’ agitato, con forti correnti di risacca, che, con un po’ di attenzione ci invitano a farci trasportare su e giù sulla battigia.
Parcheggiamo le nostre biciclette vicino ad un albero, indossiamo il costume e andiamo a goderci due ore di mare, che, complice il divertimento e la spensieratezza, trascorrono in fretta.
A malincuore dobbiamo rimetterci in sella; mancano ancora circa quaranta chilometri al luogo dove trascorreremo la notte.
Un susseguirsi di saliscendi con vento contrario rallentano l’andatura. Inoltre il caldo soffocante manda un po’ in crisi il Miche, che sembra soffrirlo più di tutti. Ci fermiamo più volte per fargli bere qualcosa di fresco e farlo riposare un po’.
Con tanta fatica arriviamo al villaggio dove dormiremo.
La guest house si trova in fondo ad una strada sterrata. Esternamente non si presenta bene, ma siamo piuttosto adattabili e non abbiamo pregiudizi. Entriamo e sembra non esserci nessuno. Una ragazza ci accoglie controvoglia e sembra non sappia che abbiamo una prenotazione. Dopo averle spiegato ci conduce ad una stanza con un solo letto matrimoniale. La stanza, senza finestra, è invasa da fastidiose formiche rosse che mi salgono subito sulle gambe. Il letto ha una coperta di lana marrone visibilmente sporca e il muro non è da meno.
Il piccolo bagno, sporco anch’esso; ha solo un wc e un barile dal quale dovremmo attingere l’acqua per lavarci. Decidiamo che non sussistono le condizioni minime di igiene che dobbiamo garantire a noi e ai bimbi, quindi, senza dire una parola ce ne andiamo.
Troviamo un resort che affitta bungalow a circa quattro chilometri da noi. Due bungalow da due persone per poco più di 25 euro ci sembrano una ottima soluzione. Facciamo il check-in ed usciamo per mangiare qualcosa. Sono passate le tre e non abbiamo ancora pranzato.
Di fronte a noi una spiaggia. Bella, selvaggia, solitaria. In lontananza le barche di pescatori pronte a partire, mentre dei cartelli informano che è zona in cui le tartarughe vengono a deporre le uova. Sulla strada degli ambulanti arrostiscono spiedini di pollo glassati su piccoli braceri. Una soluzione gradita per pranzo. Ne consumiamo un paio a testa seduti sulla battigia, prima di fare un giro nel centro del vicino paese.
Il Miche e Dudu sono particolarmente stanchi. Il mare, il caldo e i chilometri, a fine giornata, si sono fatti sentire.
Alle sette ceniamo in un piccolo locale. Una cena a base di zuppa di latte di cocco, riso fritto con pollo e granchio con uovo. Buonissima. Chiediamo il conto, mentre, alla cassa, siamo attirati da un vaso di vetro pieno di insetti. Un portafortuna.
Una signora seduta con il marito al tavolo accanto ci saluta in uno stentato italiano. Lei è di Singapore, il marito inglese. Sono due cicloturisti sulla settantina, che hanno viaggiato per tutto il pianeta e ora, dalla Thailandia, stanno scendendo a Singapore attraverso la Malesia. Ci fermiamo a parlare con loro, affascinati dalle loro esperienze. Lui ha una casa a Martina Franca, dove produce olio extravergine d’oliva che esporta a Londra. Ha una casa a Phuket ed è un collezionista di biciclette, tanto da partecipare ogni anno all’Eroica, una manifestazione che si svolge in provincia di Siena, rievocando il ciclismo di un tempo, con percorsi che si svolgono in buona parte su strade bianche con biciclette e abbigliamento d’epoca.
È bello vedere che in giro ci sono un sacco di persone da cui prendere ispirazione.
Non smetteremmo mai di parlare con loro, ma i bimbi sono stanchi e dobbiamo andare a letto. Domani ci aspettano altri cinquanta chilometri per arrivare a Phang-nga, la cui baia è un paradiso terrestre con panorami unici nel pianeta.
Comments
1 commentoGiovannella
Gen 9, 2019Ma come sono belli i miei bimbi!E che fisicacci…….