Questa Russia inizia proprio a piacerci. Ci piacciono le immense foreste, ci piacciono i paesini, ci piacciono le persone e l’orgoglio che provano di essere cittadini di un grande paese. Ci piacciono le tradizioni, antiche e radicate.
La sveglia, come al solito è alle sette per preparare le borse. Alle otto in punto ci aspetta la colazione, servita sotto un gazebo in legno nel curatissimo giardino di Vladimir e Tamara.
Vladimir ci porta in giro a conoscere gli altri componenti della famiglia. Oltre a Gherba, un cucciolo che da quando siamo arrivati gioca con Dudu e il Miche, ed altri due cani conosciuti la sera prima, ecco Sergei, un enorme tacchino che si aggira libero per il giardino. Ha il muso rosso, il che significa che gli piacciamo, altrimenti sarebbe blu. Vladimir lo chiama e lui arriva, si fa accarezzare, proprio come un cane. Sergei ha un harem di femmine e numerosi figli custoditi in più gabbie sparse per il giardino.
Una colazione a base di porridge con latte e bacche della foresta fresche, frittelle dolci con la marmellata e lo stesso tè che la sera prima abbiamo gustato con il samovar, fatto con una pianta che Tamara raccoglie nella foresta, ci fa iniziare la giornata alla grande.
Purtroppo non funziona più la connessione a internet. Vladimir e Tamara si fanno in quattro per aiutarci e alla fine riusciamo a risolvere.
Si è fatto decisamente tardi, sono passate le dieci e dobbiamo ancora fare circa settanta chilometri. Salutiamo Vladimir e Tamara come dei vecchi amici. Avremmo ancora tanto di cui parlare e tanto da imparare, ma dobbiamo proprio ripartire.
Sono dell’idea che è sempre meglio partire con la voglia di rimanere che partire perché non se ne può più di un luogo o delle persone di un luogo.
Ci immettiamo nella strada forestale. Dopo venti faticosi chilometri di sabbia e ondine, senza incontrare una casa, decidiamo di lasciarla a favore della statale. È più pericolosa e dobbiamo prestare maggiore attenzione, ma almeno siamo su asfalto e ogni tanto incontriamo qualche stazione di servizio.
Per strada intanto si iniziano a vedere diversi serpenti. Tanti schiacciati, qualcuno che si riscalda sul tiepido asfalto.
Ci fermiamo ad una stazione di servizio. Arrivano contemporaneamente, dalla direzione opposta, due motociclisti, un uomo e una donna. Le moto, due BMW GS 1200, caricate come non ne avevo mai viste prima. Hanno persino due copertoni di riserva ciascuno. Ci mettiamo a parlare. Sono due belgi.
Partiti a meta luglio da Bruxelles hanno attraversato: Germania, Austria, Ungheria, Serbia, Bulgaria, Turchia, Georgia, traghetto fino in Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Russia. Ora stanno rientrando in Belgio attraverso i paesi baltici el Polonia. Non c’è dubbio che siano dei veri viaggiatori. Parliamo dei rispettivi viaggi in corso e dei prossimi progetti di viaggio. Argentina per noi in inverno. Via della seta, Pamir e Mongolia per loro la prossima estate. Eppure questa via della seta per noi è ricorrente…. prima o poi andrà affrontata. 😊
Prima di salutarci e scattare qualche foto la motociclista ci dice di stare attenti a dormire fuori. Circa duecento chilometri più avanti ci sono molti serpenti; una donna è stata morsa ad un piede. Inoltre lungo la strada si vendono pelli degli orso che abitano le foreste circostanti. La ringraziamo rassicurandola, poi ci rimettiamo in sella.
Ora tutta una tirata fino a Spaster, un paesino dove non c’è niente. Solo un lago, dove abbiamo deciso che dormiremo.
Ci fermiamo all’ultima stazione di servizio disponibile. Li riempiamo una doccia portatile e compriamo qualcosa per la cena nel minuscolo negozio adiacente. Uova, würstel, mais e qualche verdura. Non ci resta che trovare un posto tranquillo dove accamparci.
Entriamo in un viottolo che porta al lago. Uno spiazzo abbastanza pianeggiante può essere un buon posto. Più avanti una spiaggetta; questo è il posto ideale. Piantiamo la tenda direttamente sulla spiaggia. Proprio un bel posto. Unica nota negativa sono le zanzare, che data l’abbondanza di acqua sono numerose; ci difendiamo con indumenti lunghi, spray anti zanzare e zampironi.
Una vecchia auto, una copia russa della vecchia Fiat 128, si ferma a cinque metri da noi. Ne scendono un uomo ed una signora anziana con uno straccio ed un pezzo di sapone in mano. Ci sorridiamo a vicenda. Lui cerca di farci capire che il lago è balneabile e che la notte in tenda farà molto freddo, noi gli facciamo cenno di aver capito e che ci copriremo, poi ognuno torna a occuparsi delle proprie attività. Noi prepariamo la cena, loro vanno a lavarsi nel lago.
Mangiamo la nostra cena calda e ci chiudiamo in tenda dentro il sacco a pelo. La giornata è stata impegnativa. Speriamo di non avere freddo!