Siamo arrivati a Karigasniemi un piccolo villaggio di circa 300 abitanti, dei quali più della metà sono Sami. È situato sulla riva fiume Inarijoki che definisce il confine tra Finlandia e Norvegia. Nonostante sia un villaggio moderno, alcuni abitanti Sami sono rimasti legati alle loro tradizioni e vivono di pesca dei salmoni del fiume e allevamento di renne. Qui inoltre si trova la più alta delle tre colline sacre del popolo Sami, chiamate Ailigas.
La sveglia la mattina nella casetta nel bosco è presto. Dobbiamo pedalare per circa settantacinque chilometri lungo un tracciato per niente semplice.
Nei prossimi giorni dovremo cercare di risolvere il mistero della mattina. Possiamo anticipare la sveglia mattutina quanto vogliamo, ma non riusciamo mai a partire prima delle nove e mezzo, quindi nove e mezzo in punto ci mettiamo in sella. Imbocchiamo l’ultimo tratto di E75, prima di abbandonarlo per la più piccola 92.
Da lontano vediamo la deviazione. Un cartello ci indica che a Nordkapp mancano 343 chilometri. È il primo cartello che ci indica la strada per il nostro punto di arrivo.
Imbocchiamo la 92. È strettissima, ma il traffico è più che modesto. Per decine e decine di chilometri non c’è assolutamente niente; gli abeti rossi, sempre più piccoli, alternati a torbiere ci fanno credere che stiamo per abbandonare la taiga scandinava a favore della tundra artica.
Inizia a piovere copiosamente, i ripidissimi saliscendi ci stanno fiaccando le gambe. Lo sguardo arriva lontanissimo lungo una strada che forma una sinusoide quasi perfetta.
In lontananza ci sembra di vedere un passeggino venire verso di noi. Sarà un allucinazione? Qui non ci sono abitazioni, locali, campeggi o altro. Giunti a pochi metri vediamo che tratta di un uomo che spinge un carrellino stracolmo di bagagli e sormontato una bandierina italiana.
Ci fermiamo a parlare con lui. È Pier Luigi Delvigo, è un pensionato genovese, settantaquattrenne. È conosciuto come “Siberian Walker” per aver attraversato a piedi la Russia, da San Pietroburgo a Vladivostock, oltre ad aver camminato in Australia, negli Stati Uniti e aver fatto il giro d’Italia. Un uomo simpatico e loquace, che ama raccontare le esperienze vissute negli ultimi dieci anni, quando durante il Cammino di Santiago ha scoperto la bellezza di viaggiare a piedi. Ci mostra con orgoglio la mappa con tutti i suoi viaggi a piedi.
Siamo entrambi accomunati dal desiderio di viaggiare e scoprire il mondo godendo della lentezza del mezzo: a piedi lui, in bicicletta noi.
Pier Luigi è partito da Capo Nord e sta tornando a casa, a Genova. Con una media di circa 45 km al giorno conta di arrivare in circa cento giorni. Prima viaggiava zaino in spalla, ora, che sono passati dieci anni e aumentati gli acciacchi, viaggia con un cartellino dove porta tutto il necessario per viaggiare in autonomia. Tenda, sacco a pelo, vestiti e un po’ di scorta di cibo e una bella bottiglia di vino.
Passiamo una mezz’ora a parlare sotto la pioggia; ci chiede di farci una foto insieme e di mandarla alla moglie, per fare vedere che sta bene.
Ci salutiamo prima che ognuno riprenda la propria strada.
I ripidi saliscendi mettono in crisi il Miche che ha necessità di fare più di una pausa. Intanto, fortunatamente, la pioggia ci concede una tregua.
Siamo ora all’interno del parco nazionale di Lemmenjoki, un paradiso per gli amanti del trekking. È il Parco Nazionale più grande della Finlandia, nonché una delle più vaste aree boscose non abitate e senza strade in Europa. Il paesaggio è meraviglioso. I fiumi si alternano alle foreste, le montagne alle torbiere; si vedono sentieri che si inoltrano all’interno della foresta e ragazzi con enormi zaini apparire e sparire tra gli alberi.
Lungo la strada si sta disputando una gara locale in bicicletta e siamo sorpassati da gruppi di ciclisti motivatissimi che vediamo allontanarsi e sparire al di la delle colline coperte di betulle.
Ci fermiamo ad uno dei pochissimi locali lungo la strada. Toast con patatine per Dudu e il Miche, pane e formaggio per Micky e me. Il locale vende anche scatolette di carne di orso e di alce, della dimensione di una scatoletta di tonno, alla modica cifra di 29 euro. La presenza stabile dell’orso bruno e l’abbondante popolazione di alci li rende una risorsa per l’economia locale, anche se li preferiamo liberi nel parco piuttosto che chiusi in una scatoletta di latta.
Ci rilassiamo e facciamo recuperare le forze al Miche prima dell’ultima tirata fino a Karigasniemi. La strada sale per circa cinque chilometri prosegue mantenendosi in collina per qualche chilometro e poi inizia a scendere verso il confine.
Arriviamo al villaggio, stanchi, ma soddisfatti. L’unico campeggio è gestito da una simpatica coppia di anziani signori. Ci viene assegnata una cabin di fronte al fiume. Sull’altra sponda la Norvegia.
Per cena pollo al limone e pomodori, poi a letto per la nostra ultima notte in Finlandia.