Siamo a Nara in una guest house nel centro storico della città al termine di una giornata piuttosto faticosa.
Nara è la principale città dell’omonima prefettura ed è stata la prima capitale del Giappone dal 710 al 794.
Per noi sveglia alle 6:30, colazione e carico bici. Alle 8 siamo già in sella. Sappiamo che non sarà uno scherzo arrivare a Nara, inoltre vogliamo arrivare presto per poterla visitare.
Usciamo da Osaka percorrendo una pista ciclabile. Un sabato qualunque in pieno agosto, alle otto del mattino, il traffico è già caotico e i marciapiedi sono già affollati di persone e biciclette. Sfiliamo tra grattacieli e negozi alla moda per poi transitare nelle periferie, sempre ordinate, di questa immensa città.
Appena fuori Osaka la strada inizia a salire. Purtroppo l’unica galleria che ci eviterebbe di dover affrontare il passo Kuragari, sul monte Ikoma, e che avevamo pianificato di percorrere, è vietata alle biciclette. Non ci resta che pedalare lungo l’antica via che si arrampica su per il monte, percorsa fin dal 700dc da pellegrini e commercianti.
Un’ora di salita, senza tregua, fatta quasi interamente sui pedali. Poi, finalmente la discesa. Seguiamo i cartelli in direzione Nara, ma ad un certo punto qualcosa non va come dovrebbe. Ci ritroviamo in una stradina tra i boschi di bambù, accerchiati dalle zanzare e con una salita di fronte, che solo pensare di affrontarla sui pedali, con la bici carica, è follia. Avanziamo a spinta per circa due chilometri facendo dieci passi alla volta. Una macchina con una signora al volante si ferma e ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto; in un inglese stentato ci dice che quella strada è molto ripida e lunga e che arriveremo a Nara di sera morti di fatica. Ormai siamo a metà e non ha senso tornare indietro, anzi cerchiamo di accelerare.
La nostra caparbietà è più forte della salita e della signora che ci consigliava di tornare indietro, così un passo dopo l’altro, arriviamo alla cima. Riusciamo a vedere Nara in lontananza sotto di noi. Ora è solo discesa, o quasi.
Basta percorrere pochi chilometri dentro Nara per capire che è ormai votata al turismo di massa. Siamo molto lontani dal Giappone che abbiamo assaporato fino a qualche giorno fa. È distante pochi centinaia di chilometri, ma sembra dall’altra parte del mondo. Come prima cosa andiamo a lasciare i bagagli alla nostra guest house. Un ragazzo gentile con un inglese perfetto, cosa rara qui in Giappone, ci accoglie per il check-in, ci spiega le regole della casa e ci mostra la nostra stanza.
Lasciate le borse, e con le bici scariche possiamo andare a visitare Nara.
Andiamo al parco principale della città, dove scorrazzano liberi i cervi sacri. Secondo la dottrina shintoista sono messaggeri divini. Appena entriamo nel parco ci troviamo tra centinaia di cervi e altrettanti turisti intenti ad immortalarsi con loro. Gli animali, abituati alla presenza umana, si avvicinano in cerca di cibo e si fanno accarezzare senza troppi problemi. Dudu e il Miche impazziscono, tanto che è dura riuscire a convincerli a proseguire la visita.
Saliamo fino al Kasuga-taisha, conosciuto come il tempio delle mille lanterne. A parte i turisti che tolgono un po’ di magia e di sacralità al luogo,si respira un’atmosfera surreale, quasi da fiaba. Siamo in un bosco, immersi nel verde e circondati da centinaia e centinaia di antiche lanterne in pietra, che sorgono lungo il sentiero che conduce all’ingresso principale. Il tempio stesso e il suo colonnato rosso vermiglio sono circondari da una serie di lanterne in bronzo. Durante l’Obon, tutte le lanterne del tempio, che in realtà sono più di mille, vengono accese in onore dei defunti che tornano a far visita ai proprio cari. Dedichiamo un po’ di tempo alla visita del santuario, tra viottoli e scale.
È già tardi e dobbiamo ancora visitare il Todaiji un tempio spettacolare. È l’edificio in legno più grande del mondo al cui interno si trova una enorme statua di Buddha, alta più di 16m e costruita con 437 tonnellate di bronzo e 130 kg d’oro.
Purtroppo quando arriviamo lì il tempio è già chiuso. Cercheremo di visitarlo domattina prima di partire per Kyoto, la capitale imperiale del Giappone.
Siamo stanchissimi per la lunga e faticosa giornata. Facciamo la spesa, ceniamo nella nostra guest house e andiamo a letto. Domani ci aspettano altri cinquanta chilometri.