Abbiamo iniziato a spostarci verso nord est inoltrandoci nelle campagne polacche. Verdi, verdissime, con le sue cicogne bianche che passeggiano nei campi in cerca di cibo e i tralicci elettrici scelti come base per i loro nidi. Sicuramente questa è l’immagine che caratterizza la nostra giornata.
Ci svegliamo a Varsavia, chiamata anche la Parigi del nord, intorno alle sette. Una colazione in ostello a base di pane prosciutto cotto e formaggio, una doccia e siamo pronti per partire, o almeno, quasi pronti. Il cambio del Miche non funziona come dovrebbe e ci fa perdere una mezz’ora buona. Iniziare la giornata con un problema meccanico non è il massimo, ma non ci facciamo scoraggiare.
Finalmente riusciamo a metterci sui pedali.
Ci fermiamo subito ad osservare la facciata della biblioteca nazionale, muri enormi, separati da vetrate, rappresentano le varie materie, dalla matematica all’informatica alla chimica; dalla musica, alla letteratura greca e araba. Bellissima.
Ripartiamo e una salita ci porta sulla cima di una collinetta, che in realtà è costituita da rovine della seconda guerra mondiale. Da lì si vede bene il modernissimo stadio del Legia Varsavia.
Percorriamo il ponte che attraversa la Vistola, il fiume che divide in due la città e, seguendo sempre una bella pista ciclabile usciamo da Varsavia. Una breve sosta ai margini di un parco recintato dove sono presenti gli orsi. Un cartello avvisa di non dar loro del cibo. Attendiamo un po’, ma degli orsi nessuna traccia.
I palazzi ed i grattacieli intanto lasciano prima il posto a casette con il prato curato e verde che caratterizzano la periferia della città, poi alla campagna con i trattori che trasportano enormi covoni di fieno. Il paesaggio è rilassante. La campagna, le cicogne, i boschi mettono in pace con se stessi. I chilometri scorrono bene, anche se è il primo giorno e dobbiamo trovare l’allenamento.
Una ragazza a bordo strada sta armeggiando alla ruota della sua bici; ci fermiamo a darle una mano. Il copertone ha un grosso taglio, la camera d’aria, probabilmente forata è uscita ed è avvolta al gruppo pignoni posteriore. Tentiamo di comunicare in inglese, ma nulla. Ci guarda e sorride. Facciamo quel che possiamo, sistemando la camera d’aria mettendo a posto il copertone e rimettendola in sella. Chissà quanto è lontana da casa, perché abbiamo l’impressione che la riparazione non duri molto.
Arriviamo a Wyszków, una piccola cittadina nel voivodato della Masovia. La prima giornata sui pedali è trascorsa. Ci premiamo con un bel gelato, prima di andare a prendere possesso della casetta in cui dormiremo.
Un signore ci attende, verifica la prenotazione e ci da le chiavi. Una casetta nuova nuova con cucina, bagno e una ampia camera.
A me e a Dudu il compito di fare la spesa, mentre Micky e il Miche rimangono a sistemare i bagagli e a fare la doccia.
Al supermercato prendiamo l’occorrente per le polpette e per la colazione; alla cassa due enormi, ma bianchissimi culturisti pagano due barattoli di miele giganti.
Una cena ricca e via a letto. La prima giornata ci ha reso stanchi e soddisfatti.
Comments
1 commentoFrancesca Martinelli
Ago 5, 2019Sono molto molto felice che siate di nuovo in viaggio, perché leggendovi mi sembra di viaggiare con voi, ed è un effetto che nessun altro travel blog mi fa. Sarà perché eravamo in Giappone nello stesso periodo e alcune tappe coincidevano? Sarà perché è un resoconto onesto e non un resoconto tutto per forza bello e luccicante? Non so. In tutti i casi, evviva e buon vento!
Alessandro Falleni
Ago 5, 2019Grazie mille Francesca. Ci ha fatto molto piacere il tuo commento. Cerchiamo di descrivere quello che facciamo è quello che vediamo. Sarà sicuramente un bel ricordo quando i bimbi saranno più grandi. Siamo quanto ci può essere di più lontano da dei viaggiatori “professionisti“. Siamo dei confusionari leggermente organizzati. Se lo facciamo noi possono farlo davvero tutti 😂