Ci svegliamo di prima mattina nel campeggio da tre milioni di dollari. Tutti dormono, visto che la sera precedente c’è stata baldoria. Micky, la più mattiniera dei quattro, è già stata a fotografare l’alba.
Sono le sette e il caldo si fa già sentire. Oggi prevediamo una giornata tranquilla; vogliamo fermarci a Sperlonga e successivamente trovare un campeggio nella Piana di Sant’Agostino, poco prima di Gaeta. Una quarantina di chilometri in tutto, in modo da poter godere dell’acqua stupenda di questi luoghi.
Pedaliamo lungomare fino a Terracina per poi proseguire sulla via Appia prima e sulla via Flacca dopo, una strada litoranea che unisce Terracina a Gaeta.
Una sosta ad un bar e poi dritti fino a Sperlonga, un paese nel quale vale decisamente la pena fermarsi.
Sperlonga sorge lungo la riviera di Ulisse su di uno sperone di roccia, sopra spiagge con un mare dall’acqua trasparente e sorgenti di acqua fresca che creano delle pozze in prossimità del mare.
Già luogo di insediamenti preistorici, si narra che Sperlonga sorga su di una città fondata dagli spartani. Il centro storico è curato e dominato da negozietti e ristorantini con invitanti menù di mare.
Noi scendiamo verso il mare, percorrendo, biciclette alla mano, una passerella in legno che corre per tutta la spiaggia, una spiaggia che non ci vedrà mai arrivare!
Ci fermiamo ad una sorgente che filtra dalla roccia qualche centinaio di metri al di sotto del centro abitato. L’acqua, raccolta in una antica vasca, è freddissima e potabile.
Nel lato opposto alla sorgente c’è un ristorantino, che definirei senza infamia né lode, con il pregio di essere in una posizione fantastica; per gustare un ottimo e meritato spaghetto alle vongole è perfetto.
Rimaniamo a Sperlonga circa tre ore, per lo più con i piedi anestetizzati dal freddo della sorgente e, ogni tanto ci cimentiamo nell’atto eroico di una veloce immersione che ci toglie per un attimo il fiato.
È arrivato il momento di riprendere il nostro percorso. La via Flacca si snoda tra faticosi saliscendi lungo la scogliera. Superiamo la villa di Tiberio con tanto di grotta sottostante, che meriterebbe una sosta, ma non ci va di lasciare le bici lungo la strada; inoltre inizia ad essere tardi, non avendo ancora trovato un campeggio.
Finalmente arriviamo nella piana di Sant’Agostino. Il primo campeggio è al completo, mentre con il secondo abbiamo maggior fortuna. Ad accoglierci il proprietario, un triatleta sui cinquant’anni che è stato nel giro della nazionale. Dietro di lui trofei e medaglie. Con lui il suocero, che passa il tempo parlando con tutti gli ospiti del campeggio. Entrambi sono gentili e disponibili.
Il campeggio non è un granché; nulla più di un parcheggio per camper con un bagno e un bar. Per cinquanta euro otteniamo uno strettissimo posto tenda; abbiamo una tenda a trenta centimetri sulla sinistra e un’auto a trenta centimetri sulla destra. L’acqua non è potabile, eccetto ad una piccola fontana utilizzabile per il solo prelievo, e la doccia, fredda.
Per una notte può andare bene, visto la difficoltà nel trovare posti per dormire. Una ospite del campeggio ci viene subito incontro rendendosi disponibile ad aiutarci per qualsiasi cosa possiamo avere bisogno.
Francesca è una vivace signora di settant’anni in vacanza in camper con il marito. Sono stati veri pionieri della mountain bike in italia, che hanno praticato per oltre vent’anni, contribuendo a tracciare varie piste lungo le montagne dell’Appennino modenese. Stare a parlare con loro è un piacere, tanto hanno da raccontare.
Montiamo la tenda e, mentre il sole sta tramontando, andiamo un’oretta in spiaggia per un bagno prima di cena.
Mozzarella di bufala e pomodori comprati da un contadino vicino al campeggio; poi a letto.
Comments
1 commentoTommaso
Ago 15, 2020Nicco in trasformazione…🥰 sta diventando grande!
Alessandro Falleni
Ago 18, 2020Si, in pochi mesi avrà fatto quasi 10 cm. È rimasto un bambino intrappolato nel corpo di un uomo 😂