Finalmente a letto dopo una giornata veramente faticosa. Poco meno di cinquanta chilometri pedalati, di cui circa la metà percorsi nel bosco.
Una temperatura primaverile che ci ha fatto indossare e togliere più volte le termiche.
Ci svegliamo nella nostra casa nuova nuova di Wyszków. Una colazione a base di toast per affrontare la giornata e in sella.
Viaggiamo nella campagna polacca tra piccoli paesi, campi coltivati e boschi. Ci sono tantissime case in costruzione. La struttura in legno, data l’abbondanza di questo materiale da costruzione, il tetto grigio a spiovente per le nevicate invernali. La strada è completamente pianeggiante e l’asfalto è liscio; riusciamo a tenere una buona media.
Ci fermiamo a metà mattina in un parco giochi per riposarci e fare merenda. Nel parco ci sono due bambini con la mamma. Hanno voglia di comunicare con noi. La mamma prova a comunicare con molta difficoltà in un inglese stentato, i bambini, dopo essersi girati un po’ intorno, iniziano a giocare insieme. Il gioco abbatte ogni barriera linguistica.
Ci salutiamo e riprendiamo la nostra strada. Dudu ci dice che ha trovato una scorciatoia attraverso un bosco. Ci sembra una bella idea. Pedaliamo in un bosco e ci risparmiamo qualche chilometro. Imbocchiamo quindi un sentiero sterrato che si inoltra nel bosco. Il paesaggio è bellissimo, così come la sensazione di pace. Ci fanno da colonna sonora gli uccelli con i loro versi.
Pedalare nel bosco è faticosissimo; il terreno è sabbioso e le nostre biciclette, appesantite dai bagagli, ci affondano. Ci sono tratti con talmente tanta sabbia che dobbiamo procedere a spinta.
La Polonia è completamente pianeggiante da Varsavia fino al mar Baltico, ed il suo terreno particolarmente sabbioso con rocce di granito tondeggianti. Lo spostamento dei ghiacciai durante l’ultima era glaciale ha triturato le rocce lasciano dietro di se terreni sabbiosi e delle rocce di granito, provenienti dalla Scandinavia, perfettamente levigate.
Intanto, mentre procediamo nel bosco inizia a piovigginare e ben presto la pioggerellina si trasforma in un acquazzone che ci costringe a lasciare il sentiero per andare a cercare riparo sotto gli alberi. Fortunatamente la pioggia è durata non più di venti minuti.
Riprendiamo il nostro percorso nel bosco a tratti in sella e a tratti a spinta. La fame si fa sentire e ci promettiamo che non appena usciamo dal bosco ci fermiamo a pranzare.
Usciti dal bosco ci fermiamo in uno spiazzo e ci premiamo con pane e frittata, preparato la mattina, e frutta. Durante la pausa pranzo, accompagnata da un bel sole, mettiamo ad asciugare ciò che era bagnato.
Mancano una quindicina di chilometri all’agriturismo dove dormiremo, quindi ci rimettiamo in sella. Oggi arriveremo presto e avremo il tempo di rilassarci.
Sulla nostra strada ancora sette chilometri di bosco sabbioso e, se possibile, ancora più fitto. La fatica si fa sentire.
Finalmente arriviamo all’agriturismo. Un ospite ci dice che dobbiamo telefonare alla signora. Chiamiamo nella speranza che parli inglese. Niente, solo polacco, francese e russo. Improvviso una conversazione in francese, con il mio francese che non va oltre il nome di qualche giocatore o la marca di qualche auto francese. La signora dice un sacco di cose che non capisco, e io rispondo con: “Arrivé!”. Dall’altra parte della cornetta arriva un “Savà”. Perfetto. Qualcosa ha capito: “Merci beaucoup” e ci mettiamo ad aspettare.
Arriva la signora a darci le chiavi delle stanze. Micky e il Miche in una camera, io e Dudu nell’altra.
Ci separiamo Micky e Dudu vanno a fare la spesa, il Miche fa i compiti e io cerco di aiutarlo tra un pisolino e l’altro.
Purtroppo è domenica e tutti i supermercati sono chiusi. Fortunatamente Micky e Dudu hanno trovato una pizzeria che ci porta la pizza qui.
Finalmente arrivano le pizze. Due. Giganti. Sono accompagnate da alcune vaschette contenenti delle salse: ketchup, salsa rosa e una salsina bianca all’aglio. Servono per intingerci le croste. Posto che vai, usanze che trovi. Noi ci adattiamo facendo quanto previsto. Non male, anche se con la fame è buono tutto.
Condividiamo la pizza con il nostro vicino di camera, un signore israeliano che sta girando la Polonia a piedi, ed andiamo a letto. Una pizza Margherita e una scelta a caso tra quelle scritte in polacco con tante consonanti: prosciutto cotto e ananas. È andata bene.
Mangiamo eandiamo subito a letto. Oggi siamo veramente stanchi.
Comments
1 commentoGiovannella
Ago 5, 2019Compro una VOCALE!!!!!!
Nomi impronunciabili