Siamo arrivati al termine della giornata più faticosa, fino ad oggi, di questo viaggio. Abbiamo pedalato sotto un sole cocente per oltre settanta chilometri, di cui dieci di sterrato impegnativo con un dislivello complessivo di quasi 2000 m.
Ci svegliamo presto nella casa di Mario nel centro di Caserta. Una colazione abbondante e ci mettiamo in sella per la prima faticata. Abbiamo deciso di fare una deviazione e di salire a Casertavecchia, un meraviglioso borgo medievale.
Casertavecchia dista dieci chilometri da Caserta a quattrocento metri di altitudine. Durante l’ascesa in bicicletta davanti a noi vediamo il Vesuvio; onestamente vedere quella famosa sagoma un po’ ci emoziona. La salita finisce. Un cartello riporta la scritta “Casa Irta”. Siamo stanchi morti ma siamo arrivati.
Visitiamo il borgo due a due per non lasciare le bici incustodite. Prima Micky e il Miche, poi Dudu ed io. Qui sembra che il tempo si sia fermato intorno all’anno 1000. Regna la calma e non c’è l’affollamento che ci saremmo aspettati. Girovaghiamo per i vicoletti, entriamo nella cattedrale, ammiriamo il panorama dall’alto da dove si vede anche la Reggia di Caserta, e infine andiamo a visitare la Torre dei Falchi, la seconda più alta di Europa.
Riprendiamo le bici, la strada per Benevento è ancora lunga. Seguendo le indicazioni di map.me imbocchiamo una strada sterrata che si inoltra un bosco. Andando avanti, la strada, per lunghi tratti in salita, diventa sempre più dissestata e difficile da percorrere. Siamo costretti a procedere pian piano per circa dieci chilometri.
Quando ritroviamo l’asfalto inizia la provincia di Benevento. Davanti a noi si distende il Sannio, il territorio di un insieme di popolazioni conosciute come Sanniti.
Una signora con la Panda si ferma per parlare. Emilia è una signora che abita in una casa ai margini del bosco. È una signora vivace intorno alla settantina con un entusiasmo contagioso. Ci racconta i suoi numerosi pellegrinaggi in giro per l’Italia tra i quali: La via Francigena, il cammino di Sant’Antonio, il cammino di San Francesco, monte Sant’Angelo. Parliamo una ventina di minuti, poi, visto che è l’una di pomeriggio e mancano quasi cinquanta chilometri ci salutiamo e ripartiamo.
D’ora in poi, a parte il caldo soffocante, il percorso è abbastanza semplice. Pedaliamo nella campagna del Sannio scendendo dalle colline verso la valle. Ai nostri lati le colture si alternano tra frutteti, pomodori, vigne e tabacco.
Seguiamo la valle Telesina fino ad entrare a Telese Terme, un centro termale, costruito sulla antica città romana di Telesia completamente distrutta da un terremoto nel 1349.
Onestamente la città ci appare bruttina e decadente e ci sembra fuori posto un lussuosissimo albergo che non sfigurerebbe a Beverly Hills. In una piazza del centro una fontana di acqua freschissima ci fa fare una sosta ristoratrice.
Mancano trenta chilometri a Benevento che pedaleremo lungo una statale con i soliti camion che, quando stanno per superarci, controllano se il loro potente clacson funziona.
Arriviamo a Benevento alle sette di sera. Alloggiamo in un grazioso b&b. È pulito e ben arredato. Un signore ci accoglie in luogo di sua figlia.
Micky, Dudu e il Miche fanno la doccia, io vado al vicino supermercato a comprare qualcosa per la cena. Abbiamo anche la cucina!
In un’altra stanza della struttura una coppietta in fuga romantica.
Loro un phon acceso, noi la piastra accesa per cuocere gli hamburger e salta tutto, per altro mentre io stavo facendo la doccia. Ci vuole una buona mezz’ora prima che la tizia del b&b mandi suo padre a risolvere il problema. Che poi una vera risoluzione non è. Dobbiamo organizzarci per non creare sovraccarichi ad un contatore sottodimensionato.
Alla fine riusciamo a cenare e, dopo una giornata davvero lunga e faticosa ce ne andiamo a letto.