Siamo quasi a metà del Central Otago Rail Trail e abbiamo già visto scorci incredibili e conosciuto belle persone. Ora non ci resta che rimetterci in viaggio con la certezza che sarà bellissimo.
Ci svegliamo la mattina di buon ora nel giardino di Dick e Philippa. Abbiamo avuto accesso ad una presa di corrente, così che tutti i nostri dispositivi sono carichi e possiamo utilizzare il nostro micro bollitore portatile per scaldare l’acqua. Abbiamo del latte in polvere e del caffè solubile, oltre al miele e alle marmellate con il pane in cassetta, barrette, cereali, un po’ di frutta e un po’ di cioccolato; tutto l’occorrente per una prima colazione sostanziosa e da principi. Mangiamo sul prato e iniziamo a caricare le bici nell’attesa che i coniugi Coulter ai affaccino in giardino, in modo da poterli salutare come meritano.
Intorno alle nove escono. Apparecchiano il tavolo fuori e ci chiedono se vogliamo del latte, caffè o tè. Ringraziamo, ma abbiamo già fatto una colazione abbondante. Mentre noi finiamo di smontare la tenda e caricare le bici, Philippa e Dick si godono la loro colazione, poi Philippa legge le notizie e Dick va a trafficare con i motori delle sue macchine. Ci piacciono. Arriva il momento di salutarci. Baci abbracci, scambio email e selfie.
Riprendiamo il nostro Rail Trail tra rocce, ponti e gallerie. Ci aspettano ancora circa trenta chilometri di salita dolce prima di iniziare a scendere. La giornata è soleggiata e caldissima. Ci spalmiamo la crema protezione 50, ma sentiamo comunque la pelle bruciare. Incontriamo una famiglia locale che sta percorrendo il nostro percorso in senso inverso. Hanno i bambini un po’ più piccoli dei nostri e ci chiedono consigli sull’organizzazione e sulle mete. Ci invitano a cena, ma luoghi e orari non sono compatibili, allora ci salutiamo e proseguiamo in direzioni opposte.
Stiamo quasi per scollinare quando, lungo la strada troviamo un fontanina; sull’Otago è un evento più unico che raro. Li un signore ci sente parlare italiano e si avvicina. È un americano con moglie nata a Tripoli, ma italiana. Vivono nello stato di New York e sono appassionati cicloviaggiatori. Vorrebbero fare il Cammino di Santiago, così come noi la prossima estate abbiamo una mezza idea di fare il nord degli Stati Uniti e Canada. Ci scambiamo informazioni reciproche, visto che noi abbiamo già percorso il Cammino di Santiago e loro hanno girato in lungo e in largo il loro stato. Abbiamo sicuramente raccolto degli spunti interessanti 😀.
Un cartello ci avvisa che siamo nel punto più alto del Central Otago Rail Trail, 618 m s.l.m. Da ora in poi, in entrambe le direzioni, sarà soltanto discesa. La discesa ci da l’entusiasmo di percorrere tutto d’un fiato i restanti trenta chilometri, con la dovuta cautela visto che la strada è sterrata e siamo carichi come muli.
Arriviamo alla stazione di Waipura. Li un hotel con annesso pub, che per quella sera ha l’offerta sulla birra. Per ogni pinta bevuta la successiva è in omaggio. È stracolmo di omaccioni barbuti con i boccali di birra in mano. Mi fermerei volentieri con loro, anche se non sono troppo barbuto e in confronto a loro non sono nemmeno troppo omaccione, ma dobbiamo trovare da dormire.
Sappiamo che qui vicino c’è un Domain, uno spazio aperto dove poter piantare liberamente la tenda. Lo cerchiamo. È un prato immenso dove sono presenti già diverse persone. Qualche turista con il van camperizzato, qualche tenda dove coppie di amici con bambini piccoli fanno baldoria, un pullman adibito a casa con una coppia di figli dei fiori, ormai anziani, nemmeno un cicloturista. Significa che saremo i primi!
Ci posizioniamo tra il pullman e una tenda di giovani arrivati per passare una serata sotto le stelle. Il sole inizia a calare e la temperatura cala rapidamente. Dobbiamo vestirci di più. Cena a base di minestrina con il formaggio e uova, poi Dudu ed io andiamo a lavare i piatti alla fontanina presente nel domain dove facciamo conversazione con una ragazza israeliana in giro per la Nuova Zelanda. Ora tutti a letto.
Ci svegliamo di prima mattina. È freddissimo e c’è la nebbia. Tutti ci salutano e noi ricambiamo. L’aver passato una notte condividendo uno spazio all’aperto, ha creato un clima da buon vicinato. Facciamo colazione, prepariamo le bici e partiamo. Oggi concluderemo il nostro Central Otago Trail Rail.
Dopo pochi chilometri Il Miche e Micky si toccano e entrambi cadono rovinosamente a terra. Il Miche si sbuccia un ginocchio e una mano, ma è Micky ad avere la peggio; le rimane un piede incastrato nei raggi del Miche e si fa male ad una caviglia. Zoppicherà per tutto il giorno.
La strada è in discesa e scorre bene. Esce il sole ed è subito caldissimo. Arriviamo a Middlemarch, un paesino con un hotel due negozi che noleggiano biciclette e un alimentari. Qui si conclude il Central Otago Trail Rail che ha saputo ampiamente ripagare le aspettative. Cotti dal sole e assetati ci rechiamo nell’unico locale aperto del piccolo paese. Maggie shop.
Maggie è una anziana e all’apparenza burbera signo ra che, in un negozietto di pochi metri quadrati vende di tutto. Un continuo viavai di persone, locali e non, assicura a Meggie degli ottimi affari, per essere in un paesino sperduto tra le campagne dell’Otago. Per noi gelati e bibite.
Sono le 16. Domani alle 11:45 dobbiamo prendere un trenino per Dunedin, il capoluogo dell’Otago, da Pukerangi, una minuscola stazione a venti chilometri da Middlemarch.
Da Middlemarch a Pukerangi non c’è niente. Non un negozio, non un campeggio, non un hotel. Noi siamo polverosi e dobbiamo lavarci. Il piano è trovare un fiume dove lavarci per poi andare verso Pukerangi e li piantare la tenda nei pressi della stazione, nella quale arriva soltanto un trenino al giorno, il famoso Taieri-Gorge.
Chiediamo a Maggie, se ci sono problemi a dormire nei pressi della stazione e lei ci sconsiglia assolutamente. Per stasera sono previsti 50 nodi di vento e a Pukerangi, che è più esposto di Middlemarch, il vento sarà ancora più forte.
Desistiamo dall’idea di accamparci vicino alla stazione di Pukerangi e andiamo a sentire nell’unico campeggio del paese. Li ci accoglie Adrian, un ragazzone nato e cresciuto in questo paesino dimenticato da Dio e dagli uomini.
Dato che la sveglia sarà prestissimo per essere alla stazione intorno alle 10:30, prendiamo una cabin. Doccia, bucato, cena a base di Fish & Chips comprati nel vicino hotel e a letto. Buon 2020 a tutti.
Comments
1 commentoPhilippa Coulter
Ago 7, 2020I am going to use the English translator to read all of this tonight Allessandrio!
Alessandro Falleni
Ago 9, 2020Thank you Philippa. Here is very hot. How about the temperature there in the Otago?
Hugs.