Siamo a Marina, un anonimo paesino sulla costa californiana, utile per spezzare una tappa altrimenti troppo lunga.
Abbiamo pedalato per sessanta chilometri piuttosto movimentati attraversando diversi paesaggi, in una giornata soleggiata e freddina che ancora non ci permette di lasciare il nostro abbigliamento termico.
Ci siamo svegliati di primissima mattina a Santa Cruz nel nostro lodge in stile americano. La cucina si affaccia sulla sala attraverso un bancone ed è presente un forno a microonde con le impostazioni per muffin, pizza congelata, bevande e popcorn. Abbiamo preparato una sostanziosa colazione a base di latte e cereali, muffin uova e banane; ci siamo preparati, abbiamo salutato l’indiano alla reception che ha la stessa padronanza dell’inglese del Miche, e siamo partiti.
La mattina è sempre tutto più bello, forse per la luce, forse perché siamo noi più riposati. Abbiamo attraversato il lungomare di Santa Cruz con le sue spiagge ed i suoi campi da beach volley e siamo usciti dalla città passando per una periferia pulita ed ordinata, fatta di casette, ognuna con la propria recinzione bianca, e di persone indaffarate che si muovevano con buste stracolme e caricavano le auto per un Natale chissà dove.
Ci incuriosisce un cartello con sopra una sagoma di un uomo sospetto. Avvisa che i il vicinato osserva e segnala persone o attività sospette allo sceriffo. Le ronde le hanno inventate loro.
Usciti da Santa Cruz la strada inizia a salire. Sappiamo bene che i primi trenta chilometri saranno collinari. Il paesaggio cambia; si passa dalle spiagge ai boschi di abeti, pini ed eucalipti con decine di scoiattoli che saltano da un ramo all’altro. La fatica si sente nelle gambe, ma, tra la musica che ci incita e ci distrae e la voglia di metterci alle spalle le colline arriviamo all’ora di pranzo con una sola collina da superare.
Pranzo in uno spiazzo a base di riso, verdura e uova sode. Dudu e il Miche non perdono occasione per giocare e correre. Hanno un’energia infinita.
Intanto il paesaggio cambia nuovamente, ora abbiamo davanti campi coltivati a perdita d’occhio, in tutte le direzioni: cavoletti di Bruxelles, e fragole. Ci soffermiamo ad un recinto per salutare delle pecore e degli alpaca, coperti da un “vestitino” per non rovinarne la lana. Dobbiamo aggiungere l’alpaca alla nostra lista di animali che visti durante questo viaggio.
Intanto le colline sono alle spalle e i chilometri scorrono velocemente. Poco prima di Marina ci fermiamo a una azienda agricola per comprare delle fragole consumate direttamente sul posto. Il sapore è diverso da quello di quelle che mangiamo abitualmente in Italia, sono più dolci, piu’ sode.
Arriviamo a Marina, individuiamo il nostro motel, il primo in cui dormiamo. Fortunatamente è vicino a Walmart, il supermercato simbolo d’America; troppo ghiotta l’occasione per non fermarci a curiosare. Lasciamo bici e bagagli al motel e ci gettiamo dentro Walmart insieme ad una moltitudine di persone che compra cibo e regali in preparazione del Natale. C’è di tutto di più. E’ bello vedere i prodotti più strani e le confezioni enormi, come i cereali per la colazione da un chilo e duecento grammi.
Alla fine ne usciamo con una hot wheels per il Miche, una camicia a quadri con il pelo per me in stile surfista, una bella scorta di cibo e una cena americanissima: secchiello di pollo fritto piccantissimo con salse e una mela caramellata e ricoperta di cioccolato per dessert.
Sono le otto di sera e non ci resta che andare a letto. Domani arriveremo a Monterey in una tappa che dovrebbe essere corta e abbastanza semplice. Li c’è il famoso acquario dove vivono i genitori di Dory, l’amica di Nemo.
Il Magnifico, Micky, Dudu e il Miche augurano a tutti un Buon Natale.
Comments
1 commentoMarco
Dic 24, 2017Tanti auguri anche a voi….giramondo in bicicletta….buon Natale da me e aly ….un abbraccio