Un altro giorno nella California dei surfisti e delle spiagge, come lo saranno pure i prossimi. Ormai abbiamo capito che la California selvaggia, dei boschi e delle scogliere, delle colonie di otarie e degli avvoltoi, è lontana e forse non la rivedremo più. Questa parte di California è caratterizzata da lunghe spiagge con brulle colline alle spalle e da una densità di popolazione maggiore, probabilmente dovuta al clima più mite e secco.
Ci svegliamo nel nostro motel a Carpinteria, alle nove siamo per strada. E’ una giornata soleggiata e senza vento. Il sole tiepido ci invoglia per la prima volta nella vacanza a riporre l’abbigliamento termico e a pedalare in maglietta e pantaloncini. Si sta una favola. La strada è pianeggiante e scorre bene.
Dobbiamo coprire circa cinquanta chilometri, ma vogliamo anche passare qualche ora in spiaggia, pertanto durante la mattina il Miche viaggia con Micky e io traino la sua bicicletta. Carichi come somari riusciamo a tenere una buona media. Ogni tanto ci fermiamo incantati a vedere l’oceano o un surfista particolarmente bravo. Ci sono spiagge piene di surfisti e, lungo la strada, a far da supporto, chilometri di gigantesche roulotte e motorhome parcheggiati.
In questa zona gli incendi sono stati particolarmente intensi. Le colline sono annerite nei pochi tratti in cui erano presenti alberi e il fuoco è arrivato vicinissimo alle case, che essendo per lo più di legno ci mettono poco a bruciare.
Entriamo a Ventura. E’ qui che vogliamo fermarci. Cerchiamo una spiaggia nella quale rilassarci almeno un paio d’ore, e, proseguendo lungo la bella pista ciclabile ne troviamo una perfetta. Facile accesso per le bici, surfisti da ammirare, tranquilla. Trascorriamo due ore e mezzo di pieno relax consumando anche il pranzo. Io e Micky possiamo prendere un po’ di sole, Dudu e il Miche giocano; il Miche si concede anche una pedalata nella sabbia compatta.
Chi si immagina il surfista come fisicato e giovane, venendo in California, si ricrederà presto. Ci sono surfisti di tutte le età e anche non esattamente in forma. Signori e signore intorno ai settant’anni arrivano in spiaggia con la loro tavola, si infilano la tuta e si gettano tra le onde. Il mare viene vissuto da tutti, a tutte le ore del giorno. Mi viene da pensare che il Californiano sia un po’ il livornese d’America 😀 .
Ripartiamo. Oxnard è vicino, ma ci sono ancora da pedalare una ventina di chilometri. Le persone continuano a fermarci incuriosite ed ognuno ha parole di incitamento e degli aneddoti da ricordare. Siamo belli carichi, ma abbiamo scovato un accessorio che manca alle nostre bici: il porta tavola da surf. Favoloso.
Prima di arrivare ho il tempo di una foratura. Strano quest’anno non mi era ancora successo. Un vetro mi ha tagliato il copertone e squarciato la camera d’aria antiforatura facendo fuoriuscire tutto lo slimer. Io cambio la ruota e Micky prende caffè da Starbucks.
Oxnard è un paesino della California, praticamente messicano. Tutte le persone sono di origine messicana, i cartelli sono in spagnolo, i ristoranti servono cibo messicano. Lasciamo le biciclette al nostro motel, nel quale abbiamo una stanza con bagno e cucina e andiamo al supermercato, messicano. Solo prodotti messicani. L’atmosfera è molto diversa dai supermercati visti finora e c’è un vociare costante di sottofondo. Abbiamo chiesto informazioni ad una coppia, ma parlavano pochissimo inglese, solo spagnolo. Un aspetto diverso della California.
Torniamo in albergo con la nostra cena per metà conosciuta e per metà messicana, cena e a letto. Domani cinquanta chilometri e saremo a Malibu, località di vip.
Comments
1 commentoGiovannella
Dic 28, 2017Ma non ci posso credere…..vi siete portati anche i gabbiani da Livorno!