Oggi è il grande giorno. Se saremo fortunati potremo vedere, in natura, l’albatross reale e i pinguini minori blu, la specie di pinguino più piccola del mondo.
Abbiamo prenotato, per le 21:30, l’accesso all’area in cui si è stabilita una colonia di pinguini, che è limitato a 90 persone al giorno in modo che la presenza dell’uomo non sia troppo invasiva.
In poche centinaia di metri, potremmo vedere il pinguini rientrare al nido, dopo una giornata trascorsa a cercare cibo in mare, e ammirare gli l’albatross planare sopra le nostre teste.
Ci svegliamo a Dunedin con calma e con il solito clima scozzese; piove ed è piuttosto freddo. Per le 20:30 dobbiamo essere a Pukekura, la punta estrema della penisola di Otago che dista da noi poco più di trenta chilometri. Facciamo colazione e lasciamo i bagagli, che riprenderemo dopo aver visitato il centro di Dunedin, la seconda città più grande dell’isola del sud. È una piccola città studentesca con un centro raccolto in poche strade. Qualche negozio dedicato all’outdoor, molti negozi di souvenir, di cui uno scozzese con tanto di tartan, bandiere e cornamuse.
Ci concediamo un giro per i negozi facendo qualche piccolo acquisto, dato che lo spazio che abbiamo a disposizione è limitato e ogni peso in più dobbiamo portarcelo in giro.
Arriva l’ora di mettersi in viaggio. Pranziamo al nostro supermercato di fiducia, New World, e andiamo a prendere i bagagli. Ringraziamo il gentilissimo signore e ci mettiamo in viaggio.
Usciamo da Dunedin attraverso una zona di capannoni e dopo poco stiamo già percorrendo la penisola di Otago che, per lunghi tratti, è servita da una bella pista ciclabile che costeggia il mare. La strada si chiama Portobello Road; Dudu ed io cantiamo, come un disco incantato, la canzone di Mary Poppins. Al nostro passaggio le anatre che si stanno riposando sul prato volano in mare, i cormorani volano a pelo d’acqua e i piccoli gabbiani dalle zampette e dal becco rosso volano via. Un paesaggio particolare, tra mare e montagne con cime arrotondate.
Arriviamo a Portobello, l’ultimo paesino che incontreremo, circa a metà strada tra Dunedin e la punta estrema della penisola, poche case e qualche bar per gustare un flat white o mangiare una apple pie davanti al mare. Sarebbe da fermarci, ma abbiamo la smania dei pinguini.
Per la notte abbiamo preso una camera all’ Harington Point motel, una struttura a soli 2,5 km da dove sono i pinguini.
Sono appena le cinque e mezza. Facciamo una doccia e ceniamo per le sette. Alle otto siamo di nuovo in sella. Due chilometri e mezzo con una ripida collinetta nel mezzo e arriviamo al Royal Albatross Centre, dove abbiamo appuntamento. Intorno a noi migliaia di piccoli gabbiani dalle zampe e becco rosso. È il loro territorio e lo presidiano benissimo; l’aria è satura dell’odore del loro guano, che è forte e sa di pesce. Dudu va in giro con il naso tappato, ma piano piano si abitua anche lui.
Il Royal Albatross Centre è un centro ricavato in una vecchia struttura militare di fine ottocento. Dentro, oltre a tutto il merchandising riguardante i pinguini e gli albatross, sono riportate le testimonianze del luogo e degli uomini che, in un altro tempo l’hanno abitato.
Siamo un’ora in in anticipo. I pinguini dovrebbero rientrare tra le 21.30 e le 22:30. Alle 21:30 l’appuntamento è nella hall del centro. Esploriamo un po’ i dintorni. Affacciati su di una scogliera a picco sul mare per oltre 200 metri vediamo le foche, ogni tipo di volatile marino e, dopo un po’, un maestoso albatross reale plana sopra le nostre teste. Può sembrare simile al gabbiano, ma appartiene ad un’altra specie animale. È grandissimo, ha una apertura alare gigantesca e un grande becco giallo. Lo vediamo passare almeno due volte. Siamo stato fortunati.
Alle 21:30, puntuali, siamo nella hall del centro. Un addetto ci spiega come dobbiamo comportarci per non disturbare i pinguini, dopo averci illustrato le caratteristiche di questa specie.
Scendiamo lungo la scogliera fino Point Beach; qui è stata allestita una piattaforma in legno per osservare i pinguini. Li vedremo da lontano….. forse.
Per il primo quarto d’ora niente, a parte un gabbiano che pensa bene di liberarsi del suo guano sulla mia giacca. Speriamo di non aver buttato i soldi. Ad un certo momento, in lontananza, in mare compare mare una macchia nera che si avvicina piano piano. Saranno loro? La marea nera arriva sulla spiaggia. Sono proprio loro. Dei piccoli pinguini saltano fuori dall’acqua. Siamo emozionatissimi. I pinguini con la loro andatura goffa iniziano a camminare lungo un piccolo sentiero per andare ai loro nidi. Ci passano a meno di un metro di distanza. La sensazione che proviamo è difficilmente descrivibile a parole. Meraviglia, tenerezza, stupore, gioia. Camminano a un palmo da noi, si chiamano l’un l’altro.
Dudu e li Miche impazziscono. Corrono da una parte all’altra della piattaforma a vedere i pinguini. Ne arrivano tre ondate.
Rimaniamo lì fino quasi alle 23:00, non vorremo più andare via.
Rimontiamo in sella ancora emozionati. Durante la pedalata verso casa non parliamo di altro. Abbiamo cambiato programmi un pochino titubanti, ma siamo felicissimi.
Domani ci sposteremo verso il Southland, la regione più a sud dove tra qualche giorno concluderemo questo meraviglioso viaggio.
Comments
1 commentoFrancesca
Gen 7, 2020Ma che meraviglia! Mi sono emozionata a leggere!
Alessandro Falleni
Gen 7, 2020È stata decisamente una esperienza emozionante. Difficilmente la scorderemo.