Primo giorno del 2018. Ci svegliamo nel nostro motel in Sunset Boulevar pronti per affrontare una giornata che inizierà in una affollata Hollywood e finirà in una Los Angeles decisamente lontana dal benessere e dalla notorietà. Colazione e in sella in una strada che non mostra alcun segno dei festeggiamenti della notte precedente.
Prima tappa Hollywood, con la sua walk of fame dove letteralmente camminiamo sulle stelle di Hollywood, ma anche della musica, della televisione o che si sono distinti in qualcosa di particolare. Ci sono migliaia di persone in cerca della stella del proprio personaggio preferito, altre che le fotografano tutte. Sulla stessa strada il Chinese Theatre, il luogo in cui gli attori più famosi hanno impresso le impronte di mani e piedi; sicuramente le impronte di Marilyn Monroe le più fotografate.
Noi a turno sorvegliamo le biciclette e giriamo tra le impronte, mentre un gruppo di persone con cartelli con su scritto “God is Love” ci circonda cantando tutte le canzoni del loro sacro repertorio, sempre più forte. Ci viene da ridere e a dire la verità ride anche qualcuno di loro un pochino defilato, ma come nei migliori film americani ci viene in soccorso Spiderman, che vedendoci accerchiati ha chiesto se poteva fare una foto con il suo amico Capitain America.
Prossime tappe Chinatown e Little Tokio, due angoli di Cina e di Giappone dentro Los Angeles. I quasi quindici chilometri che ci separano da questi luoghi li percorriamo attraverso una Los Angeles che via via diventa più povera. Le villette con pratino perfetto le auto lussuose hanno lasciato il posto a casermoni decadenti e a auto vecchie e malandate; si iniziano a vedere più persone per strada. Per strada, in una piazza, una danza di nativi americani con tamburi ed abiti tradizionali compresi vistosi copricapo di penne ballano dei loro r. Bellissima.
Chinatown è un piccolo quartiere abitato da cinesi con negozi, insegne e cartelli in cinese, niente che non si sia visto nelle nostre grandi città.
Little Tokio è decisamente più particolare. Tutto diventa giapponese, dai ristoranti, ai banchetti di strada che vendono i loro dolci di riso. Tante lanterne di carta di riso ornano le strade e c’è perfino un tempio buddista. C’è un atmosfera particolare che ci fa venire voglia di visitare il Giappone 🙂 .
Si sta facendo buio e manca ancora qualche chilometro da pedalare. Rimane da vedere la Disney Concert Hall, un edificio disegnato dall’architetto Frank Gehry per ospitare concerti e in onore a Walt Disney. E’ molto bello e per i materiali e per i movimenti ricorda molto il Guggenheim di Bilbao, ovviamente dello stesso architetto.
Ora dobbiamo trovare il nostro motel, che dista circa 12 chilometri. Attraversiamo Downtown con i suoi grattacieli simbolo di grandi aziende e grandi banche. Poi la periferia di Los Angeles. La povertà qui è evidente. Su ogni marciapiede ci sono persone accampate, le più fortunate con una tenda da campeggio, le altre con solo una coperta. Strizza il cuore vedere tanta disuguaglianza.
Il nostro motel in una strada di periferia abbastanza tranquilla. Cena e a letto. Domani una tappa di trasferimento di circa quarantacinque chilometri per attraversare Los Angeles fino ad Anaheim, dove si trova Disneyland.