Siamo a Foggia. Ancora pochi chilometri e avremo completato il coast to coast, dopodiché inizieremo a scendere lungo la costiera pugliese fino a De Finibus Terrae.
Ci svegliamo a Buonalbergo. La notte è stata parecchio complicata a causa del dolore all’appendice, tanto da chiedersi se sarei riuscito a proseguire il viaggio. Fortunatamente sto meglio, non benissimo, ma decisamente meglio. Facciamo colazione, ci prepariamo e riprendiamo da dove avevamo interrotto il giorno prima.
Oggi saliremo per circa trecento metri, dopodiché sarà tutta discesa fino quasi a Foggia, dove prima delle pianura c’è una collina da superare.
Il panorama è bellissimo. Sotto di noi si vedono vallate in parte coltivate e in parte ricoperte da boschi. È caldo, ma c’è sempre una leggera brezza.
Dopo una quindicina di chilometri lasciamo il Sannio e entriamo in Irpinia nel comune di Ariano Irpino; siamo in provincia di Avellino.
Poco dopo siamo Savignano Irpino. Qui un panificio ci ispira particolarmente. Ci fermiamo. Dentro focacce di ogni tipo che sfornano caldissime in continuazione. Prendiamo due focacce con funghi e peperoni e due con il pomodoro e ci accomodiamo fuori dal panificio per gustarle. Dopo di noi arrivano tre amici sui cinquantacinque anni. Si siedono accanto a noi e ci mettiamo a parlare insieme. Di tutto: dai viaggi in bici, al territorio circostante, alla bontà dei prodotti del panificio. Sono tre amici cresciuti ad Ariano Irpino. La vita li ha portati a fare lavori in città lontane e distanti tra loro, e, ogni estate si ritrovano nel loro paese nativo per trascorrere del tempo insieme. Ho trovato questa cosa particolarmente bella. Crescere, ma insieme tornare i bambini di sempre.
Ripartiamo. Nel giro di una decina di chilometri siamo in Puglia, in provincia di Foggia. Purtroppo, contestualmente al cambio di regione, notiamo cumuli di spazzatura ai lati della strada, in particolare tantissime bottiglie di vetro, ma anche stufe e sacchi colmi di bottiglie di plastica. Sembra che nel giro di qualche chilometro ci sia un’altra percezione del rapporto con il territorio e con la natura.
La strada è prevalentemente in discesa ed è percorsa prevalentemente da camion che trasportano pomodori; i chilometri scorrono via velocemente fino a quando incontriamo un’ultima collina, a dire il vero impegnativa, prima di percorrere gli ultimi venti chilometri che ci portano a Foggia.
Passare per Foggia non era nei programmi, ma data la scarsità di strutture a Cavalluccio dei Sauri e a Ordona, abbiamo deciso di passare per il capoluogo di provincia, dove, trovare un posto per dormire, è sicuramente più facile.
Il tempo di fare una foto tra gli ulivi, controllato a vista da più persone come fossimo la banda delle olive e il tempo che Michelangelo si riempia di spine cogliendo un fico d’india che entriamo a Foggia. L’ingresso è piuttosto traumatico. La quantità di rifiuti ai lati della strada alla periferia della città è impressionante. Sanitari, divani, materiali di scatto edili, eternit, gomme di auto, sedili di auto, parabrezza in frantumi e chi più ne ha più ne metta. Un brutto vedere, e, in uno scenario del genere aumenta anche la percezione di insicurezza.
Per trascorrere la notte abbiamo trovato una camera in un b&b in centro città, nel quartiere settecentesco. Anche se qualche edificio è visibilmente decadente il quartiere è molto bello e vale una visita. Sembra di essere veramente sospesi in un tempo passato.
Noi scopriamo con piacere di avere un’intera casa a disposizione con tanto di terrazzini che si affacciano su una strada che sembra il set di un film. La casa è in un edificio storico; le scale hanno una corte interna. I soffitti sono altissimi.
Dopo una doccia usciamo a fare un giro. Torniamo a casa per cena con due polli allo spiedo, dei pomodori da condire e della frutta.
Ceniamo con soddisfazione e, prima di andare a letto ci concediamo dei cornetti caldi alla cornetteria sotto casa.
Ora, dopo oltre settanta chilometri, e una giornata sotto il sole, non ci resta che andare a letto!