Amyndeo, Macedonia, Grecia del nord. Siamo in una delle regioni più controverse e interessanti della Grecia. Questa è la terra di un popolo che tutti abbiamo conosciuto nei libri di storia, quello dei makedònes, e del suo condottiero Alessandro Magno. Quindi guai a confondere la Makedonìa con la neonata nazione Macedonia del Nord.
Ci svegliamo a Bitola. La Macedonia del Nord, almeno quella vista da noi, al confine con Grecia e Albania ci è piaciuta. Verde, con tanti laghi ed una storia da raccontare. Le persone sono cortesi e disponibili. Oggi però è il giorno in cui saluteremo questo piccolo stato a favore della Grecia.
Alle 9 siamo già in sella. Prima di partire passo il lubrificanti alle catene di tutte le bici. Ne hanno bisogno dopo l’acquazzone di ieri.
Usciamo dalla città e, in un batter d’occhio, copriamo i quindici chilometri che ci separano dalla frontiera. Il confine tra Macedonia del Nord e Grecia è protetto da una lunga rete con filo spinato e sorvegliato da telecamere.
Il solito controllo veloce ai passaporti e siamo in Grecia. Gli orologi e i telefoni si sincronizzano sul nuovo orario, spostandosi un’ora in avanti
Siamo ancora a 700 metri sul livello del mare, in un altipiano coltivato; intorno a noi le montagne. È una bella giornata; il sole splende e la temperatura si mantiene piacevole intorno ai 24 gradi. L’ideale per pedalare.
Attraversiamo un ponte che corre sopra l’autostrada per imboccare uno stradello. Un cartello ci avvisa di far attenzione agli orsi. Gli orsi In Grecia? Siamo nel mezzo a campi coltivati; come è possibile?
Eppure durante la giornata troveremo decine di cartelli che invitano gli automobilisti a far attenzione agli orsi.
Ora pedaliamo tra i campi mietuti e grosse balle rotonde. Percorriamo i chilometri senza neanche rendercene conto.
Ci fermiamo in un minuscolo paesino. Un unico bar nella piazza centrale dove mangiamo qualcosa prima di ripartire. Io decido di concedermi un caffè.
Entro con il Miche nel bar. Qualche vecchietto fuori che parla fitto fitto al tavolino come al bar Lume. La comunicazione con il barista è impossibile. Non riusciamo a comunicare nemmeno a gesti. Chiedo un caffè, a coffee, kafe, ma niente. Alla fine sembra capire anche se replica con mille domande.
Ne esco con un caffè greco. Una brodaglia di caffè con la densità di un bicchiere di acqua e sabbia. Qui è una bevanda nazionale, per me il primo approccio è stato terribile.
Ora è tutta una tirata fino a Amyndeo. Alloggiamo, un po’ fuori dal piccolo centro, in un hotel quattro stelle in decadenza. Arredamento curato, ma piuttosto vecchio. Piscina bellissima, spa non funzionante e palestra di tutto rispetto.
Alla reception una signora gentilissima. Ci spiega che le spese di gestione sono troppo alte e che dopo il coronavirus, sono stati abbandonati non riuscendo più a far fronte alle tante spese per la manutenzione. Tanti esercizi commerciali o turistici sono stati costretti a chiudere.
Ci rilassiamo un po’. Micky, Niccolò e Michelangelo in piscina, io in palestra.
Occorre però cenare. Io e Niccolò ci facciamo una bella camminata fino al centro per comprare la cena. Siamo in Grecia, quindi compriamo gli ingredienti per una bella insalata greca. Pomodori, cetrioli, cipolla, olive, e feta.
Cena nel terrazzo e a letto. Domani ci aspettano circa novanta chilometri per lo più di strada sterrata.