Oggi è stata la prima vera giornata sui pedali lungo la East Coast americana. Abbiamo lasciato il Massachusetts per entrare in Rode Island. Una giornata lunga, a tratti complicata, con un incidente e qualche crisi individuale, pedalando tra piccoli paesi del New England.
Ci svegliamo intorno alle 6:30 e per le 7 siamo già seduti davanti ad una abbondante colazione. Boston è meravigliosa, ma la voglia di iniziare a muoverci in direzione Washington è tanta; i bagagli sono pronti dalla sera prima e noi siamo decisamente carichi.
Prima delle 9 siamo in sella. Imbocchiamo subito una ciclabile che costeggia una piccola ferrovia per il trasporto locale; è percorsa da trenini vecchi con una singola carrozza che si spostano tra i vari paesini dell’area.
La temperatura è piacevole tanto che abbiamo la sensazione di esserci vestiti troppo.
Una sosta ad un benzinaio per controllare la pressione delle ruote e ripartiamo con le bici che scorrono decisamente meglio.
Attraversiamo una serie di paesini con le classiche case americane. In legno, disposte su due piani e circondate da un grazioso giardino. Ogni casa ha una bandiera americana e alcune hanno persino il palo per fare l’alzabandiera.
Vorremmo fermarci davanti ad ogni giardino per fotografare quelle che sono delle vere e proprie ambientazioni a tema natalizio. Babbi natali intenti a fare le cose più disparate: dal giocare a bowling utilizzando dei poveri pinguini terrorizzati come birilli, al fare i propri bisogni in un bagno chimico. E poi: Grinch, pupazzi di neve, cerbiatti, renne, slitte, elfi è vari animali del bosco. E ancora: scheletri, streghe, mostri e pipistrelli ai quali è bastato fargli indossare un cappellino rosso natalizio per passare dalla festa di Halloween a quelle di Natale.
In ogni paese ci sono moltissime chiese delle varie confessioni e sotto confessioni. Nel giro di cento metri si possono incontrare anche cinque chiese.
Ci inoltriamo ora nella campagna del Massachusetts tra boschi e colline. Michelangelo inizia ad essere un po’ stanco e io mi rendo conto di avere la bici non perfettamente in ordine. Il cerchione posteriore è visibilmente storto e la bici tende ad ondeggiare. In aggiunta in un tratto in salita un idiota alla guida di un pick-up blu, che probabilmente stava guardando il telefono, mi tampona energicamente. L’impatto è forte e la bici viene sbalzata in avanti. Miracolosamente riesco a non cadere, anche se mi faccio male alle spalle per tenerla dritta. Inizio a urlare, ma il tizio non si degna nemmeno di fermarsi.
Mi fermo a respirare e mi accorgo che mi tremano le gambe. Micky e i bimbi mi vedono agitato, mi fanno bene e mi tranquillizzano. Fortunatamente sono stato colpito con il paraurti sulla borsa e non sulla ruota, già storta. La bici comunque ora mi sembra peggio di prima.
Mancano ancora una ventina di chilometri all’hotel dove dormiremo. Micky, che è in testa alla comitiva, alza il braccio per farci fermare gridando di raccogliere il telefono. Per terra un iPhone 13 Pro nuovissimo. Lo raccogliamo e lo portiamo con noi rimandando a più tardi la ricerca del proprietario.
A nove chilometri dall’hotel imbocchiamo una strada sterrata che si inoltra nel bosco; la seguiremo fino a seicento metri dal fine tappa. Un cartello ci avvisa che stiamo percorrendo il sentiero di una riserva naturale.
Il sole sta calando e presto ci ritroviamo nel bosco al buio. La strada diventa fangosa tanto da avanzare con fatica. Il Miche si fa prendere dal panico e lo si sente piangere mentre cammina nel fango portando la bici. Cerchiamo di calmarlo dicendogli che tutti insieme e siamo vicini all’hotel, ma fino a quando non usciamo dal bosco non riesce proprio a tranquillizzarsi.
Finalmente vediamo le luci dei fari delle auto in lontananza, poi arriviamo alla strada e finalmente in hotel. Micky e Nicco escono per prendere delle pizze al vicino Domino’s Pizza per una cena calda e sfiziosa.
Abbiamo l’iPhone da qualche ora e nessuno ha cercato di chiamare quel numero. È bloccato e non possiamo accedere alla rubrica. Dudu guardando l’anteprima di una email riesce a vedere l’indirizzo. Decidiamo di scrivere al Peter, il proprietario, nella speranza che possa leggerla con un altro dispositivo.
Siamo stanchissimi. Andiamo subito a letto. Domani ci attende una giornata difficile. Come chilometraggio; ci aspettano circa ottanta chilometri. Come dislivello; saliremo 1000 m. Come condizioni meteo. La temperatura oscillerà tra -2 e 2 gradi e dovrebbe nevicare o piovere dalle 12 in poi.