Siamo a Takehara, in un una bella casina, in stile giapponese, affittata tramite Airbnb. Takehara è una città nella prefettura di Hiroshima famosa per…. niente. A Takehara non c’è niente. E’ una piccola città con un porto, che, una volta veniva utilizzato per scopi militari, mentre oggi principalmente porta i turisti nell’isola di Okunoshima, ovvero l’isola dei conigli.
Per noi una giornata di spostamento, in cui non abbiamo particolari tappe o cose da vedere. Saranno cinquantotto chilometri di strada percorsi, lungo la costa del mare interno di Seto, caratterizzata da lunghi tratti di salita seguita da repentine discese. Questo a causa della conformazione geografica del Giappone, di cui le montagne ricoprono il 70% – 75% del territorio. Sono subito a ridosso del mare con pendii ripidi anche se non altissimi. Fortunatamente il Giappone ha delle ottime infrastrutture, quindi un gran numero di gallerie ci risparmia salite ben più impegnative di quelle che avremmo dovuto affrontate.
La giornata comincia con la sveglia delle 7. Solita colazione e subito in sella. Attraversiamo prima il centro e poi la periferia di Kure, osservando persone e negozi. Appena fuori dalla città troviamo un santuario shionista costruito in un bosco. Scendiamo per visitarlo e recitare una preghiera seguendo un rituale che ormai abbiamo assorbito.
Ripartiamo tenendo un buon ritmo, nonostante il caldo. Ogni ora ci siamo imposti di fare una sosta per rinfrescarci con una bibita, fare uno spuntino o far rifiatare il Miche.
Durante una salita si affianca una macchina da cui esce una famiglia che insiste affinché prendiamo delle bibite fresche che hanno abbondanza. Dudu, anche se imbarazzato, accetta di buon grado e posa per una foto ricordo. Chissà che strano effetto facciamo alle persone.
Tra una sosta e l’altra intorno alle 17:30 arriviamo a destinazione. Marumame, la ragazza che ci affitta la casa, ci ha lasciato precise indicazioni su come fare ad entrare. Una piccola cassetta di sicurezza fuori della porta contiene la chiave di casa che è disposta su due piani. Al piano inferiore cucina, senza tavolo, bagno e doccia con onsen, la vasca giapponese per fare il rituale del bagno caldo.
Al primo piano la stanza da letto con quattro futon, una sala per mangiare, con tavolino basso e cuscini su cui stare in ginocchio, e una piccola sala con la televisione e il divano.
Scarichiamo le bici e usciamo per vedere cosa c’è intorno e fare la spesa. In giro non c’è quasi nessuno. Passa un signore in bicicletta con il tradizionale cappello a cono di paglia, utilizzato da chi lavora nei campi di riso. Siamo immersi in un altro mondo e in un’altra epoca.
Compriamo la cena, e torniamo a casa. Doccia e cena prima di rilassarsi un pochino ed andare a letto.
Domani ci aspetta una tappa breve. Trenta chilometri per arrivare a Onomichi, una bella cittadina ricca di templi e santuari. Da lì inizia la Shimanami Kaido, una delle piste ciclabili più belle del mondo. Si snoda per sessanta chilometri, collegando l’isola di Honshu con Shikoku attraverso sei isole di straordinaria bellezza naturalistica.