Siamo nel Southland la regione più a sud della Nuova Zelanda. Abbiamo lasciato l’Otago che ci ha stupito ed emozionato con la sua varietà di paesaggi: i laghi, le vallate, le colline , le baie e le alte scogliere. Ora dobbiamo percorrere da nord a sud questa regione per arrivare a Bluff, il punto più a sud dell’isola.
Ci svegliamo nella nostra stanza di Harington Point, vicino al luogo dove abbiamo visto i pinguini. L’argomento della colazione, ovviamente, sono ancora i loro, i pinguini. Vederli a così breve distanza è stato davvero emozionante.
Dobbiamo tornare a Dunedin da dove prenderemo un pullman per Gore. La giornata è soleggiata, ma c’è un fastidioso vento che renderà più complicato percorrere i trenta chilometri che dobbiamo percorrere. Il vento è forte e a tratti procediamo con fatica.
Ci fermiamo a Portobello, il paesino di poche case affacciate sul mare. Il bar “Penguin” è perfetto per una sosta. Cappuccino per Micky, apple pie per Dudu, brownie pie per Il Miche e flat white per me. Passiamo un’ora rilassati a goderci la nostra coccola prima di ripartire.
Raggiungere Dunedin è più difficile del previsto. Dobbiamo fermarci più volte poiché il vento, oltre a rendere faticoso procedere fa venire il mal di testa.
Arriviamo a Dunedin intorno alle 15:30, alle 17 abbiamo il pullman per Gore. Un pranzo veloce e cerchiamo il luogo dove prendere il pullman. Nessuno sembra saperlo e ci spostiamo più volte da una parte all’altra della città. Ora il rischio di perderlo è reale. Smontiamo le biciclette velocemente, ma il pullman non arriva. Dudu ed io facciamo un giro e lo vediamo in una strada vicina. Con tanta fatica, un po’ di pazienza da parte dell’autista e l’aiuto di un ragazzo c’è ci ha dato una mano riusciamo a caricare le bici e a salire a bordo.
Arriviamo a Gore quasi alle 20. Fa freddo e piove; mentre montiamo le bici cerchiamo un campeggio. Lì avranno delle cabin in cui passare la notte. Fortunatamente è a soli tre chilometri da noi.
Arriviamo al campeggio. La signora continua a ripeterci che le cabin che ha disponibili sono davvero basic, ma piove e noi non abbiamo voglia di spostarci. Andrà benissimo qualsiasi cosa ci proporrà. Terrificante. Quattro brande vecchie e sporche in una stanzetta minuscola, fredda e altrettanto sporca. Ormai rimaniamo qui. Nei bagni, con ragnatele ovunque, sporco in terra e mura scalcinate, dei cartelli ci ricordano di lavarci le mani. È giusto pensare all’igiene 😀.
Minestrine calde, tonno e fagioli, poi a letto.
Ci svegliamo la mattina, ancora vivi, nel campeggio di “venerdì 13”. Il freddo è sempre micidiale, così come il vento. A far colazione con noi nella orrenda cucina, comune una famiglia che da Christchurch è venuta vacanza nel Southland. Il padre mi dice che in 52 anni di vita non si ricorda un’estate così fredda e piovosa. Bene. Siamo stati proprio fortunati 😀.
Ci mettiamo a in sella; al vento costante che soffia a folate, tanto da spingerci per terra, si aggiunge la pioggia. Facciamo più pause perché il Miche è in evidente crisi e non deve essere un supplizio. Purtroppo lungo la strada non ci sono negozi o bar nei quali fermarci, quindi le pause sono a bordo strada. Finalmente un locale a bordo strada dove possiamo prendere qualcosa di caldo. Per Dudu e per me una tortina salta ripiena di carne, per il Miche pollo fritto e per Micky un muffin.
Riprendiamo le bici riscaldati dalla merenda calda e ci rimettiamo in viaggio. L’obiettivo sarebbe quello di percorrere sessanta chilometri, ma con il passo che abbiamo è estremamente difficile. La pioggia è fastidiosa e fredda, ma il vento rende la pedalata complicata. Arriviamo nel paesino di Edendale, dove la locale fabbrica di formaggio da lavoro a gran parte degli abitanti di tutti i paesini dell’area. Ci fermiamo a pranzo in un take away. Unica cosa disponibile pollo fritto in tutti i modi e patatine. Andrà benissimo.
Quando usciamo non c’è più traccia né di Dudu, né Miche né delle quattro bici. Ci guardiamo intorno preoccupato, finché non ci chiamano da un vicino parco giochi dove hanno avuto la premura di spostare anche le bici. Mentre mangiamo al parco giochi arrivano due signore anziane con una bambina piccola. La bambina, Sofie, cinque anni, vuole giocare con Dudu e il Miche. Bene, così Dudu esercita un pochino l’inglese. Le signore parlano con me del tempo; una estate così fredda non la ricordano. Siamo a due che c’è lo dicono.
Il vento sta peggiorando ulteriormente, quindi decidiamo di passare la notte a Edendale. Caroline, la nonna di Sofie telefona al motel del paese chiedendo una camera per noi. L’avremo a metà prezzo. Micky ed io andiamo a prendere possesso della camera, mentre Dudu e il Miche si fermano un pochino a giocare con Sofie.
Il motel è piuttosto carino, e, come tanti motel di questi paesini ha annesso il pub dove si riuniscono le persone del posto. Colgo l’occasione di bere una buona birra in compagnia degli operai della fabbrica di formaggio che stanno staccando dal lavoro. Il pub ha due televisioni; in una trasmette il trotto e nell’altra una partita di rugby femminile tra le All Blacks e gli USA.
La camera è bellissima. Soggiorno con divani di pelle, televisione e tavolo e angolo cottura. Camera e bagno. Facciamo una bella doccia, e ceniamo con la TV sintonizzata su NZ1 che trasmette gli Australian Spartan Games, infine andiamo a letto nella speranza che il tempo possa migliorare.
Foto prima giornata
Foto seconda giornata