Eccoci di nuovo nel punto da cui siamo partiti, L’Avana. E’ più bella rispetto a venti giorni fa. Più viva, più semplice, quasi ordinata. Sappiamo bene che l’Avana è rimasta la stessa; siamo noi che siamo cambiati, che la vediamo con occhi diversi. Giriamo per i vicoli, orientandoci, sapendo cosa comprare e cosa no, riconoscendo il luogo per turisti e quello per cubani. Ora ci piace.
Stamattina sveglia alle sette di buonumore; Micky, a dire la verità, era sveglia dalle cinque e mezza per risolvere un problema di lavoro in Italia. Generalmente l’ultimo giorno di vacanza è sempre un po’ malinconico, ma non questa volta. Abbiamo visitato Cuba come volevamo, entrando in sintonia con le persone che la abitano, adattandoci ai loro ritmi (lenti), al loro cibo, alle loro abitudini.
Alle sette e trenta Olga ci ha fa trovare in tavola un’ottima e abbondante colazione. Oltre a tutte le cose mangiate in questi giorni ci ha proposto anche delle crocchette di carne, farina e cumino. Buone, anche se per colazione sono una novità. Saluti, bagagli sulle bici e in marcia. La strada è una bellissima litoranea quasi pianeggiante, che ci accompagnerà fino all’Avana; il mare, a pochi metri, è agitato un forte vento a favore ci aiuta. Il nostro passo spedito ci dice che copriremo i cinquanta chilometri che ci separano dall’Avana in poco tempo. Piccola sosta ad una scogliera a guardare un mare meraviglioso e agitato e fare qualche fotografia, e ancora in sella. Decidiamo di fare una piccola deviazione dalla strada principale per attraversare Guanabo, un paesino curato e con numerosi negozi di artigianato locale. Micky ha uno strascico dal lavoro della mattina, così ci fermiamo per un’ora. Pizza a un chioschetto e visita ai vari negozietti. Una famiglia canadese si avvicina per parlare di viaggi e di bicicletta; anche loro sono cicloturisti. Finito il giro e risolte le questioni lavorative riprendiamo il cammino. Tempo di un acquazzone, che ci fa indossare l’abbigliamento antipioggia per poi smettere nel giro di pochi minuti e doverci spogliare di nuovo, che una macchina arriva da dietro suonando, si affianca e apre il finestrino. Immediatamente non riconosciamo la ragazza bionda dall’altra parte del finestrino, ma a suo fianco, al posto di guida c’è il solito tassista che ci ha visto prima a Cayo Jutas, poi a Cayo Santa Maria, a quattrocento chilometri di distanza, e ora di nuovo vicino all’Avana, a trecento chilometri da Cayo Santa Maria. Assurdo. Inizia a ridere, spiega alla sua cliente tutti i posti in cui ci ha incontrato e ci saluta dicendo che siamo forti. Ormai è un nostro amico.
Ultimi venti chilometri da percorrere, vediamo una bella spiaggia da visitare e ovviamente non resistiamo. E’ una spiaggia frequentata principalmente da cubani, con poco turismo. Ci fermiamo e decidiamo di rimanere li a mangiare. 20 CUC per tre enormi pesci, accompagnati da platano fritto, pomodori, cipolla, verza, peperoni e cetrioli. Rimaniamo a parlare con le persone presenti, che ci dicono che per arrivare all’Avana vecchia non è possibile percorrere la via diretta, in quanto c’è da attraversare un tunnel vietato alle biciclette. Il modo più rapido è quello di andare a prendere il ciclobus che per quattro pesos cubani avrebbe attraversato il tunnel con noi e le biciclette. Seguiamo il suggerimento del ragazzo. Nell’attesa del ciclobus ci concediamo una centrifuga di ananas a un chioschetto. Ci mettiamo in fila ordinatamente in una rampa che si conclude al livello delle porte del mezzo. Arriva il ciclobus, un autobus moderno dal quale hanno rimosso gran parte delle sedute. Ottima idea.
Arriviamo all’Avana Vecchia, percorriamo con sicurezza gli stretti vicoli fino alla nostra casa particular.
Domani mattina ancora in giro per l’Avana, e, a mezzogiorno, percorreremo i venti chilometri che ci porteranno all’aeroporto.
Comments
1 commentomarco
Gen 10, 2017Che dire ale vi avviate verso la fine del vostro meraviglioso viaggio, sei un narratore perfetto..Sei riuscito a farmi immedesimare nei tuoi racconti e a farmi venire la voglia di visitare Cuba…Devi scrivere un libro…Siete unici…. Un abbraccio a presto dudus family