Secondo giorno del nostro Shikoku Henro. Siamo a Matsuyama, nella prefettura di Ehime, al termine di una giornata che ci ha visto percorrere circa cinquanta chilometri tra risaie e campagne e visitare un tempio. Il numero 53, o Enmyōji.
Sveglia nell’albergo con vista sul ponte, che con la luce della mattina, ci sembra ancora più bella. Colazione e in sella. Usciamo dalla città di Imabari, pedaliamo in una periferia caratterizzata da strade strette, reti di cavi sopra la testa e negozietti con gli articoli più disparati.
Appena fuori dalla città incontriamo una squadra di atletica leggera che si sta allenando correndo sul marciapiede. Ci salutano tutti calorosamente; noi ci fermiamo salutiamo e Dudu e il Miche posano per una foto ricordo.
Ci inoltriamo nella campagna giapponese. Campi di riso da ambo i lati e aironi bianchi che si levano in volo al nostro passaggio.
La temperatura è meno elevata dei giorni scorsi e il cielo è nuvoloso. Pedaliamo tranquilli godendoci il paesaggio e cercando di cogliere scene di vita giapponese.
Un vecchietto seduto su uno sgabello modella pazientemente un albero del proprio citatissimo giardino.
La strada si restringe a causa di un cantiere stradale. Un signore con casco bianco, giacchetto ad alta visibilità e bandierina accompagna con ampi gesti ogni singola macchina, moto o bicicletta verso direzione obbligata, salutandone il passaggio con un inchino.
Finalmente raggiungiamo il mare. L’itinerario prosegue lungo la costa. Basse scogliere si alternano a calette di sabbia e spiaggie deserte. Purtroppo qui non c’è pista ciclabile per cui viaggiamo in una fila indiana ordinata con Micky che fa da apripista Dudu, il Miche ed infine io che chiudo la fila.
Entriamo a Matsuyama e ci inoltriamo in vicoli e vicoletti per arrivare al tempio Enmyōji. Un luogo di calma e silenzio, interrotto solo dal gong di qualche fedele o pellegrino che arriva. Entriamo e completiamo il rito. Dudu si mette a gambe incrociate per recitare la preghiera e ci trascorre quasi mezz’ora. Ha trovato un modo per rilassarsi.
Non ci resta che trovare la casa nella quale dormiremo. L’abbiamo presa tramite Airbnb. È piccolissima, ma c’è tutto. Una stanza da letto con tre futon, una piccola cucina e un saletta completa di tavolinetto basso con quattro cuscini un bagno compreso di piccolo onsen del quale approfittiamo subito. Le case giapponesi sono adorabili, ma a me mancano le sedie!
Spesa e cena a base di sashimi di tonno e polpo, insalate e dolci giapponesi. Poi a letto. Domani visiteremo tre templi e ci sposteremo verso est.
Comments
1 commentoTommaso
Ago 10, 2018Micheeeee!!!!!
A quel gelato bisogna dare del Lei…e inchino!!!