Durante un cicloviaggio possono capitare diversi tipi di inconveniente: la rottura di un componente della bici, una caduta, un problema di visto per attraversare una frontiera, un percorso da dover cambiare, un malanno fisico. L’importante è non farsi prendere dal panico e, con calma, cercare di risolvere il problema.
Oggi ci troviamo a dover far fonte ad un inconveniente. Dudu ha male ad un orecchio, tanto che riesce ad aprire la bocca con difficoltà, sicuramente non riesce a farlo senza strillare e farci partecipe della sua sofferenza.
Ci svegliamo nello chalet di lusso dopo aver dormito bene e profondamente. Fuori sta già piovendo fortissimo. Dudu da subito manifesta un forte dolore all’orecchio. Al momento, essendo praticamente isolati, non possiamo fare altro che dargli un antinfiammatorio nella speranza che possa bastare. Prepariamo le bici lottando con zanzare e moscerini e andiamo a pagare la stanza.
La reception è chiusa, così come il ristorante. Guardando attraverso una finestra un signore è seduto davanti ad un computer e sembra che stia lavorando. Gli faccio cenno e lui, anche un po’ scocciato, viene ad aprire. Gli spieghiamo che abbiamo preso la chiave di uno chalet e che desideriamo pagare. Sempre scocciato ci fa il conto e paghiamo, dato l’atteggiamento del signore, un po’ controvoglia. Siamo convinti che, gestendo gli chalet in questo modo, più di qualche persona se ne va senza pagare. Probabilmente i responsabili della struttura fanno affidamento soltanto sulla stagione invernale.
Ci mettiamo in sella sotto una pioggia violenta per trenta chilometri. La strada corre parallela al confine russo. Un po’ di musica ci aiuta sicuramente. Ci fermiamo in una specie di autogrill. Una gonfiata alle gomme delle bici e poi brioche e cioccolata calda per Dudu e il Miche e un caffè caldo per me.
Ora facciamo tutta una tirata fino a Ivalo. Il panorama cambia ancora. I boschi di abete rosso, sempre più radi e bassi sono alternati da paludi con vegetazione bassa, laghi e fiumi.
Arriviamo a Ivalo. La pioggia lascia il posto a qualche timido raggio di sole. Per quanto si tratti di un piccolo villaggio è presente una farmacia. Entriamo e parliamo con il dottore che ci da delle goccioline a base di acido borico da applicare 6 volte al giorno. Per delle goccioline antibiotiche occorrerebbe una visita e la ricetta medica.
Nicco non sta bene. Lo facciamo sdraiare in una panchina e gli mettiamo subito le gocce nell’orecchio. Dopodiché troviamo un posto dove mangiare.
Un chioschetto serve una specie di waffle arrotolato ripieno; con carne di maiale per Dudu e il Miche, vegetariano per Micky e con carne di renna affumicata per me. Buonissimo.
Rimangono da percorrere circa quindici chilometri prima del nostro fine tappa. Ci fermiamo al supermercato per la spesa; oltre alla cena compriamo un bel cappello caldo per Dudu. Per un po’ dovrà andare in giro come grande puffo. A cinque chilometri dal campeggio che abbiamo individuato siamo colti da un fortissimo acquazzone. Con una pioggia così intensa cinque chilometri sono più che sufficienti per farci arrivare inzuppi.
Date le condizioni di Dudu prendiamo uno chalet, anche se avremmo potuto dormire in tenda o in una cabin. Appena entrati nello chalet diamo a Dudu una aspirina e lo facciamo dormire.
Micky, il Miche ed io ci concediamo una sauna. Cena a base di patate al forno, würstel e carne macinata e a letto, nella speranza che Dudu stia meglio.