Siamo a Zensūji, una città nella prefettura di Kagawa, nota per aver dato i natali a Kūkai, meglio conosciuto come Kobo Daishi. Il nome della città deriva dal tempio di Zentsū-ji, il settantacinquesimo del cammino degli 88 templi.
Per noi sveglia nella nostra casetta nella campagna di Kan’onji. Colazione e carico delle bici.
Il proprietario ci aspetta per salutarci. Ha una gran voglia di parlare con noi. Come professore di matematica sarà sicuramente bravo, ma il suo rapporto col professore di inglese non deve essere ottimo. Prova a dire qualcosa nel suo nippoinglese, ma per noi è incomprensibile. Fortunatamente ha una lavagna e dei gessi a portata di mano, per cui, alla fine, sopperisce alla mancanza di un linguaggio comune con dei disegni.
Ci parla di una famosa moneta di sabbia poco distante da dove ci troviamo; abbiamo un programma fitto, ma il Miche spinge per andarla a vedere. La moneta di sabbia c’è davvero, ma essendo molto grande la si deve vedere dall’alto; c’è da salire, tanto. Il Miche ormai ha detto che la vuole vedere e, con il rampichino, il rapporto più agile del cambio, sale da solo. Cosa non fanno le motivazioni!
Arriviamo in cima alla collina. Da qui si può ammirare la moneta di Zenigata, una scultura di sabbia realizzata nel 1633 dala gente del posto in una notte per accogliere un signore in visita nella zona. In realtà la scultura ha la forma di una ellisse, ma dal nostro punto di osservazione diventa una moneta perfetta. La leggenda vuole che chiunque veda la moneta di Zenigata vivrà una vita lunga, sana e non sara turbato dalle preoccupazioni dei soldi. Grazie Miche che ci hai portato fino qui!
Ora però, abbiamo perso tempo, e siamo in ritardo sulla tabella di marcia. Non ci resta che metterci in sella e pedalare a testa bassa. Nella mattina riusciamo così a visitare tre templi e a recuperare.
Ormai sono le le due e mezza e la fame si fa sentire. Andiamo a prendere bici, ma la mia ha una ruota completamente a terra. Ho una puntina da disegno nel copertone. Prima di andare a mangiare occorre quindi cambiare la camera d’aria. Una bella sudata con questo caldo.
Arriviamo al supermercato spesa e pranzo nel nostro accampamento fatto con le bici. Mentre stiamo consumando il pranzo, davanti a noi, una signora, nell’accendere lo scooter, ne perde il controllo e investe in piano un anziano disabile nella sua macchinina elettrica. Subito corriamo ad alzare la signora e liberare l’anziano dallo scooter. Fortunatamente nessuno si è fatto male e nessuno sembra scosso dall’incidente.
Ci muoviamo per andare a visitare il tempio più importante della giornata, e forse dell’intero nostro, personale, Shikoku Henro. Il settantacinquesimo tempio, Zentsūji, quello in cui il Kobo Daishi è nato e ha studiato.
È un tempio enorme. Il più grande visto fino a ora. È suddiviso in due grandi ale separate da una strada.
Nell’ala est ci sono due grandi edifici; il primo ha al suo interno la Sala d’Oro, alta 3 metri dove all’interno si trova una statua del Buddha Amida. Il secondo è una pagoda a cinque piani, simbolo del tempio; ha più di mille anni.
Nell’ala ovest, dove è nato Kukai, ci sono molti edifici. Nel principale Kukai ricevette il suo primo bagnetto da neonato. La galleria che conduce a questo edificio ha disegni raffiguranti il bagnetto. In questo edificio, nel quale eseguiamo il rituale buddhista e la preghiera, è presente un sotterraneo nel quale non andiamo.
Mentre ammiriamo le meraviglie di questo tempio siamo richiamati da un mantra che proviene da un lato del tempio. Dei monaci stanno recitando le preghiere. Sono bellissimi da vedere. Uno ha in mano un grande ombrello rosso e gli altri sono in piedi accanto a lui concentrati bella preghiera.
Ormai si è fatto tardi, il tempio sta chiudendo. Ci rimane il tempo per comprarci un bellissimo rosario buddhista a braccialetto in legno, con il sutra del cuore inciso e di andarcene. Rimandiamo a domattina la visita ai due templi restanti che erano previsti per oggi.
L’albergo è vicino al tempio; un orrendo edificio a parallelepido rosa e nero. Le camere piccole, ma pulite. Di fronte c’è un ristorante piuttosto carino e le recensioni di Google sono ottime. Vada per la cena al ristorante.
Dobbiamo non po’ aspettare; scriviamo il nome e il numero delle persone in un foglio e non appena si libera un tavolo per noi ci chiameranno. L’attesa è breve. Pollo fritto per il Miche e ramen vegetariani per Micky; io e Dudu facciamo a metà di un piatto di ramen e del riso con carne alla brace e zuppa di tofu. Tutto buonissimo.
Andiamo a letto soddisfatti, prima di affrontare l’ultimo giorno del nostro Shikoku Henro.
Comments
1 commentoGiovannella
Ago 15, 2018Ma Zenigata non era l’ispettore di Lupin?