Siamo in uno chalet a Peurasuvanto, una località lungo la strada E75. Nei dintorni non ci sono case, non ci sono negozi, poche persone di passaggio. C’è un piccolo bar con qualche chalet in legno affacciato sul fiume Almansuvanto. Noi abbiamo a disposizione lo chalet numero 10.
La giornata inizia presto. Prima di metterci in viaggio è necessario passare dal supermercato per fare scorta di provviste per i prossimi tre giorni. Oltre a qualche sparuto Café lungo la strada non troveremo niente.
Ci prepariamo, sistemiamo le bici e lasciamo, senza troppi rimpianti, la micro cabin che ci ha ospitato.
Arrivati al supermercato io rimango a guardare le bici, mentre Dudu, il Miche e Micky entrano a fare la spesa. Non passano neanche tre minuti che mi si avvicina un signore.
Mi saluta e io contraccambio cortesemente. Sono le nove e mezzo e questo buffo signore, un po’ barcollante, ha già l’alito che sa di distilleria clandestina. Complice la colazione un po’ sui generis il signore inizia a raccontami la storia della sua vita e di quella della sua famiglia 😭. È di etnia Sami, i capelli neri come la pece, gli occhi piccoli come due fessure. Nei pochi paesi che incontriamo oltre ai classici finlandesi, biondi con gli occhi azzurri e la pelle chiarissima, si iniziano a vedere anche Sami.
I Sami sono l’unico popolo indigeno ufficialmente riconosciuto nell’Unione europea e la loro cultura è la più antica del Nord. La popolazione Sami conta circa 80.000 individui distribuiti in questa area tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia, e abita questa regione da oltre 5000 anni.
Sono molto orgogliosi della loro cultura. Sin dall’antichità sono sempre stati suddivisi in tre gruppi. I Sami delle Montagne, anche chiamati i Sami delle Renne, erano i pastori di renne. I Sami delle Foreste vivevano nelle foreste tra Svezia e Finlandia pescando nei laghi e nei fiumi e cacciando gli animali selvaggi. I Sami del Mare vivevano lungo la costa della Norvegia settentrionale e del Mare Artico e vivevano di caccia durante la stagione invernale e di pesca nell’oceano durante la stagione estiva.
Dopo quasi un’ora Dudu, il Miche e Micky escono con i carrello pieno e mi vengono a salvare. Mentre distribuiamo il peso nelle borse il nostro amico Sami fa da coordinatore.
Ci mettiamo in strada. Le prime ore della mattina sono pedalate in silenzio a contemplare la natura che ci circonda e a scrutare tra gli alberi nella speranza di vedere qualche animale. La strada corre diritta davanti a noi, a volte completamente pianeggiante, a volte in un susseguirsi di saliscendi tanto che con lo sguardo riusciamo ad arrivare lontanissimo.
Ci fermiamo di tanto in tanto a lato della strada per uno spuntino, fino a quando troviamo un locale affacciato sul fiume che ci sembra una buona soluzione per il pranzo.
La struttura del locale è particolare. L’esterno è disegnato come un giardino d’inverno che si affaccia sul lago. Tavolini, divanetti, pelli e corna di renna completano l’arredamento.
Una tartina fatta con pane di segale, burro, salmone affumicato e uovo per Dudu e Micky, con la renna affumicata al posto del salmone per il Miche e per me.
Ripartiamo fino a raggiungere Peurasuvanto. Dei dieci chalet presenti nell’area ne sono occupati meno della metà.
È ormai tradizione che Dudu faccia da cerimoniere. Prende possesso delle chiavi, entra in casa, verifica scrupolosamente che tutto sia in ordine, dopodiché ci fa entrare.
Lo chalet è bellissimo, tutto in legno. Ha due porte: una conduce all’appartamento vero e proprio, mentre l’altra conduce alla sauna.
Prima della sauna, dato che è ancora presto, andiamo a raccogliere mirtilli nel bosco. In mezz’ora ne riempiamo un intero barattolo. Come frutta sono ottimi.
Rientriamo per rilassarci nella sauna. Prima dobbiamo accenderla. È un bellissima sauna che si riscalda per mezzo di una vecchia stufa a legna. È la prima volta che ne vediamo una. Accendiamo il fuoco e lo alimentiamo con la legna di betulla. Nel giro di quaranta minuti la temperatura è di oltre ottanta gradi. Ora ci possiamo godere la nostra coccola giornaliera prima di cenare.
Prima di andare a letto diamo un’occhiata all’applicazione che ci indica la probabilità di vedere l’aurora boreale, ma anche per stanotte le possibilità sono pressoché nulle.
Non ci resta che andare a letto e riposarci bene in vista della nostra “gold rush”. Domani vestiremo i panni dei cercatori d’oro in una vecchia miniera nel parco nazionale di Urho Kekkonen.