Siamo in un campeggio nell’oasi di Bosco Selva, a poche centinaia di metri da alberobello al termine della giornata, probabilmente, più complicata da quando siamo partiti.
Ci svegliamo nella nostra tenda a due passi da Cala Stretta con l’idea di fare una piccola deviazione al nostro percorso. Rientreremo nei tempi pianificati allungando un pochino le prossime tappe. Saliremo nella Murgia dei Trulli, ad Alberobello. Sarebbe un peccato pedalare in Puglia senza visitare il sito patrimonio dell’umanità.
Una colazione sostanziosa, il rito del carico delle bici e prendiamo la direzione di Alberobello. Sappiamo che dovremo salire circa cinquecento metri sotto il sole che ci arrostisce, ma ormai la decisione è presa. Dopotutto sono solo ventisei chilometri!
Iniziamo a salire. Il paesaggio in pochi chilometri cambia. I magnifici filari di ulivi secolari, dai tronchi contorti e intrecciati. I muretti a secco che sono tra le prime costruzioni del paesaggio rurale pugliese, utilizzati per delimitare campi e pascoli, dai cui sassi fa capolino qualche lucertola intenta a riscaldarsi. Le masserie, una sorta di fattorie fortificate, per lo più riconvertite in strutture di ricezione turistica o in ristoranti. Infine la terra rossa che dona a tutto una tonalità intensa e calda.
La salita è impegnativa, ma non troppo ripida; probabilmente sono le gambe che oggi non girano come dovrebbero.
Lungo la strada non ci sono bar o fontanelle; facciamo una prima sosta in un uliveto. Siamo fradici di sudore. Acqua e susine per riprenderci un po’. Studiamo bene il percorso. Salendo per una strada leggermente più ripida intercetteremo il paese di Gorgofreddo. Li sicuramente troveremo un bar o un alimentari per pranzare.
Continuiamo a pedalare in salita. Ad un certo punto si sente Dudu che chiede al Miche: “Perché piangi?” Ci fermiamo. Come il Miche piange? La fatica, la salita e il sole lo hanno un po’ scoraggiato. Poverino continuava a pedalare senza dire niente.
Ci fermiamo di nuovo. Acqua, qualche biscotto e ripartiamo, questa volta spingendo le bici. Mancano 2,1 km di salita a Gorgofreddo, li faremo camminando, raccogliendo more che mangeremo salendo e cantando. Un pezzettino alla volta ci avviciniamo al paese. Il Miche si è ripreso; ride e scherza.
Entriamo a Gorgofreddo, finalmente una fontanella con accanto un albero di fichi. Ci rinfreschiamo a dovere, ci bagniamo la testa, beviamo l’acqua fresca. Non c’è niente che rimette al mondo quanto una fontanella. Fa miracoli. L’albero è pieno di fichi maturi. Uno tira l’altro. Obiettivamente come frutto è brutto da vedersi. Sembra che dentro ci siano tanti vermetti bianchi. Il Miche non lo vuol proprio assaggiare, e non sa cosa si perde. Sono dolcissimi e ne facciamo una bella scorpacciata.
Rimaniamo alla fontanella una mezz’ora prima di ripartire. Facciamo pochi centinaia di metri e arriviamo davanti alla chiesa del paese. Nel piazzale un gazebo con le panchine e una fontanella, di fronte un alimentari e un bar. È un punto perfetto per riposarci un po’.
Io e il Miche andiamo a fare la spesa per il pranzo. Taralli, yogurt, frutta, pane, mortadella e salame. Dobbiamo riprenderci.
Gozzovigliamo per due ore all’ombra del gazebo tra cibo, gelati e caffè al ghiaccio.
Mentre andiamo via un signore sulla settantacinquina che è venuto alla fontanella a fare scorta di acqua mi chiede una mano a caricare la cassa sull’Ape. Ovviamente accetto di buon grado. Devo caricare sulla sua Ape una cassa da ventiquattro bottiglie da due litri piene d’acqua. Faticata.
Ormai mancano quindici chilometri ad Alberobello e gran parte della salita è stata affrontata. In un’oretta siamo nel paese dei famosi trulli.
Non siamo ancora nel centro del paese che siamo circondati da queste strane casette a forma di cono. I muri sono realizzati in pietra e i tetti sono ricoperti di chiancarelle, lastre di pietra calcarea, diffusa in tutta la Murgia.
Realizzati nel XVI secolo dai contadini, i trulli sono stati usati per diversi secoli come abitazioni, fino a diventare una delle principali attrazioni della Puglia.
Il centro di Alberobello è affollatissimo, e non potevamo immaginarci niente di diverso data la fama che si è guadagnato il piccolo comune pugliese.
Giriamo il centro storico bici alla mano; i trulli sono disposti uno accanto all’altro, tra stradine e viottoli, distribuiti tra i quartieri Monti e Aia Piccola.
Tra una rinfrescata alla fontanella e una spesa per la cena trascorriamo due ore girovagando per Alberobello, prima di andare in campeggio.
Il campeggio è ai margini di Bosco Selva. Posizionano la tenda e facciamo la doccia. Dopo poco arriva una famiglia di Monza con due bambini le loro tende. Sono simpatici e i bimbi si metto a giocare insieme. Improvvisamente non sentono più la stanchezza ne la fame. Che antidoto potente è il gioco.
Oggi li lasceremo fare più tardi. Cena a base di pomodori e mozzarelle pugliesi. Poi a letto.