Siamo a Torre Rinalda, in provincia di Lecce, dopo una giornata ricca di emozioni in cui abbiamo abbracciato tre province.
Ci siamo svegliati a Bosco Selva. Questa volta i bimbi non si sono fatti pregare per alzarsi, dato che i bambini della tenda vicina sono stati super mattinieri.
Dopo la colazione e le operazioni di rito propedeutiche alla partenza salutiamo i nostri amici e ci mettiamo in sella. Oggi la tappa sarà piuttosto lunga, ma avremo tanta discesa davanti a noi.
Scendiamo attraverso la Valle d’Itria, un avvallamento di natura carsica ricoperto dall’inconfondibile terra rossastra; un territorio costellato di trulli, alberi di ulivo e vigneti. La discesa ogni tanto è interrotta da brevi saliscendi piacevoli da pedalare.
Il morale è buono, pedaliamo parlando di ciò che ci circonda e ci godiamo la campagna che ci circonda; qualche ciclista in bici da corsa ci supera salutandoci e incitando i bimbi.
Qualche chilometro di salita non troppo impegnativa e siamo a Locorotondo, un affascinante borgo dalla caratteristica forma circolare a cui deve il nome.
Le gambe girano bene e rimandiamo la sosta al prossimo paese. Lasciamo la provincia di Bari per entrare in quella di Brindisi. Arriviamo a Cisternino, un borgo dal sapore di una volta. Ci fermiamo ad un bar per una gustosa seconda colazione. Per i bimbi delle paste, cappuccino per Micky e caffè con ghiaccio per me.
Ora, visto che il programma della giornata è denso, facciamo tutta una tirata fino ad Ostuni, la città bianca il cui colore bianco delle pareti delle case ha una ragione storica. Nel passato la città di Ostuni è stata colpita più volte dalla peste e ricoprire i muri con la calce permetteva di igienizzare la zona e renderla asettica.
Visitiamo, mascherine alla bocca, l’affollatissimo centro storico fatto di stradine ripide e imbiancate ricche di botteghe di souvenir e ristoranti tipici.
Le stradine sono invase da Ape Calesse, una sorta di tuk tuk thailandesi in salsa Piaggio, cariche di turisti. Mi chiedo come si faccia, a meno di non aver problemi di mobilità, a visitare il centro storico di Ostuni, che è minuscolo, a bordo di un Ape Calesse. Misteri di un tipo di turismo che non capiremo mai.
Riprendiamo la bici e ci dirigiamo verso il mare, dopo due giorni di colline vogliamo fare un bel bagno.
Prima tappa è Torre Santa Sabina dove ci aspetta la grotta azzurra. Fortunatamente non ci sono tante persone. Lasciamo le bici tra gli scogli e ci dirigiamo subito verso l’attrazione principale. Un buco quasi perfettamente tondo nella roccia calcarea al di sopra di un’acqua azzurrissima. Di qui, attraverso una grotta si accede al mare. Il soffitto della grotta per il riflesso del sole nell’acqua attraverso il buco sembra dorato.
I bimbi sono impazziti; gli sembra di essere in un film del pirata Jack Sparrow e anche noi adulti siamo emozionati. Facciamo foto, ci tuffiamo con la GoPro, tanto che non usciremmo mai dall’acqua.
Arriva il momento di andare via. Dormiremo in un campeggio a Torre Rinalda e dobbiamo ancora pedalare per diversi chilometri.
Il campeggio è bello. Ha una spiaggia privata e l’animazione, che dobbiamo pagare anche se non ne usufruiremo. Montiamo la tenda e andiamo un‘ora in spiaggia prima di andare a cena. È domenica, non abbiamo trovato supermercati aperti e questa settimana non abbiamo ancora mangiato la pizza. Delle ottime ragioni per andare alla pizzeria del campeggio che ha dei prezzi decisamente onesti. Concludiamo la serata in bellezza dopo una giornata intensa e oltre settanta chilometri percorsi. Possiamo andare a letto felici.