Yaguanabo, circa sessanta chilometri da Cienfuegos e trenta da Trinidad. Una tappa per spezzare il viaggio che domani ci porterà nella splendida città coloniale, sempre con lo spirito di non fare le cose di fretta, per assaporarci ogni scorcio di questi luoghi e ogni sguardo di queste persone. E’ da qui che abbiamo salutato il vecchio anno e dato il benvenuto al nuovo. Qui il tramonto, in Italia quasi mezzanotte, noi in una terrazza, vista mare, della nostra nuova casa per un giorno con una lattina di limonata pronta ad essere stappata a mo’ di spumante. Dieci, nove, otto sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno,…… AUGURI A TUTTI.
Stamani sveglia presto, colazione da signori dell’alta società cubana nella nostra casa di Cienfuegos, una casa signorile anni ’50 con mobilia d’epoca e un piccolo, ma grazioso giardino interno.
Carico delle bici e passaggio in centro per controllare la posta e caricare un articolo sul blog. Un mercatino locale vende le auto d’epoca in legno, fatte piuttosto bene; ne prendiamo una ciascuna ai bimbi per pochi CUC.
In sella sulla strada per Trinidad. Uscendo dalla città, lo smog dovuto ai motori delle vecchie auto e camion ci attanaglia la gola. Negozi improvvisati sui marciapiedi, ora su un lenzuolo steso per terra, ora su di un tavolo di legno con una bilancia vendono insalata, pomodori, peperoni, patate, ananas, banane, carne di manzo, carne di maiale. File di persone ad attendere il proprio turno. E’ il 31 di Dicembre e c’è da pensare al cenone.
Noi proseguiamo salutando tutte le persone che ci sorridono o ci fanno un cenno. Usciti dalla città ecco un cartello che ci indica di girare a destra per Trinidad; imbocchiamo la strada sapendo che non la abbandoneremo fino a destinazione. Ci allontaniamo dal mare e iniziamo a salire. Paesaggio collinare, più arido che verde. Caldo e un forte vento contro. Le soste per bere sono più frequenti; Dudu ha le gambe dure e un massaggio lo rimette in sella. Lungo la strada ci fermiamo a donare le solite penne e pennarelli a dei bambini che ci salutano timidi con una manina. Ora di pranzo. Gallette, croccante e gelatina di guaraya. Un’anziana signora con la nipote si avvicina incuriosita per fare un po’ di conversazione. Anche se non conosciamo lo spagnolo e tanto meno lo slang parlato dalla signora in qualche modo riusciamo a comunicare.
Riprendendo il cammino si avvicina un taxi e un signore sporgendosi verso di me chiede se avessimo bisogno di un abitacion tra Cienfuegos e Trinidad. Abbiamo contrattato brevemente camera, cena e colazione e per 60 CUC; abbiamo anche l’aragosta. Problema della sistemazione per la notte risolto!
Gli ultimi chilometri di salita sono caratterizzati da centinaia di enormi granchi rossi (grandi quanto una mano aperta) schiacciati lungo la strada o morti sul bordo; dopo inizia la discesa verso il mare. Ci avviciniamo a Yaguanabo e alla nostra casa. Arrivati, prendiamo possesso della camera e via in spiaggia per un tuffo in un mare agitato , ma caldo. Sono le dieci e mezzo di sera in Italia, dopo c’è da fare la doccia e festeggiare.
Ora siamo in camera dopo una buona cena. Dudu è andato in bagno per fare la pipì, ma uno di quegli enormi granchi rossi, che evidentemente ha sbagliato strada, è sbucato nel nostro water: ha delle chele giganti, e, pensare di sedersi li non mette certo tranquillità. Dopo un tentativo fallito con un grosso cucchiaio e una paletta, il signore del taxi con un gancio fatto di fil di ferro lo ha, prima, tirato fuori, e poi, cacciato dalla camera.
Domani arrivo a Trinidad in tarda mattinata e visita della città.
Comments
1 commentoGiovannella
Gen 1, 2017Il granchio nel water….che incubo.Credo che d’ora in poi Dudu prima di far la pipì CONTROLLERÀ con attenzione.Quasi ,quasi CONTROLLO anch’io,non si sa mai!Buon anno
Giovannella
Gen 1, 2017Povero Dudu,come mai ha il mal di gambe?Lui che pedala sempre più di tutti.Lo sai che le macchinine di legno colorate mi ricordano quella che portò il tuo babbo sempre da Cuba
Gabriele
Gen 1, 2017Oimmei… a Cuba son rossi anche i favolli!