Siamo nella nostra tenda in un campeggio di Wanaka, poiché nelle città il campeggio libero è assolutamente vietato. Wanaka è una bella cittadina nella regione dell’Otago. Sorge sulle rive di un lago, è circondata dalle montagne da tanto verde. Il centro è vivacizzato da negozi, bar e ristoranti. Gran parte dei negozi sono specializzati su abbigliamento e accessori per l’outdoor come mountain bike, arrampicata, trekking, canoa, e chi più ne ha più ne metta. Il turismo è prevalentemente composto da giovani.
Ci svegliamo nella nostra camera con vista sulle montagne di Haast. Oggi lasceremo la west coast che ci ha regalato tante emozioni per paesaggi e colori e ci ha tormentato con i suoi sandfly. Una abbondante colazione e carichiamo le bici. Pioviggina, tanto per cambiare. Copriamo i tre chilometri che ci separano dalla fermata del pullman, dove arriviamo bagnaticci. Smontiamo le bici e le chiudiamo nelle loro sacche, ormai è un esercizio che ci riesce piuttosto bene.
Arriva il pullman. L’autista, un tipo alla Gordon Ramsey, sorridente e brillante ci saluta amichevolmente. È da subito gentile e scherza con noi sul fatto delle biciclette e della mole di bagagli. Si vede che fa con piacere il proprio lavoro, e lo fa piuttosto bene. Ci aiuta a sistemare le bici, scambia qualche parola con noi, e partiamo.
Appena partiti accende il microfono, ci da il benvenuto con una voce da deejay consumato, e poi si lascia andare raccontandoci dettagli di quel che vediamo. Il pullman è partito da Fox Glacier. Ci racconta che il ghiacciaio, come gran parte dei nomi di luoghi dell’isola, è stato cambiato dagli europei. I maori lo chiamavano “lacrime di principessa “.
La leggenda maori narra che una principessa era innamorata delle montagne in cui viveva. Amava correre tra le vette, camminare lungo i crinali e arrampicarsi. Le montagne erano la sua vita. Un giorno la principessa incontra un giovane. I due ragazzi si innamorano. Lui però non ama le montagne. Ama pescare al lago e passare le serate sulla spiaggia. Tuttavia per amor della principessa la segue sulle montagne. Anche se sogna il mare corre con lei e per le vette, cammina lungo i crinali e si arrampica su per le pareti rocciose. Durante una di queste attività, che fa con la principessa, il giovane cade e muore. La principessa si siede sulla vetta disperata. Piange, piange, versa fiumi di lacrime e uno di questi, ghiacciandosi ha dato vita al ghiacciaio. Ora sta a noi scegliere se continuare a chiamare il ghiacciaio con il nome europeo o con quello maori.
L’autista ancora ci invita a guardare la confluenza tra l’Haast River e il suo affluente maggiore il Landsborough River; due fiumi azzurri come il cielo. Qui viveva l’aquila di Haast, estintasi intorno al 1500. È l’aquila più grande mai esistita, e il super predatore dell’isola, con una apertura alare di tre metri, quella in cui il mago Gandalf si trasforma nel Signore degli anelli.
Dopo poco il pullman si ferma. Aspettiamo un pullman che arriva da Queenstown. Gli autisti si scambiano. Il nostro torna con l’altro pullman a Fox Glacier e l’altro prende il nostro pullman e torna a Queenstown.
Il nuovo autista è meno loquace del primo, ma altrettanto attento a regalarci racconti. Ci spiega come è nata la Nuova Zelanda, dal momento della deriva dei continenti, come si sono formate le montagne e i laghi glaciali che vediamo del finestrino.
Arriviamo a Wanaka. Ci piace subito. È curata, verde, vivace. Il pullman ci lascia in prossimità di un bel parco. Mentre Micky ed io montiamo le bici bimbi vanno a giocare. La giornata è soleggiata. Facciamo un giro in centro fermandoci in più negozi a curiosare, prima di fare una pausa con una “pepperoni pizza” da Domino’s pizza, una catena americana di pizzerie. Buonissima.
Si è fatto tardi e dobbiamo trovare un posto dove dormire. Andiamo all’unico campeggio di Wanaka. Doccia e cena con straccetti di manzo al limone e insalata di cavolo. Poi a letto. Domani pedaleremo nell’Otago.