Settantaquattro chilometri pedalati nel voivodato della Podlachia, il far east polacco, e l’ultima regione della Polonia che attraverseremo prima di entrare in Lituania. Abbiamo pedalato tutto il giorno lungo la Green Velo, la ciclovia più lunga e moderna della Polonia. Si estende per duemila chilometri attraverso tutta la nazione. La natura circostante è incontaminata, tra campagna, foreste, corsi d’acqua e laghi ricchi di pesci e uccelli.
Siamo i primi ospiti a svegliarci nella casa di Osowiec. Fuori dalla camera nella quale abbiamo dormito io e Dudu una enorme pelle di cinghiale, che per dimensioni potrebbe essere un orso; lungo le pareti corna di cervo e di alce. Un arredamento un po’ inquietante.
Ha piovuto incessantemente tutta la notte, ma fortunatamente per il momento ha smesso. Colazione, preparazione bici e in sella.
Pedalando lungo una ciclovia incontriamo numerosi ciclisti e cicloturisti. Fino ad oggi ne avevamo incontrati pochissimi.
I chilometri scorrono bene. L’asfalto è liscio e i saliscendi sono dolci. Anche il morale è alto.
Ci fermiamo per pranzo in un mini market di uno dei tanti paesini che incontriamo. Pane prosciutto cotto e formaggio per tutti.
Riprendiamo il percorso. Ora costeggiamo vari corsi d’acqua e laghetti. Ci immettiamo in una stradella sterrata; pedaliamo di fianco ad un laghetto con i cigni e gli anatroccoli; il Miche è affascinato.
Una merenda veloce prima dell’ultima tirata fino a Augustów. La strada si snoda all’interno di una foresta. Il terreno sconnesso e pieno di buche, a causa del ghiaccio invernale, rende il passo più lento e lo stare in sella più faticoso.
Arriviamo a Augustów. Una cittadina termale di medie dimensioni che ha pagato un pesante tributo al secondo conflitto mondiale. La città è stata distrutta per il 70% e sono stati uccisi o fatti emigrare la maggior parte dei suoi abitanti.
Ci fermiamo in riva al lago. Il paesaggio ricorda le immagini che abbiamo nella mente dei laghi del Nord America. È circondato da foreste di abeti rossi e betulle. L’ideale per piantare la tenda.
Mentre ispezioniamo il luogo una signora che ci sente parlare italiano si avvicina. La salutiamo cortesemente; in un quarto d’ora ci racconta tutta la sua vita, poi si offre gentilmente di aiutarci a capire se si può piantare la tenda. In Polonia, a differenza di Lituania, Lettonia e Russia il campeggio libero è vietato.
Ci indica un posto, ma il tizio al quale dobbiamo chiedere si mostra subito scortese. Non fa per noi.
Proseguiamo per altri tre chilometri e troviamo un campeggio carino. Ci accoglie un anziano e grosso signore che tenta di farsi capire senza successo. Alla fine chiama Buba, un ragazzo che parla un ottimo inglese e ci spiega come funziona il campeggio. Ci offre anche una tenda non utilizzata, in modo che non si debba montare e smontare la nostra per un solo giorno; noi accettiamo di buon grado.
Il campeggio ha un acquapark. I bimbi , dopo aver socializzato con un bambino americano ai tappeti elastici, si infilano il costume e via nel lago. L’acqua è gelata.
Micky va a fare la spesa e torna con dei petti di pollo, dei limoni e dei pomodori.
Ottimo per preparare del pollo al limone con contorno di pomodori. Io faccio il cuoco mentre Micky prepara la tenda per la notte.
Una cena ottima e abbondante e a letto. Domani lasceremo la Polonia ed entreremo in Lituania.