Siamo a Stamford una città nella parte sud orientale del Connecticut, quasi al confine con lo stato di New York, tanto che ormai viene considerata parte dell’area metropolitana della città di New York. Una città ricca, viene infatti collocata al terzo posto, dopo Chicago e New York, per numero di grandi aziende presenti.
Abbiamo pedalato prevalentemente in periferie urbane, alcune curate, altre decisamente brutte e malandate.
Ci svegliamo presto nel pessimo Super8 di New Haven. La colazione prevista e pagata non ci viene servita neanche qui. C’è poco da protestare con il disgraziato che passa tutta la giornata a lavorare e gli viene detto cosa comunicare agli ospiti. Possiamo inviare una email a Booking.com, ma le aspettative sul risultato che potremo ottenere non sono altissime. Facciamo quindi colazione in camera con quel che abbiamo di scorta e usciamo.
È decisamente meno freddo rispetto a ieri, anche se per terra le pozze d’acqua sono ancora ghiacciate. Attraversiamo la periferia fino ad arrivare al mare del Long Island Sound, il canale naturale dell’Oceano Atlantico compreso tra la costa del Nord America e Long Island. Mentre facciamo qualche foto e tocchiamo l’acqua il Miche raccoglie i gusci di ostrica lungo la spiaggia nella speranza di trovare una perla.
È il momento di andare via, e di trovare un Dunkin Donut’s perché Micky tra poco più di mezz’ora ha una riunione di lavoro.
Ci fermiamo cinque chilometri dopo. Rimaniamo fermi circa un’ora in cui Micky partecipa alla riunione, io rispondo a qualche email, Dudu e il Miche fanno un po’ di compiti.
Abbiamo fatto poco più di dieci chilometri e ne mancano ancora sessantacinque. Occorre ridurre le pause per arrivare ad un’ora decente a Stamford.
Attraversiamo Mystic Seaport, un paesino famoso per la pizzeria del film Mystic Pizza con Julia Roberts, ma che oltre a quella e ad un museo che non visitiamo è piuttosto anonimo.
I paesini lasciano ben presto il posto a grandi agglomerati urbani uniti da grandi periferie non proprio bellissime. Attraversiamo Milford, Stratford, Bridgeport, quest’ultimo decisamente brutto, dove ci fermiamo ad un supermercato a comprare il pranzo: un panino e un pinzimonio di verdura con salsa ranch.
Da ora in poi il percorso diventa decisamente faticoso; un susseguirsi di dolci colline, che, se ripetute all’infinito sfiancano. Le colline sopra a Farefield sono un luogo decisamente da ricchi. Pedaliamo tra ville e auto di lusso; enormi giardini con squadre di giardinieri sempre al lavoro. Alcuni giardini hanno persino il laghetto privato con le anatre.
Intanto cala il buio. Superiamo Norwalk ed entriamo a Stamford. Il tempo di fermarci per la spesa e andiamo in hotel, l’ultimo Super8 della di questa vacanza. È decisamente migliore degli altri, sia come posizione, sia come camera; inoltre la colazione prevista ci verrà servita.
Andiamo in camera, prepariamo la cena e andiamo a letto. Domani lasceremo lo stato del Connecticut; arriveremo a New York, dove rimarremo per in prossimi cinque giorni.