Siamo a Vranovská Ves, un piccolo villaggio tra colline dolci, boschi e campi coltivati nel cuore della campagna Ceca. Poche case, un piccolo hotel, non modernissimo, che serve anche da bar di paese e ristorante.
Ci svegliamo a Vílaneč. È una mattina piovosa; scendiamo per la colazione aspettando che smetta di piovere. Il proprietario dell’hotel ci accoglie con il suo italiano stentato. È un signore robusto con degli occhietti piccoli, il volto rossastro e tanta voglia di parlare con noi.
Con qualche parola di italiano e qualche parola di inglese ci racconta che conosce l’Italia. Per tanti anni ha avuto una agenzia di viaggi che organizzava principalmente visite a Loreto e nella riviera marchigiana.
Suo figlio, il ragazzo che ci ha accolto la sera prima, verrà un mese in Italia, a Napoli, ad imparare come si fa la pizza napoletana che vorranno proporre nel menù del ristorante.
La sala con il camino acceso ci dà l’idea che fuori non sia caldissimo. Uova, pane e marmellata, latte macchiato e due chiacchiere mentre fuori la pioggia cala e poi smette.
È il momento di prepararsi e partire.
Il proprietario ci accompagna fino nel piazzale dell’hotel; ci saluta affettuosamente e facciamo qualche foto insieme prima che noi si ricominci il viaggio.
Imbocchiamo la strada “silnice” 38; le strade in Repubblica Ceca sono generalmente indicate come “dálnice” (autostrade) per le autostrade e “silnice” per le strade regionali e locali. La
38 è una strada che corre da nord a sud, partendo dal confine con la Germania per arrivare fino al confine con l’Austria. Rispetto alla strada di campagna percorse in questi giorni è piuttosto trafficata, anche da mezzi pesanti, ma è la strada più breve e soprattutto con meno salite per arrivare a Vranovská Ves, dettaglio che spinge Micky ad insistere per questo percorso.
Un susseguirsi interminabile di saliscendi che corrono tra campi coltivati e paesi minuscoli ci porta pian piano a quasi 700 metri s.l.m.
Improvvisamente un acquazzone intenso ci costringe a fermarci ed a indossare le giacche da acqua. Proseguiamo sotto la pioggia incessante fin quando arriviamo in un paese e ci ripariamo sotto la tettoia della stazione degli autobus. Fortunatamente pur essendo domenica, e, essendo quei pochi negozi del paese chiusi, di fronte a noi c’è un alimentari di una signora cinese che ha tutto il necessario per un pranzo anticipato.
La pioggia dura poco e possiamo ripartire. Per un lungo tratto lasciamo la 38 a favore di stradine e sentieri di campagna, dove incontriamo numerose persone in bicicletta, per lo più elettriche, attratte dai paesaggi e dalla tranquillità dei luoghi.
Nel primo pomeriggio siamo in hotel. Fuori i tavoli pieni di persone vocianti con l’immancabile boccale di birra davanti. Dentro il locale è decisamente buio; qualche vecchietto gioca a carte. Due signore ci guardano da dietro ad un bancone; la comunicazione con loro risulta piuttosto difficile; loro non parlano né l’italiano né l’inglese, noi non conosciamo il ceco. Facciamo il check-in a gesti e prendiamo possesso della camera. L’arredamento è più che datato e la moquette è consumatissima, ma le lenzuola sono pulite.
Il tempo di una doccia e viene a prenderci Hana, un’amica originaria della Repubblica Ceca, in Italia da oltre trent’anni.
Possiede uno chalet, costruito da suo nonno, in riva ad un piccolo lago a pochi chilometri da noi. Un’oasi di pace dove riposarsi.
Il lago è una zona moderatamente turistica. Qui le persone vengono per fuggire dallo stress cittadino.
Saliamo in auto con lei che ci porta subito in un luogo inaspettato. Nei dintorni del lago c’è una enorme piantagione di marijuana depotenziata, ovvero una varietà di marijuana geneticamente modificata, allo scopo di abbassare il contenuto di THC. I due principali principi attivi contenuti nella cannabis sono il THC, responsabile degli effetti psicotropi, ed il CBD. Quest’ultimo non presenta effetti psicoattivi e, ma al contrario, l’assunzione di questa sostanza possiede proprietà benefiche e rilassanti in svariate situazioni, specialmente di carattere medico.
Una piantagione di questo tipo, quindi, offre la possibilità di trarre vantaggio dal CBD, senza dover subire quelli che sono gli effetti collaterali del THC.
Il luogo, ovviamente è a tema Giamaica e Bob Marley, ed una delle attrazioni principali è un enorme labirinto scavato tra altissime piante di marijuana. Michelangelo si inoltra per primo nell’interno del labirinto seguito da Niccolò, da Micky e da me. Girovaghiamo per i corridoi impregnati del forte e buon odore delle piante gocciolanti dell’acqua piovuta fino a pochi minuti prima. Impieghiamo almeno una mezz’ora ad uscire.
Saliamo poi su una torre che domina l’intera vallata ed il lago dalla quale si alza una fitta nebbia. Una visita al piccolo e grazioso chalet e una cena in un piccolo ristorante tipico concludono una bella giornata.
È già tardi e dobbiamo andare a letto. Hana ci riporta in hotel. Domani varcheremo il primo confine di questo viaggio ed entreremo in Austria.