Siamo a Bratislava, capitale della Slovacchia, in una pensione la cui facciata è decisamente decadente, ma le camere sono carine e pulite. Abbiamo attraversato il secondo confine di questo viaggio, situato lungo il fiume Danubio che in pochi chilometri divide l’Austria, la Slovacchia e l’Ungheria.
Ci svegliamo a Vienna. Purtroppo Niccolò continua ad avere una forte irritazione, sempre localizzata dietro al collo, che sembra peggiorata.
Fuori sta piovendo anche se con il passare delle ore il tempo dovrebbe migliorare. Colazione, carico delle bici e siamo in sella. Le numerose piste ciclabili di Vienna fanno si che si possa pedalare in città senza rischi.
Una telefonata di lavoro per Micky necessita di una sosta affinché possa verificare dei dati sul pc. È il momento per uno spuntino. Niccolò, Michelangelo ed io entriamo in un centro commerciale. Niccolò è subito attratto da Dunkin’ Donuts, una catena di caffetterie e pasticcerie, famosa per le sue ciambelle (donuts) e per il caffè, che abbiamo conosciuto negli Stati Uniti.
Un donuts per Michelangelo, un donuts più cioccolata calda per Niccolò.
Ripartiamo per fermarci subito dopo in una farmacia a far vedere il collo di Niccolò. Abbiamo con noi un po’ di medicinali, ma sentire un medico ci fa stare più tranquilli. La dottoressa guarda Niccolò poi ci consiglia un antistaminico e una pomata cortisonica con pochissimo cortisone altrimenti servirebbe la prescrizione medica. Applichiamo subito la pomata e proteggiamo la parte dal sole, nella speranza che migliori in fretta.
Continuiamo a pedalare nella periferia di Vienna in direzione Slovacchia. Notiamo che l’unico scooter presente da queste parti è la Vespa che ha nettamente il sopravvento sui vari scooter giapponesi.
Intanto la giornata si è aperta; il cielo è limpido ed è decisamente caldo. Ritroviamo l’Euro Velo 6; pedaliamo sull’argine sinistro del Danubio. Alla nostra destra numerose persone prendono la tintarella lungo fiume. Nudi.
Lasciamo il Danubio sulla nostra destra; la ciclabile costeggia ora un grande impianto petrolifero che, con il suo odore pungente, toglie un po’ di romanticismo al tracciato.
La pista ci riporta in aperta campagna tra prati, boschi e piccoli stagni. Una sosta in un piccolo chiosco dedicato ai ciclisti per una bibita rinfrescante, che Niccolò e Michelangelo accompagnano ad una non altrettanto rinfrescante salsiccia, e ripartiamo senza fermarci più fino alla piccola cittadina Hainburg an der Donau, vicino al confine con la Slovacchia. È una città storica risalente all’epoca romana e il suo centro storico conserva ancora molte tracce del suo passato medievale.
Un piccolo locale affacciato sul fiume è l’ideale per l’ultima sosta prima di arrivare a Bratislava. Ci godiamo un momento di relax seduti su delle chaise longue tra gli alberi vista fiume, quando, all’improvviso, il vento comincia a cambiare.
Prima è solo una brezza leggera che muove le foglie degli alberi, ma in pochi minuti si trasforma in raffiche sempre più forti. Gli uccelli volano via in fretta, mentre gli alberi iniziano a piegarsi sotto la forza del vento ed alcuni rami più deboli si spezzano e cadono a terra. Uno sfiora letteralmente Michelangelo e me.
La luce del giorno si attenua ed il cielo diventa quasi nero mentre intorno vola tutto. Ci mettiamo al riparo e dopo pochi minuti il vento cala.
Ripartiamo col cielo nero; dopo poco superiamo il confine senza alcun controllo. Inizia a piovere e una tempesta di fulmini in avvicinamento ci costringe a trovare riparo sotto una tettoia fino a quando si è allontanata.
Finalmente entriamo a Bratislava. Davanti a noi il castello, simbolo della capitale slovacca, situato su una collina, domina il Danubio.
Arriviamo all’hotel. Abbiamo pedalato quasi 80 chilometri. Ci sistemiamo, doccia e usciamo per una veloce visita al centro storico e per cenare.
Tappa obbligatoria è la Chiesa Blu, il monumento forse più conosciuto di Bratislava; è una chiesa di stile Art Nouveau con influenze dell’architettura ungherese che deve il suo soprannome alla tonalità blu che colora l’intera struttura, dal tetto smaltato ai dettagli delle pareti esterne e interne.
Cerchiamo ora un locale per cenare, ma sembra che in questa città si facciano solo gli aperitivi e si beva birra.
Riusciamo con fatica a trovare un locale carino e a mangiare prima di tornare in hotel. Lungo la strada, affollata di nightclub, ci fermiamo ad una gelateria. Due gelati piccoli e due medi per la bellezza di 25 euro.
Sono le 21 ed è davvero ora di dormire. Domani ci aspettano ulteriori 80 chilometri nel corso dei quali lasceremo la Slovacchia per entrare in Ungheria.