Dopo dieci anni dall’ultima volta siamo di nuovo a Vienna. Di nuovo in bicicletta. La capitale dell’Austria è una città ricca di storia, cultura e arte, che visitiamo sempre volentieri. Amiamo immergerci nella sua architettura imperiale con i suoi magnifici palazzi, visitare i musei ricchi di opere iconiche, respirare l’atmosfera accogliente e storica dei tradizionali café.
Ci svegliamo la mattina a Hollabrunn pronti per raggiungere la capitale. La colazione in mensa è decisamente migliore di tante colazioni consumate in hotel migliori. In sala gli allenatori della squadra di calcio aspettano i giovani calciatori per consumare la colazione insieme; man mano che i ragazzi arrivano, prima di sedersi, battono il cinque uno ad uno ai due uomini.
È ora di partire. Carichiamo le bici e ci mettiamo in strada. La giornata è soleggiata, pedaliamo nella campagna austriaca in direzione Vienna.
Ci troviamo ormai ad una trentina di chilometri da Vienna quando attraversiamo Stockerau, una cittadina tranquilla e pulita con una bella chiesa barocca. Cerchiamo un bel café dove fare una abbondante seconda colazione prima di imboccare la ciclabile del Danubio fino a Vienna.
Alcuni tavoli in un giardinetto, con una elegante apparecchiatura d’altri tempi, richiamano la nostra attenzione.
Micky si siede al tavolo, mentre Michelangelo, Niccolò ed io entriamo per vedere cosa offre.
Si tratta di uno dei café Heiner, il cui nome è indissolubilmente legato alla pasticceria viennese, una vera istituzione, già fornitrice della corte reale ed imperiale.
L’interno è curato ed elegante. Mobili in legno scuro, sedie con sedute imbottite in velluto verde acqua, enormi lampadari scintillanti. Alle pareti grandi specchi con cornici dorate, fotografie storiche e ritratti, che raccontano la storia del locale e delle personalità che lo hanno frequentato.
Oltre ad un bancone che offre ogni tipo di caffè, ed i caffè qui sono davvero tanti, un enorme bancone è dedicato alla pasticceria ed uno al salato.
Scegliamo ed andiamo fuori pronti per ordinare, dato che il menù in tedesco sarebbe stato difficile da interpretare.
Per Niccolò e Michelangelo due cioccolate calde con panna, per Micky e me due latte macchiato. Inoltre per Michelangelo una bella fetta di torta al limone, per Micky una specie di omelette con crema pasticciera e frutti di bosco freschi, mentre per Niccolò e per me delle grosse tartine con il salmone. Il tutto ci viene servito in eleganti vassoi.
Ci godiamo con calma il momento, gustando le prelibatezze e parlando del fatto che di lì a poco avremmo percorso ancora una volta la ciclabile del Danubio, con dieci anni di esperienza in più nei viaggi in bicicletta in giro per mezzo mondo.
È giunto il momento di ripartire. Pochi chilometri e imbocchiamo proprio la Donauradweg, che è parte dell’itinerario EuroVelo 6, che va dall’Atlantico al Mar Nero.
Ora insieme a noi pedalano una moltitudine di ciclisti e famiglie.
Attraversiamo un ponte e siamo esattamente sulla sponda percorsa dieci anni fa. I ricordi si rincorrono. Michelangelo piccolino seduto sul seggiolino davanti alla bici di Micky. Niccolò che pedalava già come un cicloviaggiatore consumato. Il trasportino caricato con una infinità di borse e borsine. Una organizzazione delle bici e dei bagagli, che con l’esperienza, sarebbe fortemente rivedibile.
Un viaggio sicuramente incredibile e indelebile nella nostra memoria.
Entriamo a Vienna. Dobbiamo andare a lasciare bici e bagagli in hotel per poi uscire e fare un po’ i turisti. Lungo la strada un Domino’s pizza. La pizza da Domino’s è un rito che si ripete in ogni viaggio, quindi ordiniamo una Pepperoni grande e una Margherita che mangiamo subito.
Arriviamo in hotel. Scarichiamo i bagagli, facciamo una doccia veloce, ci cambiamo e ci tuffiamo nelle bellezze di Vienna.
Il primo obiettivo va a vuoto. Prendiamo il treno per il museo Belvedere, ma all’arrivo i biglietti per la giornata sono terminati. L’unica possibilità è quella di comprarli per il giorno successivo, così non rischiamo di non visitarlo.
Acquistiamo l’abbonamento per i mezzi pubblici per le prossime 48 ore, prendiamo un tram e andiamo nel centro, il cuore pulsante di Vienna ed uno dei luoghi più ricchi di storia e cultura in Europa.
Camminiamo guardandoci attorno. Ogni angolo è particolare tra grandiosità imperiale, eleganza e una modernità che non stona con il resto.
Abbiamo delle tappe obbligatorie, come mangiare la torta Sacher, la mia torta preferita, sia alla pasticceria Demel sia all’hotel Sacher. Esiste una storica disputa su quale delle due versioni sia l’autentica “Sacher Torte”. Questa diatriba, riguarda la ricetta originale creata da Franz Sacher nel 1832.
Iniziamo con la pasticceria Demel.
Ci mettiamo ordinatamente in fila, e dopo aver replicato una foto in cui io e Niccolò eravamo abbracciati davanti all’ingresso della pasticceria, entriamo. L’odore dolciastro del burro fuso ci ammalia subito. Facciamo un giro nello storico locale prima di sederci al bancone e ordinare una Sacher ciascuno.
L’elegante cameriere ci serve un bicchier d’acqua per pulirci la bocca e un piattino con una fetta della deliziosa torta accompagnata da panna montata rigorosamente non zuccherata per bilanciare la dolcezza del cioccolato.
Oltre alla delizia ci godiamo il momento sublime.
Proseguiamo il giro in centro tra le vetrine ed i monumenti prima di andare a cena in locale tradizionale per una Wiener Schnitzel, la classica ad ottima cotoletta alla viennese. Siamo serviti a tempo di record; è croccante fuori e morbida dentro, con insalata di patate ed una insalata verde con salsa allo yogurt a parte.
Ci incamminiamo verso la metro per tornare in hotel. In Stephansplatz, una delle piazze simbolo della città, entriamo nella maestosa cattedrale di Santo Stefano, anche se torneremo con calma domani.
Arriviamo in hotel. La giornata è stata lunga e domani dovremo fare i turisti, che forse, è più faticoso che pedalare.