Siamo arrivati alla fine dei tre giorni di relax a Koh Phayam; da domani riprenderemo il nostro viaggio, attraversando il sud della Thailandia. Tre giorni in cui abbiamo goduto le bellezze di un’isola semi deserta, a forma di panettone, che si innalza nel mare delle Andamane. Un’isola, fortunatamente, ancora lontana dal turismo di massa.
Sono le cinque e venti del mattino. Arriviamo alla stazione degli autobus di Ranong. Fuori è buio. Ci svegliamo assonnati, dopo una notte di viaggio, che tutto sommato, è stata meno traumatica di quanto avessimo potuto pensare. Scarichiamo bici e bagagli, controllando più volte di aver preso tutto, ci prepariamo e ci mettiamo in viaggio per il porticciolo, distante otto chilometri, da dove, finalmente, salperemo per la nostra isola del tesoro
Le strade sono deserte. Noi procediamo nella nostra, solita, collaudatissima, fila indiana. Il Miche pedala in uno stato di semi coscienza, sempre parzialmente nel mondo dei sogni. Ha decisamente bisogno di fare una colazione che lo svegli. Un piccolo market aperto 24ore ci permette di fare una piccola scorta da portarci sull’isola e una splendida colazione, mentre le prime luci dell’alba dipingono il cielo.
Arriviamo ad un minuscolo molo tra le mangrovie. Una fila enorme di persone sta aspettando di imbarcarsi, per le varie isole. Dopo un po’ di contrattazione, e promettendo di smontare parzialmente le bici, riusciamo a prendere il battello veloce, che, tra orario di partenza e traversata, ci fa risparmiare ben tre ore.
Un isoletta lunga appena otto chilometri, per lo più selvaggia, con poche strade e qualche villaggio. Ci dirigiamo verso la spiaggia di Aow Yai; davanti a noi le isole della Birmania. Una serie di bungalow si affacciano sulla lunga spiaggia, abitata da milioni di piccoli granchi che al nostro passaggio di nascondono sotto la sabbia, ma senza la confusione e i servizi dei classici villaggi turistici.
Nell’isola non ci sono auto, l’energia elettrica non è per tutti, e comunque è razionata; pannelli solari e generatori a gasolio forniscono quel che basta. Dormiamo al Frog Beach Resort, con l’accezione di resort che c’è da queste parti. I bungalow sono puliti, ma artigianali, così come tutto il resto. Abbiamo l’elettricità, ma non l’acqua calda. È possibile cenare al piccolo ristorante del resort. Come cuoca un’anziana signora che cucina i piatti uno per volta; i tempi di attesa sono biblici, ma in quest’isola, in cui il tempo scorre più lento del resto del mondo, va bene così.
Un piccolo villaggio nei pressi del resort ha tutto il necessario: negozietti per comprare del cibi e quant’altro, qualche ristorante all’aperto e gli immancabili centri massaggi. Lettini a bordo strada sotto dei gazebo, per lo più arrangiati.
Trascorriamo le nostre giornate di relax tra passeggiate sulla spiaggia all’alba, bagni in un’acqua stupenda, snorkelling e massaggi, durante i quali, il Miche regolarmente si addormenta. Non possiamo chiedere di meglio.
Nel resort un signore di Cuneo, insegnante di letteratura in pensione. Un vero viaggiatore; ha viaggiato, da solo, per mezzo mondo, forse di più. È un piacere parlare con lui. Ci scambiamo esperienze ed idee. Lui ci racconta un po’ dell’Asia: della Cina, del Laos, del Vietnam e della Birmania nella quale si sposterà tra pochi giorni. Noi gli raccontiamo il nostro girovagare in bicicletta. Ascoltiamo molto, e diamo qualche piccolo consiglio.
Unica nota stonata, il Mac di Micky ci ha lasciati. Una vera tragedia. Non si accende più. Questo complica enormemente il lavoro di Micky e ci impedirà, fino al termine del viaggio, di pubblicare le foto scattate con la reflex.
È l’ultimo giorno dell’anno. Tra qualche ora saluteremo il 2018 e daremo il benvenuto al 2019. In lontananza la musica di una festa. Noi decidiamo trascorrerlo in spiaggia, sotto le stelle, cucinando con il nostro fornellino e facendoci luce con le candele. Ci allontaniamo dalle luci dei resort e improvvisiamo un accampamento per preparare la nostra cena cena perfetta. Noddles per tutti e tonno. A farci compagnia soltanto il canto dei grilli.
Poi a letto, soddisfatti.
Domattina la sveglia suonerà prima dell’alba per salutare il nuovo anno con un tuffo in mare, per poi prepararci e e lasciare quest’isola che ci ha regalato tante emozioni.