Boente. Fine della quindicesima tappa. Ormai mancano meno di cinquanta chilometri a Santiago. Giornata vissuta con calma. Ormai la meta è vicina e non c’è fretta di arrivare. Anche i panorami ti accompagnano verso il traguardo. Non sono più le montagne della Navarra che caricano per il viaggio o le sterminate mesetas della Roja e della Castilla y Leon che ti mettono alla prova. Sono dei boschi che trasmettono tranquillità e pace, quello che tante persone vengono a cercare in questo percorso. Boschi di eucalipto dal profumo inebriante. Corsi d’acqua da guadare o da attraversare su vecchi ponti romani. Piccoli paesi di poche case e un paio di bar, attraversati da pascoli di pecore e di mucche.
Tanta bellezza ha anche un lato negativo. Gli ultimi 100 km sono diventati molto commerciali e hanno perso lo spirito che ha caratterizzato il cammino per gli altri 700 km. Pellegrini con zaini che, si e no, possono contenere un perizoma (se piegato bene) con scarpe fighettissime, polo e gonnelline scicchettose. Pellegrini che racconteranno le difficoltà del cammino di Santiago: “Pensa non c’era nemmeno una manicure”. I commercianti che hanno alzato i prezzi in maniera sensibile.
Sicuramente godranno dei panorami come me, ma si perdono la ricchezza di entrare in contatto con un meltin pot di persone, ognuna con qualcosa da raccontare.
Buonanotte. Domani l’ultima giornata di avvicinamento, prima di entrare a Santiago.
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