Siamo a Kutná Hora una cittadina storica a circa 70 km da Praga, rinomata per le sue miniere d’argento, che nel medioevo la resero uno dei centri economici più importanti della Boemia.
Alloggiamo al piano di sopra di un piccolo caffè gestito da una signora sorridente e gentilissima.
Ci svegliamo nella locanda “Da Antonio”, prepariamo i bagagli e scendiamo. Le porte sono chiuse e nell’edificio non sembra esserci nessuno. Proviamo a chiamare al telefono il proprietario, ma niente. Siamo prigionieri. Inviamo messaggi e proviamo a guardare in giro, quando, dopo circa un quarto d’ora, arriva un ragazzo tutto trafelato che ci apre permettendoci di prendere le bici ed uscire.
Come prima cosa dobbiamo trovare un posto dove fare colazione e, visto che siamo in un paesino sperduto, dobbiamo percorrere circa 6 km per trovare il primo negozio con qualcosa di commestibile. Un supermercato va benissimo; oltre alla colazione prendiamo un po’ di cibo per il viaggio dato che oggi vedremo per lo più campagna.
La strada inizia a salire. Micky è Niccolò in testa, a seguire Michelangelo ed io che chiudo il gruppo. Michelangelo è in difficoltà; rimaniamo costantemente indietro. Il viso rosso, la maglia completamente fradicia di sudore e evidenti gesti di stizza che da dietro noto chiaramente. Magari è una giornata no. Provo a rassicurarlo e a distrarlo, ma anche se Micky e Niccolò si fermano spesso ad aspettarci, quando ripartono sembra che abbiano due marce in più di Michelangelo.
Ci fermiamo quindi in uno spiazzo per capire come aiutare Michelangelo. Micky cerca di parlarci, Niccolò ed io verifichiamo la bici. La ruota posteriore è decisamente frenata. Non gira. Probabilmente quando il ragazzo del negozio di bici ha montato il portapacchi qualcosa è andato storto. Ruota liberata ed ora Michelangelo va come un treno.
Svoltiamo in una stradina di campagna che ci accompagnerà per molti chilometri. Il grano è già stato mietuto, qua e là si vedono covoni di fieno ora cilindrici ora a forma di parallelepipedo. I campi di grano si alternano con quelli coltivati a mais, con i campi di patate e di barbabietole.
Sul ciglio della strada cresce spontanea la camomilla che ci regala il suo profumo rilassante, mentre poco oltre, a delimitare i campi, corrono lunghe file di alberi di mele e di prugne carichi di frutti.
Arriviamo in un piccolo paese. In giro ci sono poche persone; l’atmosfera è serena e silenziosa, come quella di tutti i paesini attraversati. Una vecchietta cammina lentamente accompagnata dal suo cane.
Noi sussultiamo sulle piccole strade acciottolate. Ci fermiamo nella grande piazza centrale. Su un lato un negozietto di alimentari e una piccola pasticceria. Al centro della piazza una fontana. Tavolini e panchine sparsi qua e là tra gli alberi ci invitano a sedersi e goderci un caffè o un dolce.
Nel negozietto di alimentari compriamo del pane, delle salsicce e dello yogurt artigianale. Nella piccola pasticceria, un latte macchiato per Micky, un caffè americano per me e alcuni ottimi dolcetti. La signora, gentilissima, ci prepara un vassoio per poterci gustare le delizie nella piazza. Ci godiamo a pieno il nostro momento di tranquillità e semplicità per poi ripartire ed affrontare le ultime salite.
Non ci fermiamo più fino a Kutná Hora. Il tempo di scaricare le bici, prendere possesso della camera, fare una doccia ed usciamo. Un giro tra i vicoli del piccolo centro storico per poi andare alla Cattedrale di Santa Barbara, una maestosa costruzione gotica dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Purtroppo, a causa di un concerto all’interno, non è possibile visitarla; ci consoliamo con una rappresentazione in costume di fronte alla cattedrale, tra cavalieri con armature scintillanti, dame di corte e mercanti.
Sono appena le 18:30, ma la fame si fa sentire. Una rapida ricerca per trovare un ristorante che ci ispiri e andiamo. Il ristorante V RUTHARDCE è proprio di fronte a dove dormiamo.
La casa a due piani, in epoca medievale la casa del decano, è stata ristrutturata con ambienti che richiamano le epoche che ha attraversato l’edificio. La sala principale è arredata in stile rustico medievale, mentre la sala dove siamo seduti noi ricorda una cucina borghese di fine Ottocento. Una ottima zuppetta di funghi per tutti, poi un mega gnocco ripieno di anatra per Niccolò, una bistecca di maiale con l’osso fritta per Michelangelo, un panino con il pulled pork per Micky e del pollo alla brace su purè di piselli accompagnato da una birra gigante per me.
Tutto ottimo ed abbondante. Il tempo di una passeggiata per iniziare a digerire e prima delle 20:30 siamo in camera. Domani ci aspetta una tappa piuttosto impegnativa.