Dopo una giornata che possiamo definire “piuttosto umida” siamo al calduccio in una casetta di legno in mezzo ad un bosco qualche chilometro a nord di Tohkala, un paesino sperduto nella regione dei laghi.
Ci svegliamo poco prima delle 8 dopo una bella dormita. Siamo arrivati decisamente lunghi, visto che Paula, la proprietaria del b&b, ci servirà la colazione alle 8.
Ancor prima di fare colazione dobbiamo decidere come ripianificare i prossimi giorni per poter essere dopodomani, di prima mattina, a Jyväskylä. Così facendo avremo tutto il tempo di capire dove e come si fa il tampone previsto dalla normativa anti COVID finlandese.
Il percorso originale prevedeva di puntare dritto verso nord, ma i chilometri che ci separano da Jyväskylä sono tanti e, senza prendere un mezzo, rischiamo di non riuscire fare il tampone in tempo. La ferrovia segue un altro percorso rispetto a quello che abbiamo scelto noi, pertanto dobbiamo tornare indietro per pedalare lungo la ferrovia in modo da poterci aiutare con il treno.
La decisone è presa. Torniamo a Mäntsälä, prendiamo un treno che ci riporta indietro a Kerala, per poi cambiare e prendere un treno per Tampere. Da li ricominceremo a pedalare.
Iniziamo a fare colazione mentre fuori si sta abbattendo il diluvio universale.
Il primo pasto della giornata è più che abbondante; ci viene servito: caffè, latte, porridge con marmellata di fragole e mirtilli freschi, uova sode, pane di segale, affettati e yogurt greco. Tutto veramente eccellente.
Ora possiamo partire e sfidare Freyr, il dio vichingo che domina la pioggia.
Fortunatamente durante i preparativi per partire Freyr ci concede una tregua. Copriamo i sei chilometri e mezzo che ci separano dalla stazione di Mäntsälä in un batter d’occhio.
Il treno prima del nostro è in ritardo di oltre un’ora e il nostro viene cancellato. Tutto sommato, per quanto riguarda la puntualità del trasporto pubblico, ogni mondo è paese.
Prendiamo il treno in ritardo e andiamo a Kerava e poi la coincidenza per Tampere.
Ad attenderci una pioggia consistente. Saliamo in bici e cerchiamo un posticino dove pranzare. Ci fermiamo in una piazza dove c’è una specie di sagra con tutti i banchetti che vendono cibo. Dato il tempo la piazza è vuota e di cibo ce n’è poco. Dopo qualche giro a vuoto andiamo a finire in un fast food per mangiare un hamburger.
È un fast food decisamente di livello; niente a che vedere con in vari McDonald’s e Burger King, e, ovviamente, i prezzi rispecchiano la qualità del cibo servito.
È il momento di rimettersi in viaggio. Prima la spesa per la cena, poi ci vestiamo con tutto l’abbigliamento antipioggia che abbiamo a disposizione per coprire gli ultimi quarantadue chilometri. Quindi imbocchiamo una pista ciclabile che ci conduce verso nord.
La prima ora di pedalata la facciamo sotto un diluvio biblico. Non riusciamo a vedere a dieci metri dalla pioggia che forma un muro. Le strade diventano rapidamente fiumi.
Noi proseguiamo imperterriti, facendo come si deve il battesimo dell’acqua di questa vacanza. Il Miche è decisamente cresciuto. Fino all’anno scorso bastavano quattro gocce d’acqua a metterlo in crisi. Ora pedala con noi, parlando tranquillamente come fosse una bella giornata di sole.
Dopo un’ora la pioggia cala di intensità e finiamo la tappa sotto una serie infinita di scrosci brevi, ma intensi, che lasciano nell’aria il piacevole odore, frizzante e un po’ pungente, della campagna bagnata.
La strada è un susseguirsi di saliscendi, tanto che al termine della giornata avremo salito quasi 500 metri.
Finalmente svoltiamo a sinistra in una stradina sterrata. Avanziamo per qualche centinaio di metri dentro un boschetto per arrivare in uno spiazzo con tre casette in legno. La nostra è la prima. Attendiamo la proprietaria che avevamo già avvisato con l’orario di arrivo. Dopo venti minuti non arriva nessuno. Provo a chiamare senza ottenere risposta.
Dudu prova ad aprire la porta. È aperta. Che fare? Proviamo a contattare di nuovo la signora senza successo. Dopo un’ora invio un messaggio alla proprietaria per comunicare che entriamo in casa. La casa è bella calda, pulita e ordinata, la sauna è accesa, tanto che sembra di essere nella favola di Hänsel e Gretel. Speriamo non arrivi la strega 😱.
Facciamo la doccia, la sauna, prepariamo la cena e mangiamo. Intanto dalla signora ancora nessuna risposta. Prima di andare a letto un messaggio con il quale la signora si scusa per non essersi presentata a causa di un problema di lavoro. Lasciarci un messaggio o un bigliettino per non farci aspettare fuori era chiedere troppo? Casa da 9, accoglienza da 3.
Ora possiamo andare a letto. Domani ci aspettano circa settanta chilometri. Speriamo che Freyr ci regali un bel sole.