Notte di Natale a Monterey. Chissà se Babbo Natale passerà di qui, di certo questo giro in bici in California sta avverando un nostro sogno e ci sta regalando emozioni difficilmente trasmissibili dalle poche righe che scriviamo quotidianamente.
Ci svegliamo all’alba a Marina per una tappa che è poco più di un riscaldamento. Torta di mirtilli, yogurt e cereali per colazione e in sella; anzi, a dire la verità, dal momento in cui ci siamo svegliati al momento in cui siamo saliti in sella sono trascorse quasi tre ore e questo ha suscitato le proteste di Micky che non trova sensata tutta questa perdita di tempo. Alle le nove e trenta in sella!
Una giornata freddissima e nuvolosa rende più duro del previsto un percorso breve e semplice. Il freddo taglia le guance e fa male alle mani. Noi indossiamo tutto il vestiario che abbiamo a disposizione. Il Miche è preoccupato di non riuscire a trovare un ramo da addobbare, tanto che di li a poco dobbiamo fermarci a prendere un ramo di cipresso americano, che, non sarà proprio un abete ma va benissimo.
Dopo appena quindici chilometri di pista ciclabile arriviamo a Monterey, una piccola città inserita in una baia che un tempo era famosa per l’industria di inscatolamento delle sardine. All’ingresso ci sono delle enormi dune di sabbia che Dudu e il Miche si divertono a scalare.
Prima delle undici e mezzo siamo al motel. Obiettivo è quello di lasciare i bagagli ed andare a visitare la cittadina scarichi. Purtroppo la camera non è disponibile per cui attendiamo un’ ora in una stanzetta e nel frattempo anticipiamo il pranzo.
Una volta ricevuta la chiave della camera e scaricate le biciclette andiamo a visitare il piccolo centro. Il Vicolo Cannery, sul molo ospita negozi di souvenir e ristoranti che servono piatti a base di granchio e pesce e la clam chowder, una zuppa di vongole e bacon servita in una pagnotta di pane svuotata di cui offrono assaggi ai turisti. Ottima.
Proseguendo nella pista ciclabile veniamo richiamati dal classico verso delle foche. Ne vediamo prima due in acqua, e, poco più in la a centinaia su un frangionde di cemento. Ci avviciniamo, un cartello ci avvisa che sono leoni marini, di lasciarli in pace e di non dare loro del cibo; tra noi e loro rimane solo un cancello. L’odore è piuttosto forte. Scattiamo qualche foto e riprendiamo la nostra visita. Il centro è semplicemente un insieme di negozi ed alberghi di lusso; qui di storia ne hanno poca.
Ci concentriamo allora su di un centro commerciale dal quale usciamo con tre paia di scarpe: due per Micky e uno per Dudu. Ora occorre organizzarci per la cena ed il più vicino supermercato è su di una collina vicina, tre chilometri di salita ripida ci fanno arrivare ben riscaldati a fare la spesa. Pollo nel secchiello e verdura la nostra cena di Natale, poi dobbiamo addobbare il ramo del Miche messo nel secchiello del ghiaccio e a letto perche’ arriva Babbo Natale.
Domani ci aspetta l’unico trasferimento in auto che prenderemo domattina. Ci aspetta Santa Barbara e speriamo anche una temperatura più mite.