Al termine di una giornata intensa, siamo in uno chalet affacciato su un laghetto al lato di in un punto non precisato della E75. Alle nostre spalle la taiga scandinava, in cui svettano alberi di betulle bianche e pini silvestri, decisamente più bassi e radi rispetto a qualche centinaio di chilometri fa. Il sottobosco è composto principalmente da un tappeto di mirtilli e muschi.
Siamo a circa sessantacinque chilometri da Rovaniemi e oltre cinquanta chilometri a nord del circolo polare artico.
Sveglia nell’appartamento di Rovaniemi. Occorre distribuire le provviste di cibo, che servirà nei prossimi due giorni, nelle varie borse. Dato che ormai le capacità di carico individuali sono limitate, portiamo qualcosa ciascuno, cercando di evitare ulteriore peso al Miche, al quale assegnamo delle focaccine.
Usciamo da Rovaniemi, il cui centro è stato progettato dall’architetto Alvar Aalto ed è racchiuso all’interno di linee che disegnano una testa della renna, con lo stadio sportivo come occhio. Prendiamo la pista ciclabile che costeggia la E75.
Passeremo, obbligatoriamente, di nuovo dall’ufficio di Babbo Natale. La salita che abbiamo fatto ieri senza borse oggi risulta sensibilmente più dura.
Decidiamo di fermarci per un caffè e una cioccolata calda al villaggio di Babbo Natale, e magari passare a salutarlo di nuovo.
Usciti dal bar del villaggio incontriamo due ragazzi italiani che stanno partecipando al North cape 4000 un evento bikepacking (bici caricata leggera con l’ausilio di piccole borse poste direttamente sul telaio) che prevede la partenza da Rovereto, in provincia di Trento, per concludersi a Capo Nord. Oltre 4500 chilometri da percorrere in un tempo limite di ventidue giorni. Sicuramente una bella sfida che mi piacerebbe tanto fare. Scambiamo due chiacchiere prima di farci un reciproco in bocca al lupo per i nostri traguardi.
Entriamo per fare un saluto a Babbo Natale. Appena ci ha visto ci ha riconosciuto. Il Miche questa volta è riuscito a vincere l’emozione e a salutarlo timidamente.
Ora possiamo davvero riprendere il viaggio. Dopo pochi chilometri il professor Dudu ci comunica che stiamo oltrepassando il vero circolo polare artico, e non quello posto sul villaggio di Babbo Natale per motivi commerciali. Che pesantezza 🤣.
Intanto sulla carreggiata nelle praterie o nelle foreste a lato della strada si vedono, non una, non due, ma decine di renne, sole o a gruppetti di due o tre esemplari. Grandi, piccole, madri con il cucciolo, con le corna grandi o appena accennate, con il manto marrone, grigio o bianco. Ogni renna che vediamo è un’emozione. Cerchiamo di fare delle foto, Dudu e il Miche proviamo ad avvicinarsi, ma le renne sembrano temere più quattro biciclette piuttosto che delle auto.
Ci fermiamo per pranzo su un ponte di legno che supera un fiumiciattolo lungo una stradina sterrata perpendicolare alla E75. Pane, formaggio, carote e pomodori. Dudu e il Miche si inoltrano nella foresta per raccogliere dei mirtilli come frutta. Ne escono dopo un po’ con due lamponi artici, un frutto di colore giallo, piuttosto raro, dall’aspetto simile al lampone. Torniamo in forze nel bosco e ne raccogliamo un bel po’. Buoni, ma più aspri rispetto al lampone.
Nel frattempo inizio a sentire degli strani rumori provenire dalla mia ruota anteriore. Ho un paio di raggi decisamente lenti. Come dice il mio amico, nonché consulente in materia di bici, Guido Pighi, sempre disponibile a rispondere a tutte le mie domande, tutto il carico che porto fa flettere i cerchi e allentate i raggi. Stasera proverò a registrare i raggi portandoli alla stessa tensione.
Finalmente arriviamo alla fine della tappa. Il tempo che ha retto tutto il giorno minaccia di piovere. Alla reception del campeggio una signora un po’ hippy.
Vestita con abiti larghi e floreali abita in una casa immersa nella natura. Intorno alla propria casa ha qualche chalet e un’area per camper e tende.
Prendiamo possesso del nostro chalet. Caldo e accogliente. Costruito interamente in legno, ha una camera con quattro lettini a castello, una stanza con il caminetto in pietra, un piccolo angolo cottura e un bagno. Per noi è perfetto.
A disposizione degli ospiti le canoe per fare un giro nel laghetto di fronte allo chalet. Una canoa moderna in stile turisti californiani per la coppia Dudu-Micky, che sembrano di più la coppia Fantozzi-Filini, mentre per il Miche e me una canoa tradizionale in stile Pocahontas.
Dopo un’oretta di canoa possiamo dedicarci alla cena. Come da tradizione, ogni vacanza ha la sua serata aglio, olio e peperoncino, per cui spaghettata e camino acceso. Una serata da tre stelle Michelin.