Siamo a Pungcheon-myeon, una cittadina che appare come un’oasi in quest’area rurale della Corea del Sud. Alloggiamo al tredicesimo piano di un moderno hotel, in una stanza ampia e accogliente. Due bagni, di cui uno con vasca e doccia, e morbidi accappatoi ripiegati per ognuno di noi ci fanno sentire adeguatamente coccolati al termine di una giornata fredda.
La giornata inizia lentamente. Decidiamo di prendercela con calma: per i prossimi due giorni ci attendono tappe piuttosto semplici. Ci vestiamo e scendiamo per fare colazione in un convenience store, una tipologia di negozio che ormai è diventata il nostro rifugio di conforto. Ci rilassiamo davanti a bevande calde e dolcetti prima di tornare in camera a prepararci per la partenza.
Michelangelo oggi sembra essersi trasformato nell’imprendibile Taddeo. Sentendosi in colpa per la bicicletta, affronta le salite con un solo rapporto, quasi fosse Pogačar. Io lo seguo, svolgendo il mio ruolo di gregario e incitandolo lungo il percorso.
La strada si snoda interamente attraverso la campagna. Non ci sono villaggi né negozi, solo il silenzio e i panorami della natura. Anche se fa freddo, un bel sole rende il viaggio piacevole. Ci fermiamo per pranzare su una panchina lungo il fiume: il menu è semplice ma buono: uova sode, onigiri (triangolini di riso ripieni) e qualche dolcetto.
Riprendiamo il viaggio verso il villaggio di Hahoe, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questo villaggio tradizionale, situato nei pressi della città di Andong, è stato abitato per oltre 600 anni dalla famiglia Ryu del clan Pungsan. Qui si trovano case tradizionali coreane, le hanok, di varie dimensioni, che riflettono le differenze sociali e culturali dell’epoca Joseon.
Paghiamo il biglietto per visitare il villaggio, ma lo facciamo a turni: prima io e Michelangelo, poi Micky e Niccolò, in modo da non lasciare incustodite le biciclette. Purtroppo, il luogo si rivela piuttosto deludente. Le case sembrano più che altro ricostruzioni, molte delle quali in fase di ristrutturazione, il che riduce l’atmosfera autentica che ci aspettavamo.
Nel frattempo, il sole tramonta e la temperatura scende rapidamente. Pedaliamo gli ultimi sei chilometri che ci separano da Pungcheon-myeon. Vicino all’hotel c’è un Domino’s Pizza: è impossibile resistere. La tradizione di gustare una pizza Domino’s in ogni nostro viaggio non può essere interrotta. Niccolò e Micky escono e tornano dopo circa mezz’ora con due pepperoni pizza e due double cheese. Ottime come sempre. Concludiamo la cena con un dolce al cioccolato.
Dopo cena, sbrighiamo un po’ di lavoro prima di andare a letto. Domani arriveremo ad Andong, con la speranza di riuscire finalmente a riparare la bicicletta di Michelangelo.